Da “Favole e numeri” di Alberto Bisin.
La crescita di un paese nel medio periodo dipende dalla produttività totale dei fattori, cioè dalla capacità del sistema economico di produrre reddito, per dati capitale e lavoro impiegati.
La PTF dipende dal mercato del lavoro, da quello dei capitali, dai servizi pubblici fondamentali (giustizia, istruzione, sanità ecc.) dai servizi privati (professioni come avvocatura, notariato…,) dalle infrastrutture.
La PTF determina la competitività di un paese. Supponiamo che venga prodotto un bene omogeneo ovunque, per esempio le auto. Il costo di produzione è direttamente proporzionale alla remunerazione unitaria del lavoro e del capitale e inversamente proporzionale alla produttività totale dei fattori del paese, cioè a come funzionano servizi, infrastrutture, istituzioni.
Chi ha bassi salari ha anche bassa produttività. In Bangladesh costa poco produrre, ma non funziona niente. Non è ovvio che produrre auto in Bangladesh sia conveniente. E’ più ovvio che lo siano Serbia e Polonia perché là le istituzioni cominciano a essere efficienti. Il problema italiano è che le Serbie e le Polonie sono sempre di più: Brasile, Cina, India…
Che fare? Nel medio periodo migliorare istituzioni, infrastrutture, servizi ecc. Nel breve periodo o abbassare i salari (pagano i lavoratori) o sussidiare l’industria (pagano i contribuenti) o imporre dazi e protezioni e concedere potere monopolistico all’impresa nazionale (pagano i consumatori.) Si tratta di scegliere chi paga.
Il problema è che la soluzione a breve è un palliativo se non viene affrontato il problema dell’efficienza dei servizi, privati e pubblici. Solo in questo modo si può alzare la produttività totale dei fattori e rendere il Paese competitivo.
Abbassare i salari non è possibile perché il costo del lavoro è sì alto a causa delle tasse e dei contributi, ma la paga netta è già bassa.
L’impresa è già sussidiata e incrementare i sussidi non è possibile perché la pressione fiscale è già alta.
A fronte di salari bassi e tasse alte il lavoratore italiano non riceve spesa pubblica di qualità che aumenterebbe la produttività totale dei fattori e quindi la competitività. Questo perché la spes pubblica è clientelare e inefficiente. Il risultato: bassi salari, alte tasse, costo del lavoro elevato, bassa ptf, bassa competitività. Per la gente alla Gallino il problema sono i cinesi, la globalizzazione, la logica del profitto, l’efficienza: tutto perché i cinesi si sono sviluppati e hanno deciso di mettersi a competere: quelli alla Gallino avrebbero preferito arricchirsi solo vivendo di clientelismo e consulenze a parcelle monopolistiche e lasciare i cinesi nella miseria.