Sbobinatura
INTRODUZIONE MANFREDI
La disoccupazione giovanile in Italia è alta.
Il tasso di occupazione è tra i più bassi unione europea.
I salari di ingresso sono bassissimi, se aumentano aumentano lentamente.
Fuga dei cervelli formati in italia per avere poi salari reali adeguati a estero.
Quota 100 ha reintrodotto gli incentivi ai prepensionamenti.
La staffetta generazionale non esiste.
Il reddito di cittadinanza avrebbe dovuto essere un aiuto per le fasce più giovani. Le povertà assoluta e relativa sono cresciute di più per loro.
FORNERO DA 5’19” QUOTA 100
Quota 100 non aiuta i giovani
Perché le riforme sono state prese così male? Anche perché sono state fatte troppo in fretta.
La riforma del lavoro si inquadra in un paese che ha bisogno di molte riforme
Il riformismo è la traduzione politica dell’esigenza di applicare le policy, è qualcosa di più della politica economica come fatto tecnico.
Il riformismo è lungimirante
Il populismo è presentista
Le riforme, anche se sono a costo zero, tolgono qualcosa: togli un privilegio, fai lavorare di più ecc
La riforma della burocrazia toglie abitudini, organizzazioni di lavoro ecc.
Non dimentichiamo che esistono dei burocrati con alto senso delle istituzioni.
Le riforme hanno sempre dei costi.
Il trade off: se prendi questo rinunci a quest’altro.
I populisti sono bravi a mostrare solo i costi delle riforme e a dare le colpe a quelli e a questi.
Bisogna raccontare le complessità
Dobbiamo a volte sostenere dei costi oggi per avere dei benefici futuri
Fornero ha provato a rendere flessibile il lavoro senza precarizzarlo di più. Gli economisti sono pieni di ricette. Il problema è che le ricette tecniche devono funzionare nella società.
Ci vuole il dialogo civile.
Molte delle politiche dc erano volte a tenere buona la società facendo debito.
Era un populismo meno sfacciato, ignorante, cieco, ma era comunque populismo.
Per venti anni la politica (che dovrebbe dare il senso di direzione) si è concentrata su Berlusconi sì Berlusconi no,
Volevamo costruire un futuro migliore e affrontare lo squilibrio tra generazioni.
L’Inps vive di contributi, quindi dovrebbe favorire il lavoro.
Teniamo fuori chi ha problemi di salute o altri problemi enormi ma queste questioni si possono risolvere.
Le riforme devono essre comunicate bene.
L’Inps fa pubblicità a quota 100 mentre vive dei contributi che prende per pagare le pensioni ai pensionati.
I contributi non sono sufficienti, quindi bisogna prendere i soldi dalla tassazione o fare debito perché sono gli unici modi per finanziare le pensioni.
Bisogna che aumenti il tasso di occupazione in età anziana, dicevano tutti. Una volta che è aumentato e non è stato sostituto del lavoro giovanile dicono di dover tornare indietro.
In economia non c’è nessuna evidenza che il lavoro sia una quantità fissa, che occorra mandare in pensione qualcuno per fare entrare altri. Questa è l’argomentazione usata per il lavoro delle donne (che va bene solo se non sottrae lavoro ai maschi) e ora viene usata nei confronti dei giovani.
Dove c’è un mercato che funziona bene c’è lavoro per i giovani, le donne e gli anziani.
Per far funzionare bene il mercato del lavoro le riforme fatte come atti del parlamento non bastano.
Abbiamo avuto riforme che hanno tolto delle rigidità, come l’art. 18.
Questo si deve tradurre in cambiamenti in mentalità, comportamenti, ottica, visione del nostro futuro ma anche del futuro di tutta la società.
La strada è lunga.
39’ MASTROBUONI REDDITO DI CITTADINANZA
Alla base dello slogan lavorare meno lavorare tutti c’è la lump of labour fallacy.
In europa c’è un problema di povertà. Una famiglia su quattro al sud fa fatica ad arrivare a fine mese.
Secondo i dati Istat del 2017 in Italia ci sono 5 miloni di poveri. La soglia di povertà è 826 euro al nord, 742 al centro, 560 al sud.
Osservando i tassi di povertà per età notiamo che i giovani hanno tre volte la probabilità di essere poveri rispetto a chi è in età di pensione. Bisognerebbe pensare a delle politiche rivolte ai giovani
Guardando il tasso di occupazione nella fascia 20 64 anni notiamo che l’Italia ha 13 punti percentuali in meno rispetto alla media europea (il sud 27 punti in meno).
Tasso di occupazione: chi partecipa all’attività economica.
Solo un terzo delle donne nel sud lavora
Spesa pro capite in pensioni. Grazie alla riforma Fornero la spesa per pensioni non aumenta con l’aumento del tasso di dipendenza.
Priorità vere
Combattere la povertà delle famiglie con figli, sopratutto al sud.
Aumentare il tasso di occupazione di giovani, anziani, donne, soprattutto al sud.
Il reddito di cittadinanza non tiene conto del costo della vita, penalizza le famiglie con figli, dovrebbe durare oltre i diciotto mesi per chi è inabile al lavoro.
Esistono alternative a maggior impatto sulla povertà
Col rdc se guadagno devo dare i soldi allo stato. Se non lavoro prendo 780 euro. Ci possiamo aspettare effetti negativi su occupazione. Chi faceva part time e guadagnava 400 euro preferisce rdc. Il rdc non incentiva al lavoro
Alternative a rdc
Il credito di imposta da lavoro (eitc).
Si concede un credito per ogni euro guadagnato fino a una certa soglia.
Ad esempio
Phase in: maggiorazione di un terzo fino a 900 euro (max 300 euro)
Mantenimento fino a 1200 euro
Phase out: oltre tale soglia si ripaga al tasso del 20%.
E’ un incentivo a lavorare di più.
Sussidia le prime ore di lavoro e i primi euro guadagnati.
E’ la politica più importante di lotta alla povertà in Usa. Ora è stata introdotta anche in Francia, Svezia…
Qui non se ne parla.
Aliquote marginali inferiori al 100% sono incentivi a lavorare di più.
Si riesce a spendere meno ottenendo un reddito maggiore e contribuendo a lottare contro la povertà.
53’20” FILIPPUCCI
Cosa fare?
Produttività del lavoro non cresce da venti anni e cresce poco da 40 anni.
Nel 2000 la produttività era a un livello praticamente identico a quello di oggi.
“Abbiamo smesso di (imparare a) fare meglio il nostro lavoro”. Perché? Mercato del lavoro.
Problemi di coordinazione. Il mercato del lavoro non riesce a valorizzare il valore aggiunto che è in ognuno di noi. Sia il privato che il pubblico. Le norme sociali non riescono a mettere in comune le nostre competenze. Spesso ce ne andiamo o restiamo marginali.
Incapacità di investire in formazione. Spendiamo meno rispetto ad altri paesi. I livelli di competenze sono più bassi (vedi le percentuali di popolazione con educazione terziaria -2017 ocse-, le cross ragional differences in wage returns for skills 2011 2013). Non si parla di formazione in tv. In Francia è migliorata. Il mercato remunera sempre di più le competenze del lavoratore. L’Italia non sembra dare importanza agli skills.
C’è incapacità di riformare la formazione e di investire in politiche attive.
Vedi la beveridge curve e lo skill mismatch.
Ci sono problemi di rendite.
Il mercato del lavoro è ancora duale e per anni è stato impostato nel senso di avere una protezione dal mercato.
Le pensioni sono un esempio di rendita.
Ci sono safety rents e non safety rents. Non avevamo un sistema di assicurazione universale per l’impiego: è stato introdotto dalla Fornero nel 2012.
La spesa pensionistica è fuori controllo. L’aspi l’ha inventata la Fornero e non Renzi, che l’ha chiamata naspi e ci ha messo qualche soldo in più.
Aspi=assicurazione sociale per l’impiego
Il decreto Poletti incentivava il precariato e ha fatto diminuire l’occupazione.
Contro il rischio di perdita di lavoro cosa dovrebbe fare lo stato? Dare un sussidio e attivare le politiche per aumentare l’occupabilità e ritrovare un lavoro. Si tratta di tutela nel mercato e non dal mercato. In Italia prevale l’idea della rendita: si entra in un mercato e si resta lì.
L’Italia è andata avanti a colpi di rendite assistenziali o incentivi perversi, provvedimenti a hoc, cassa integrazione…
Avevamo in testa il concetto di lavoro come rendita.
Pension debt dell’fmi: vediamo quanto è aumentata la spesa per pensioni nel tempo e quanto i giovani dovranno pagare in più in futuro.
Le sfide sono:
Cambiamento tecnologico.
Transizione demogfrafica.
Competizione internazionale.
Occorre assecondare il processo di mobilità del lavoro e emancipare larghe parti di forza lavoro. In Italia la partecipazione delle donne al lavoro è ancora bassa.
Dobbiamo smetterla con le rendite. Dobbiamo metterci in gioco sempre. Non possiamo pensare di essere i più bravi del mondo ma dobbiamo affrontare i problemi e farci valere anche come paese.
1h08’ MANFREDI FORNERO MASTROBUONI
Nessuna riforma è perfetta da subito. Esempio riforma Shroeder. È stata monitorata e cambiata. La Merkel ha ringraziato Shroeder. Non ha detto “che schifo quelli di prima”. Casomai correggiamo.
Ci vuole continuità nei percorso di riforma. C’è tanto da costruire.
Oggi il problema è il funzionamento della democrazia. I cambiamenti avvengono coinvolgendo le persone. Oggi i corpi intermedi non sono più riconosciuti come rappresentativi.
Le persone prendono quello che si dice loro.
Non faremo mai riforme tecnocratiche se non sull’orlo di un abisso.
Il popolo si ribella quando è più consapevole.
La tecnocrazia e la visione illuminata di un establishment non funzionano.
Bisogna coinvolgere i cittadini
1h18” DOMANDE
All’estero si viene messi alla prova, si viene messi in grado di avere responsabilità, si impara di più.
Nel nostro paese la meritocrazia non ha ancora il posto che dovrebbe avere. Non vuol dire dare promozioni per età, ma merito. Non ragionare per quote (difendo il 30% perché ci vuole uno scossone ogni tanto). Ci sono rendite di posizione. Se tu sei lì sembra automatico che ci debba restare.
A Roma ci sono delle strutture opache di potere. Fanno a pugni con la missione (per esempio alcuni magistrati o funzionari). Dicono “chi mettiamo là? Una persona del nostro giro”. La Fornero ha fatto delle nomine cercando di rispettare dei criteri di competenza, innovazione, indipendenza. La riforma sta lì e non passa niente nella società e non cambia quasi niente. Non avete idea di quanto abbia cercato di lavorare per l’apprendistato. Doveva diventare il canale principale di ingresso nel mondo del lavoro. Un articolo di econometria dimostra che l’apprendistato ha avuto successo nella stabilizzazione. Devi far capire che non è solo un mezzo per ridurre il costo ma anche per aumentare la produttività e facilitare l’inserimento.
Per passare da un disegno di riforme all’implementazione e a farle vivere in società ce ne corre. Le fai ma poi restano lì.
I giovani contano elettoralmente meno.
Lo slogan non è la soluzione dei problemi. Un lavoratore se ne va e ne trovo tre, dici? Trovamelo. Poi vorrei trovare lavoro a chi vuole entrare senza far uscire. E poi che guadagno c’è se va via il padre per fare entrare il figlio.
In presenza di micro imprese il governo spinge al nanismo imprenditoriale. E’ difficile creare occasioni per giovani in strutture piccole. Non esiste gerarchia, non esiste carriera.. Non affrontare i problemi aiuta dal punto di vista mediatico. “Dovete fare riforme ma le piccole imprese potrebbero chiuderee le imprese dovrebbero essere più trasparenti”. È un messaggio che non paga.
Abbiamo avuto una relativa convergenza tra sud e nord. Poi si è aperta la forbice con l’avvento di Berlusconi. Il berlusconismo era già populismo con la partecipazione in politica con persone che avevano scarso senso delle istituzioni.
Quando la Sicilia elegge solo gli esponenti di un partito e poi tutti quelli dell’altra parte c’è un problema grave. Si è tradotto in politiche. Sapete quanti fiumi di risorse sono stati sprecati nella non formazione di giovani o disoccupati? La Fornero ha ricevuto delle telefonate dal sindaco di Palermo (che sta facendo bene) o da Crocetta (che non ha fatto male). “Ci dia la cassa integrazione in deroga se no la gente si suicida”. Che politica è quella per cui per avere qualcosa devi minacciare il suicidio?