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Lo stupore delle prese elettriche

Le sciocchezze di Oxfam su disuguaglianza e povertà (3)

http://www.stradeonline.it/innovazione-e-mercato/930-oxfam-la-disuguaglianza-e-negli-occhi-di-chi-guarda (di Luciano Capone).

Gli 80 super ricchi detengono lo 0,7% della ricchezza mondiale, che equivale a dire che detengono il 50% della ricchezza posseduta dal 50% più povero, pur basandoci sul criterio adottato da Oxfam per definire la ricchezza.

Avere debiti non significa affatto essere poveri. Anzi, per avere molti debiti bisogna essere ricchi! Nessuno presta soldi a chi non ne ha o a chi non ha prospettiva di farne per ripagare il debito.

Secondo Oxfam tra i più poveri del mondo ci sono tutti quelli che hanno fatto debiti per investimenti, che hanno contratto mutui, come famiglie, imprenditori o studenti americani che hanno chiesto prestiti per pagarsi il college e che forse guadagneranno stipendi a cinque o sei zeri.

I più poveri del mondo probabilmente saranno Bernie Madoff o Callisto Tanzi o Salvatore Ligresti. Tutta gente che ha più debiti di un bambino o di un contadino dell’Africa subsahariana che non ha di che mangiare, ha reddito zero e zero debiti.

Secondo Oxfam nel decile più povero del mondo non c’è nessun cinese perché centinaia di milioni di cinesi sono poveri, ma non hanno debiti.

Il decile che raccoglie i più poveri tra i più poveri è composto per oltre il 20% da europei e statunitensi. Gli africani sono il 30%. La ricchezza complessiva di questo decile è negativa.

Oxfam non dà invece importanza al fatto che in questi ultimi 20 anni di globalizzazione ci sono sempre meno poveri, o comunque che i poveri sono sempre più ricchi.
Anzi, non c’è mai stato un periodo della storia in cui i poveri sono stati così ricchi.
In circa 20 anni la povertà estrema si è più che dimezzata a livello percentuale, dal 36,4% della popolazione globale al 14,5 per cento nel 2011.
E tutto questo mentre la popolazione mondiale è continuata ad aumentare.
Stiamo vivendo la più grande riduzione della povertà nella storia dell’umanità (in valori assoluti circa 1 miliardo di poveri in meno).

Ovviamente l’aumento della ricchezza ha portato a un drastico calo della denutrizione, ad una forte riduzione della mortalità infantile e della mortalità per malattie come Aids, la malaria e tubercolosi che hanno mietuto centinaia di milioni di vite nei paesi più poveri e che oggi sono sempre meno letali.

Questo è avvenuto nello stesso periodo in cui i ricchi sono diventati più ricchi, proprio a dimostrazione che la ricchezza non è una torta sempre uguale, ma cresce di dimensioni, e che quindi la povertà dei poveri non è proporzionale alla ricchezza dei ricchi.

In realtà la disuguaglianza ha importanza perché la ricchezza influisce sui rapporti di forza tra le persone.

.Oxfam, avrebbe potuto evidenziare l’andamento dei redditi, che secondo gran parte degli economisti è un indice molto più accurato per descrivere l’andamento della disuguaglianza.

Branko  Milanovic, che da anni studia la disuguaglianza, ha calcolato la variazione del reddito della popolazione globale negli ultimi 20 anni e…
i dati mostrano come i più grandi beneficiari del capitalismo globale siano stati proprio i nuovi membri della classe media di paesi come Cina, India, Brasile, Indonesia, che hanno visto crescere i propri redditi più del top 1% e del top 10% globale.

Se i paesi ricchi crescono e i paesi poveri crescono ancora di più, vuol dire che viviamo in un mondo che è più ricco e più uguale. E infatti lo stesso Milanovic ha messo su un grafico l’andamento del coefficiente di Gini della distribuzione del reddito, mostrando come la disuguaglianza nel mondo sia in costante diminuzione dagli anni ’60.

Nota a margine. Lo stipendio dei dirigenti delle principali organizzazioni caritatevoli britanniche, che si occupano di aiuti nei paesi poveri, è aumentato del 60% in 3 anni, nonostante la recessione e la riduzione delle entrate. E si tratta di stipendi tutti superiori alle 100mila sterline. Ovviamente tra i manager che hanno ottenuto aumenti in doppia cifra ci sono anche i vertici di Oxfam.

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