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Lo stupore delle prese elettriche

Lettera aperta dopo avere scoperto la lottizzazione territoriale degli assessori regionali

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Buongiorno,

Sono un elettore della Regione Toscana.

Non ho votato alle ultime elezioni perché non presente in loco. Avrei votato il vincitore, Enrico Rossi, per mancanza di avversari, ma penso che sarebbe l’ora che in Toscana ci fosse una destra decente per cambiare un po’ aria e debellare un po’ di metastasi che potrebbero essersi infiltrate nel centrosinistra.

Non so bene quali siano oggi le competenze delle regioni, comunque più ampie di quelle di un tempo, e quali siano i poteri di presidente, consiglio e giunta. Credo che ormai si voti il presidente più della coalizione che lo sostiene oppure un singolo partito.

Mi aspetto, poi, che chi è al governo della Regione, governo inteso in senso ampio, si occupi di rendere la Regione migliore di come è stata finora, per quanto possibile. Ognuno può avere una propria idea sul “come”, ma penso che l’idea di sviluppo sostenibile debba essere centrale. Una regione come la Toscana ha un suo appeal che non dovrebbe essere snaturato, ma occorrerebbe lenire il declino, favorire lo sviluppo e la crescita, dare opportunità a chi ci abita ma anche a chi arriva, tutelare il territorio e l’ambiente, far sì che i trasporti funzionino, avere un progetto globale e concretizzarlo. Tutte cose banali, che vorrebbero tutti: di solito il problema è stabilire quali debbano avere la priorità e come realizzare gli obiettivi. Sarà meglio una multinazionale in più o dieci piccole imprese in più, per esempio? Secondo me, tutte e due: perché questo avvenga bisogna che l’ente pubblico non sia egli stesso imprenditore o programmatore, ma basterebbe che rendesse possibile che chiunque abbia qualche competenza o merito sia messo nelle condizioni di realizzarlo. Che tipo di impresa fare possono sceglierlo gli imprenditori, ma devono essere messi nelle condizioni di poter fare impresa in concorrenza. Questo senza favorire, per esempio negli appalti, l’amico degli amici. Questo senza favorire ai concorsi pubblici gli interni o chi si deve favorire. Questo senza favorire il commercialista che ha una tessera di partito rispetto a uno che non ce l’ha (solo per il fatto della tessera, intendo).

Chi è chiamato o eletto negli organi della Regione ha una grande responsabilità, perché dovrebbe lavorare per la Regione e i suoi cittadini anche perché deve riuscire a separare l’interesse particolare da quello generale.

Ebbene: i primi a non volerlo paiono esserlo proprio gli elettori o, peggio, i membri dei partiti. Sembra che la regola debba essere (anziché semplicemente sia) il voto di scambio. Una persona del mio territorio deve diventare assessore perché così difenderà il mio territorio. Un membro del mio partito deve essere assessore per “dignità politica” o per “rappresentare i sessantamila elettori che hanno votato Sinistra e Libertà”. Io ti do il voto perché tu potrai farmi un favore in cambio. Favore che magari va a discapito di altri milioni di corregionali, ma che me ne frega.

E’ bastato leggere le prime quindici righe di un articolo su “La Nazione”, che raccontava in modo neutro come sono avvenute le scelte per la nomina degli assessori che sono inorridito, mi sono schifato e se dico di aver trattenuto il vomito esagero, ma neanche più di tanto. Questo fa riferimento a fatti, che racconterò sotto forma di domande, che riguardano il centrosinistra. Per di più in Toscana. Certo: sarebbe l’ora di un cambiamento, ma anche la Lega sembra dire una cosa e farne un’altra ed è la prima a reclamare poltrone. Leggo cosa dicono gli esponenti del centrodestra aretino e ovviamente se la prendono con gli avversari, ma nel merito affermano la stessa cosa: il fatto di non avere un assessore aretino penalizzerebbe il territorio di Arezzo. Quindi anche per loro ogni provincia dovrebbe avere un assessore. Magari anche ogni vallata della provincia. Oppure ogni comune. Perché no, continuando a parlare di enti inutili, anche ogni comunità montana? Eppure mi sembra che esista l’assessore alla sanità e non l’assessore alla provincia di Arezzo. Si ritiene, quindi, che in giunta questo assessore aretino avrebbe proposto temi riguardanti la provincia? Avrebbe difeso il territorio? Allora si ritiene, magari anche a ragione, che chi fa parte del governo regionale, pensi all’interesse particolare anziché a quello generale e che magari non approverà il percorso della Due Mari perché non pertinente al suo territorio. Io mi aspetterei una valutazione che, anche se dovesse favorire, che so, dovendo scegliere una alternativa su due, l’autostrada tirrenica piuttosto che la due mari, la scelta non avvenga perché una passa da Livorno e l’altra da Arezzo, ma tenga conto di questioni più sostanziali per lo sviluppo sostenibile della Regione. Parliamo della Due Mari, poi, che sono quarant’anni che non la fanno? Non credo che sia un problema di assessore regionale appena arrivato.

Ancora non ho detto perché ho iniziato a leggere la formazione della giunta. Si è autosospeso gruppo di membri di un’associazione privata chiamato partito democratico e facenti parte di una direzione provinciale (eletta da qualcuno, forse? Dai membri dell’associazione privata, per cui per me cittadino regionale questi hanno valore pari a zero: io ho votato un presidente e a me interessa il suo operato, non quello di associazioni private a cui non partecipo). Ora non è che questa sospensione abbia interessato qualcuno davvero ed infatti è come se si sospendesse la direzione provinciale della federtennis. Fatti dell’associazione. (Ricordo ora l’articolo 49 della Costituzione: i CITTADINI hanno il diritto di partecipare alla vita politica della nazione. I partiti sono l’oggetto dell’articolo e non il soggetto).

Il bello è che questi hanno parlato di merito e competenze. Allora chiariamo una cosa. Come non è per merito che la figlia di un amministratore delegato venga assunta in un’azienda e le vengano concessi dei benefit non concessi ai pari livello, oppure che la figlia di una dirigente venga promossa dirigente nel momento in cui cambia l’assetto societario, non c’è nessun motivo di merito per cui una persona per quanto votata da molte persone (infatti risiede in Consiglio) debba fare l’assessore, che so, all’urbanistica. Ne sapesse qualcosa, già sarebbe preferibile.

Si parla anche di atti di ripicca da parte dei consiglieri aretini al momento di approvare gli atti della giunta. Allora, come cittadino, mi auguro che questi signori non votino contro una proposta per motivi politici e nemmeno territoriali, ma perché intimamente convinti di come votano. Vogliamo far prevalere l’interesse generale della Regione, per favore? Vogliamo proiettare la Toscana nel futuro? Non dico nel futuro che piacerebbe a me, ovviamente. Di sicuro farsi le ripicche come bambini dell’asilo non mi sembra un buon inizio. A me sinceramente schifa che questi, invece che pensare a come fare per migliorare quello che ha a che fare col territorio in cui vivono, si preoccupino di questioni di bassa lega politica. Quelle questioni che mi portano a dire, una volta conosciute, che questo sistema potrei non votarlo più. (Proprio il sistema politico. Che in Toscana sarebbe l’ora di una destra decente per votarla e buttar fuori questi qua è un altro discorso).

Penso anche che forse se fare l’assessore fosse gratuito, ci sarebbe meno lotta alle poltrone, per la quale si sono sbattuti, e questo è ancora più vergognoso, l’ IDV, le correnti e sotto correnti del pd (ho letto di dalemiani quando lo stesso D’Alema dovrebbe godersi la sua lauta pensione, ho letto di telefonate a Franceschini o Letta che non c’entrano niente con la Toscana e che si permettono di dire “metti quello” o “metti quell’altro”, il tutto mentre Bersani dice che i partiti devono stare fuori dalla Rai come se non si sentisse da quarant’anni e tutti continuano a farlo, come ricorda chi riceveva telefonate a ogni ora da parte di Veltroni per apparire ai tg).

In sostanza la scelta degli assessori, cioè, ripeto, di chi deve fare proposte e prendere decisioni per il futuro delle regioni, assomiglia a un mercato delle vacche interno ad associazioni private.

Non solo: ma chi fa parte di quelle associazioni pensa che così debba essere. D’accordo. Che sia così se così deve essere. Io posso solo smettere di votare questo sistema.

Io mi aspetto che un assessore sia innanzitutto competente e poi sia anche capace politicamente perché forse sarà un requisito importante, ma mi sento molto più rassicurato dall’attuale assessore alla sanità proprio perché secondo me non si farà mettere i piedi in testa o non guarderà alle tessere di partito degli amministratori delle case di cura o dei primari ospedalieri. Certo che un politico, rispetto a un tecnico, può avere una visione più generale, un progetto più ampio, lungimirante e strategico ma questa mi sembra un’idealizzazione in questo Paese, non una realtà. In ogni caso una strategia non è la difesa degli interessi particolari: se no guidare una Regione o qualsiasi cosa diventa scegliere il compromesso migliore per soddisfare gli interessi particolari, anziché permettere lo sviluppo complessivo del sistema.

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