LEUVEN
Leuven ha due o tre monumenti significativi: la cattedrale, per esempio. Dice che nel circondario ci siano dei bei castelli. In sé il centro si gira in mezzora, andando piano. Oltre al centro vero e proprio, è molto carino lo spazio del Bejinov, un parco-monastero fatto di casette rosse e alberi dalle foglie multicolori (almeno adesso che è autunno). Leuven è famosa per avere fatto la storia della birra e per avere il bar più lungo del mondo: una piazza è piena di bar, pub, ristoranti e, arrivandoci, gli occhi restano colpiti dall’immensa distesa di tavolini e di sedie pronti a essere riempiti dai giovani universitari. Qui c’è infatti una delle università europee più famose e frequentate dagli studenti Erasmus: spagnoli, italiani, arabi, olandesi e ovviamente belgi.
La musica dal vivo la fa da padrona, dentro i bar. Dove siamo andati io ed“Erasmus Girl” suonava un gruppo le cui composizioni erano un po’ tutte uguali e in cui a cantare era uno e a suonare due mentre gli altri tre facevano finta. Però l’atmosfera era molto familiare, informale, da “festa delle medie nello scantinato sotto casa” o forse da “band di ragazzi di paese che trova un circolo in cui suonare e viene ascoltata dagli altri ragazzi del paese”. La sensazione era molto bella: non c’erano falsità o artificiosità là dentro e questo vale per tutta la città.
La sera fino a tardi le vie si riempiono di giovani che passeggiano e, nota rilevante, non c’erano chiasso, bottiglie rotte o ubriachezza molesta in giro. Giovani, bici, musica, studio, divertimento, birra e rilassatezza. Starci da studente deve essere bello. A me ha ricordato i campus di Cambridge, Massachussets. (Mit e Harvard, do you remember?)
È probabile che per il prossimo viaggio in Belgio, direzione Vallonia, la base sia Leuven, piuttosto che Bruxelles o Namur.
GREEN OFFICE
A Leuven, nella zona del Bejinov, si trova il Green Office. Lì, giovedì sera, un gruppo di ambientalisti aveva organizzato un evento “per ridurre l’uso della plastica”. L’evento consisteva in aperitivi, documentari e conferenze. A quella a cui abbiamo assistito io ed Erasmus Girl sono rimasto estasiato da una tizia chiamata “Elise Elsacker”, che è riuscita a ridurre moltissimo l’uso della plastica, che ha riadattato oggetti solitamente fatti in plastica e che ha inventato i no plastic tour. Maggiori info potete trovarle sui suoi siti, rintracciabili con una ricerca su Google.