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Lo stupore delle prese elettriche

Il libero mercato è una continua scoperta.

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Da:”L’intelligenza del denaro,” di Alberto Mingardi

Lo strapotere dell’economia di mercato – sostiene Alberto Mingardi – è solo apparente. In realtà nelle nostre vite c’è ancora troppo Stato e troppo poca concorrenza. La crisi di questi anni testimonia proprio l’inevitabile epilogo di una storia fatta di dirigismo e continui interventi che turbano quell’infinita ragnatela di liberi scambi fra persone che è il mercato.
Ostacolare o limitare la libertà del mercato significa togliere alle persone la possibilità di manifestare la loro libertà di farsi scegliere e ha un costo implicito: sono i prodotti e i servizi che non potremo sperimentare, che a nostra volta non ci sarà dato di poter scegliere.

IL CASO DEI CELLULARI
Il primo telefonino costava quattromila dollari, pesava quasi un chilo, ci volevano otto ore per ricaricarlo, consentiva a malapena di telefonare,era uno status symbol.
Oggi lo usano tutti, consente con i video di far sì che gli agricoltori keniani si scambino informazioni su come aumentare la produttività e non subire pressioni al ribasso sui prezzi, è in parte uno status symbol ma dal costo e dal peso molto inferiori e dalle funzioni molto superiori rispetto al primo telefonino.
Il fenomeno non era pianificabile. Il successo del mercato dei cellulari non è seguito a una progettazione in cui si conosceva già l’esito finale: altrimenti Motorola, che era stato il primo,non avrebbe rischiato il fallimento.
Il processo è un insieme di aggiunte, di errori,di nuove tecnologie, di nuovi desideri, di continue interazioni tra consumatori e produttori. La frontiera del tecnologicamente possibile si è spostata in avanti e i consumatori hanno cominciato a volere che il telefonino facesse qualcosa e poi magari qualcosa di nuovo. Né i produttori né i consumatori sanno perfettamente in anticipo cosa vogliono gli uni e gli altri, ma il produttore può offrire qualcosa e scoprire che al consumatore piace. Un altro consumatore può preferire altro, magari un prezzo più basso. Ecco che da queste interazioni nascono più segmenti di mercato, differenze nei prodotti e quindi anche più produttori entrano in campo cercando di conquistare un ampio numero di clienti.

Il successo o meno dell’impresa lo definiscono i consumatori. Il profitto è il voto assegnato dai consumatori ai produttori. Un produttore può adottare alcune innovazioni e non altre, come un pasticcere può aggiungere un ingrediente alla torta e vedere se soddisfa il pubblico. Un produttore può decidere di modificare l’uso delle risorse. Può decidere di scegliere certe materie prime, magari più costose e questo inciderà sul prezzo e non può sapere come il pubblico reagirà a queste novità finché la giuria del consumatore non si sarà espressa, attraverso gli acquisti. Spetta al produttore decidere quanti oggetti produrre, determinare il prezzo e poi eventualmente modificarli. Se comunque la sua innovazione non incontra il favore del pubblico, o il produttore cambia o trova un nuovo mercato o muore. Analogamente i consumatori si differenziano come i produttori. Le preferenze sono individuali e quindi si creano più mercati, all’interno di quello dei cellulari, a seconda dei gusti e delle preferenze vari dei consumatori offerti da un numero diverso di produttori, i quali potranno scegliersi una nicchia o offrire prodotti unici per tutti o diversi per target specifici.

Ancora una volta sarà il profitto a determinare se l’azienda in quel settore ha avuto successo. Chiaramente l’azienda che non ha successo fallirà e intervenire per salvarla significa disturbare il gioco.

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