there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Londra 2016. (6) Europei di nuoto: il sabato.

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Ma parliamo di emozioni. Ogni tanto mi ricordo come mai dal 2009 vengo a vedere le gare di nuoto in giro per il mondo, ormai quasi più di quelle di calcio.
Perché regalano emozioni e non solo in vasca. Oggi, dopo una settimana piuttosto fredda come pubblico presente, ho rivissuto l’ambiente cosmopolita e appassionato dentro e fuori gli impianti, nonché il mix tra atleti, allenatori, parenti e tifosi, bambini cacciatori di autografi e persone con le scritte colorate in viso compresi. Il centro commerciale Westfield di Stratford è diventato una sorta di villaggio, di quelli presenti ai mondiali, per la gente che era riversata là dentro.
In piscina, poi, è successo di tutto, tra conferme e sorprese. Detto che per due volte gli inglesi si sono degnati di cantare il loro inno e poi a fine gara si sono perfino fatti fare dei selfie insieme a Peaty, Guy, la Halsall e compagnia, se le medaglie insperate sono le più belle, la menzione d’onore va alla 4x200sl maschile. Data per scomparsa da un po’ di tempo, dopo aver mietuto successi mondiali, ormai considerata il pucino nero del nuoto italiano, ecco che conquista il bronzo grazie a prestazioni di cuore, di testa, di tutto. D’Arrigo finalmente parte da par suo e chiude secondo, Magnini parte spavaldo e poi riesce a non perdere troppo nel finale, Dotto tiene la posizione dopo aver volato nei primi cento metri e infine Detti fa una frazione sbalorditiva.
Poi ci sono le medaglie certe, di cui poteva essere inatteso il colore. Federica Pellegrini riesce a commuovere e a commuoversi. Quarto oro europeo consecutivo, tre passaggi in cui è terza e poi la stoccata vincente. Nel dubbio, lei tocca sempre per prima. Un po’ mi dispiace per la Hemskeerk, che comunque esce da questi europei con due medaglie individuali. Sono contento anche per Charlotte Bonnet, che avrà modo di dedicare la medaglia di bronzo a Camille Muffat.
Torniamo alle sorprese. Una fantastica Alessia Polieri sbalordisce tutti col record italiano sgommato e il primo tempo di ingresso nella finale di domani. Speriamo nella continuità, non tanto e non solo per domani, quanto per Rio. Il tempo limite fatto in semifinale non vale, ma lei dovrebbe rientrare tra le staffettiste e comunque non mi sembra che ci sia molto da scialare o fare i pignoli.
Piuttosto, se Marco Orsi riuscisse a fare un tempo da Olimpiadi al Settecolli, che facciamo? Non lo portiamo? E’ stato un virus a batterlo, più che Bocchia, che da regolamento merita di partecipare alla gara dei 50sl a Rio.
Ci mancava anche l’emozione dello spareggio per accedere in finale tra Martina Carraro e la russa Ivaneeva. Ha vinto quest’ultima: 30″95 contro 31″. Peccato che non ci saranno le raniste, quindi, nella finale veloce, ma ci sarà Silvia di Pietro in quella a stile.
Detto dell’umiltà di Ciccarese, che ammette di essersela fatta sotto, e del buon quinto posto della Quadarella, non resta che aspettare le emozioni di domani, soprattutto con le staffette miste (e i 200 farfalla, a questo punto).
Prossima tappa, poi, il Settecolli: ci sarà il recupero delle stileliberiste e delle dorsiste? Dai, che a Rio dovete dimostrare di essere una squadra di essere una bella squadra, ma per dimostrarlo dovete accederci e avete le possibilità di farlo. Se poi queste potenzialità non emergono, bisogna ragionare sui perché, come ha chiesto implicitamente la Pirozzi nell’intervista. In ogni caso grazie per le emozioni che regalate.

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