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Lo stupore delle prese elettriche

Londra 2016. (7) Europei di nuoto. Il venerdì speciale.

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Un venerdì sera “natatoriamente” speciale.
1. La zampata di Dotto, uno di quelli della generazione ’90/91. Uno che si è rimesso a lavorare duro dopo qualche infortunio e qualche delusione e presto potrebbe coronare il sogno di una carriera.
2. La doppietta della coppia del gol, talmente sicura fin dall’inizio, che sembrava che Paltrinieri e Detti stessero timbrando il cartellino. Solo che dietro ci sono chilometri e chilometri di allenamento e davanti un altro sogno di una carriera che si dovrebbe concretizzare. Possiamo stare certi che se a Rio dovessero malauguratamente fallire sarà solo perché qualcuno andrà più forte di loro e non per fisime che prendono loro all’ultimo minuto o per qualche motivo “inspiegabile.”
3. Il ritorno di Ilaria Bianchi. Sa quel che vuole e quel che può valere. Dice di passare a 27″ nei cento farfalla, lo fa due volte, e conquista il bronzo dietro alle due più forti farfalliste mondiali. Quando conta ed è in grado fisicamente di ottenere risultati, lei c’è sempre.
4. La gioia e la commozione di Ciccarese che nelle interviste ha affermato di essere stato quattro anni prima l’ultimo delle pippe e che è ritornato a conquistare una finale europea grazie a poche chiacchiere e molto lavoro. Sembrava avesse vinto un oro, dice chi lo ha visto parlare in tv.
5. Una finale per due: Codia e Rivolta, forse non in forma come a Riccione, ma quel che conta è che lo siano a Rio, anche in funzione staffetta mista.
6. La speranza per la staffetta mista maschile, che purtroppo per lui non è Scozzoli, ma Toniato, ancora in finale, stavolta nei 50 rana.
7. Il thrilling delle piastre che hanno fatto cilecca e per qualche minuto nessuno ha saputo come era andata la seconda semifinale dei 50 rana. E’ la prima volta da trent’anni che succede. A suo modo è un record europeo.
8. L’entusiasmo della squadra azzurra assiepata nelle tribunette a bordo vasca. La squadra svedese e quella olandese, che erano accanto, erano più compassate. Bandiere al vento, incitamenti, canto dell’inno e perfino un tentativo di pogo da parte dei tecnici, Morini in primis: un bel segnale di coesione dell’ambiente e se il gruppo è unito è più facile che chi non uscirà soddisfatto da questi europei possa avere supporto e ripartire con più determinazione di prima. Poi, è chiaro, i risultati futuri dipendono dal mazzo che si farà lui/lei e dalle scelte tecniche e strategiche di allenatori e tecnici.
9. I nomi nuovi: il greco Cristou, in forma, un’ungherese capace di nuotare 1’58” nei 200sl a quindici anni, la turca Gunes, crollata nella sua gara. Attenti a Grecia e Turchia per il futuro. Sul podio sono andati anche portoghesi e israeliani, a conferma che il nuoto è sempre più internazionalizzato e quindi i risultati sono sempre più difficili da ottenere. Meglio così.
10. I nomi seminuovi: l’islandese Lutherdottir. La danese Nielsen.
11. I nomi non più nuovi, ma che dio ce li conservi a lungo per lo spettacolo: Sarah Sjoestroem, la Ottesen, la Pedersen, Adam Peaty.
12.Femke Hemskeerk. Vederla nuotare dall’alto è un piacere. Ha talento e non ha mai avuto la testa necessaria a reggere il peso di una finale di livello internazionale. Vedremo oggi e soprattutto a Rio se la cura Lucas ha funzionato.
13. Quelli che in staffetta rendono sempre meglio che in gara individuale: Erica Ferraioli, lo stesso Magnini (ma non ieri sera nella 4x100sl mista d’argento.)
14. Il 52″91 lanciato di Federica Pellegrini nella 4x100sl mista fa ben sperare. Si può essere certi che a Rio sarà al top della condizione e che quindi se dovesse andare male sarà semplicemente perché altre (e non ce ne sono poche) saranno andate meglio (come velocità, resistenza, tattica, forma fisica: se la gara diventa una questione di testa, Federica resta difficilmente battibile.) Mi piacerebbe avere avuto una telecamera che ne avesse ripreso gli allenamenti e gli atteggiamenti in questi ultimi due anni e nell’infausto 2012. Secondo me ci sono delle differenze, soprattutto mentali.
15. La staffetta tra uomini e donne. Potrei sbagliare, ma mi sembra che un anno vadano bene gli uomini e male le donne, come questo, e un altro accada il contrario, come l’anno scorso, ma i bilanci non vanno fatti certamente adesso.
16. (Giovedì sera.) Le grandi prestazioni di Sara Franceschi e Carlotta Toni nella finale dei 200 misti. Giovani mististe crescono e faranno ancora parlare di sé.
17. (Giovedì sera e venerdì mattina.) Il mistero dell’anno, il caso delle duecentiste scomparse, ovvero chi ha ucciso la 4x200sl femminile?

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