https://voxeu.org/article/what-holding-italy-back
“Negli anni 70 e 80 l’Italia è stato il paese europeo che è cresciuto di più. Dagli anni Novanta in poi è stato quello che è crescituo di meno.
Perché è stata persa la competitività?
Perché la produttività totale dei fattori è crollata, entrando in territorio negativo e contribuendo massicciamente all’immobilismo della crescita del Pil.
Poiché la produttività totale dei fattori misura quanto efficientemente sono usati dati ammontari di capitale e lavoro, la sua crescita negativa segnala una riduzione senza precedenti nella capacità dell’Italia di trasformare le sue risorse produttive in valore aggiunto.
La produttività totale dei fattori nel settore manifatturiero ha subito un rallentamento drammatico a partire dal 1995.
Poiché gli stock di capitale e lavoro sono cresciuti, la stagnazione dell’Italia è dovuta a un’allocazione sbagliata delle risorse, che sono andate a settori a basso valore aggiunto (a bassa crescita della tfp).
Un mercato del lavoro rigido influisce sulla produttività impedendo la riallocazione delle risorse verso i settori e le imprese più produttivi. In Italia, però, dagli anni Novanta in poi la rigidità del mercato del lavoro si è attenuata ed è adesso più bassa che in Germania e in Francia. Quindi non è questa la causa della perdita di produttività successiva al 1995.
Sempre a partire da metà anni Novanta uno dei driver che hanno permesso agli Stati Uniti di vedere una crescita della produttività superiore rispetto all’Europa è stata la penetrazione dell’ICT. L’Italia in questo settore non ha tenuto il passo di Germania e Francia. Una delle spiegazioni è che il management italiano non sia stato in grado di adattarsi alla nuova economia.
In generale:
Le imprese italiane promuovono i lavoratori principalmenteù
in base al ruolo anziché identificare e promuovere i top performers;
I dirigenti tendono a premiare le persone in modo uguale, senza tener conto delle performance, anziché fissare degli obiettivi di performance con responsabilità e premi collegati;
Chi ha delle performance scadenti raramente viene rimosso;
I senior manager non vedono l’attrazione e lo sviluppo di talenti come una priorità e non sono valutati in base alla capacità di costruire team di talento, magari anche superiore al loro.
Le pratiche di gestione tipiche delle imprese italiane ostacolano la penetrazione e lo sfruttamento dell’ICT, che ha avuto un ruolo rilevante nella crescita della produttività degli ultimi venti anni. Quindi questa può essere una spiegazione importante della stagnazione italiana. Ridurre le rigidità del mercato del lavoro non è sufficiente in presenza di pratiche di gestione rigidamente non meritocratiche. L’Italia sta disimparando a produrre perché non sembra gestire efficacemente il cambiamento”.