Fermo immagine numero tre. Un uomo cammina in direzione opposta alla nostra, verso il paese di Collegno. A dire che è un uomo di mezza età non si sbaglia, dato che potrebbe avere tra i trenta e i cinquanta anni. È tarchiato. Robusto. Ha una barba folta, ma curata. Indossa un giubbotto granata e un paio di pantaloni dello stesso colore, pieni di adesivi. Mi sposto verso il lato della strada dove si trova lui. Canta: “La maratona! C’è solo la maratona!” “Vedi, bravo, quel signore?” “Non diceva a te. Si riferiva alla curva del grande popolo granata.” “Uff! Stai sempre a puntualizzare. Potevi anche lasciarmi cullare nelle mie illusioni.” Dunque, dicevo. Gli vado incontro, gli mostro la mano aperta, ci diamo un cinque talmente vigoroso da farlo diventare un dieci e lode, gli urlo “Forza Viola!” (Un “Torino è stata e resterà granata” ci stava bene, ma mi è venuto in mente dopo.). Mi ributto in avanti, mi giro, lo saluto, lui sembra attonito ma alza il pugno sinistro in segno di incoraggiamento. Queste cose non si programmano, ma sono quelle che possono trasformare le gare e le vite. Succedono. Mentre aggredisco la strada sempre più pieno di energia mi metto a ripensare all’ultimo episodio, anche a immaginarmi cosa avrei potuto dire. Insomma inizio a costruire storie. VENTINOVE Non mi accorgo nemmeno che stia correndo una salita, sia pure dolce. Mangio sia lei che la discesa successiva in un boccone solo. Adesso ho raggiunto l’apice delle sensazioni positive, sia fisiche che mentali. Ho mollato ogni freno in testa e nelle gambe, corro e basta, liberamente, felicemente, senza pensare più a niente, né guardando il Garmin per almeno tre chilometri. Vivo ogni momento della corsa in un modo che potrebbe essere definito “leggero” dal cantante Ligabue, “zen” dal corridore-scrittore-medico Luca Speciani e che Andante Appalla, un motociclista di Croce a Mori sconosciuto ai più e forse anche a se stesso, chiamerebbe “a manetta.” TRENTATRE (1). Occazzomancanosolodiecichilometri! Nove, per la precisione. Va bene. Riprendiamo il conto giusto, via. TRENTA. Scusate, avete notizie di signore maratone che portano muri? Ditegli che non si sono visti. Che li abbia sbriciolati? Che ci sia passato attraverso? Che la signora sia scesa a patti con l’ultrà granata? TRENTUNO. Analisi dei tempi dopo il passaggio del trentesimo chilometro. Secondo il sito ufficiale ho corso trenta chilometri in 2h57’25”. Media totale di 5’54”. Passo medio dei chilometri tra la mezza e il trentesimo: 5’37”. Tempo impiegato: 3037 secondi. Secondo il Garmin ho corso i trenta chilometri in 10451 secondi (2h55′?) per una media di 5’48”. Anche per lui gli ultimi nove chilometri li ho corsi in 5’37”. Tempo impiegato: 3031 secondi. Esiste sempre il momento in cui i tempi rilevati da due strumenti diversi coincidono. Aiuta il fatto che il punto di partenza sia lo stesso. Comunque anche un orologio fermo, di quelli con le lancette, segna l’ora esatta due volte al giorno.
Maratona di Torino 2012: km 29-31
12 Maggio 2014 | 0 commenti