Lettera aperta a una politicante il cui cognome inizia per M e che ha affermato che tutto il mondo controlla le monete attraverso i governi, il che non è (sempre) vero e quando succede(va) sono dolori.
Ecco cosa possiamo scriverle.
Perché i politici danno la colpa delle crisi causate da loro ai mercati o a qualche strana entità? Perché altrimenti dovrebbero iniziare a lavorare. Invece cercano di mettere le mani sul bottino per rovinare l’economia per gli altri e garantirsi stipendi sulle tasse altrui.
Negli anni in cui la signora M nasceva, la politica guidava l’economia e cercava di guidare la moneta: crisi della lira, prestiti dai fondi monetari, doppi mercati dei cambi, fuga dei capitali, assegnini inventati dalle banche, iperinflazione.
La politica monetaria non può risolvere niente e comunque è deleterio tenerla ancorata ai voleri e alle distorsioni dei politici.
Tutte le crisi attuali dei vari paesi sono dovute a Stati, governi, banche centrali e alle loro politiche monetarie ed economiche irresponsabili, oltre che ai loro incentivi perversi. Anche nei disastri ambientali c’è sempre la longa manus della politica, ma è un altro discorso. In Italia poi il livello aberrante e mostruoso della tassazione e della spesa pubblica improduttiva e inefficiente, oltre al livello disastroso e anti concorrenziale dei servizi privati, professionali e delle banche, controllate dalle fondazioni partitiche, è un altro elemento che determina la crisi della produttività e quindi del declino italiano che è stato pervicacemente perseguito da tutte le forze politiche che si sono susseguite dagli anni settanta in poi.
La signora M dovrebbe iniziare a studiare, o a far studiare a uno dei suoi portaborse prendisoldiaicontribuentisempremegliochelavorare: time inconsistency, taylor rules, unpleasant monetary arithmetic e altre belle cose di economia monetaria. Certo: per un politico capirci qualcosa è difficile. Ma almeno non dica che tutto il mondo controlla le monete attraverso i governi: chi lo fa combina disastri (vedi Venezuela, Argentina, Zimbabwe). L’autonomia della banca centrale dal Tesoro è una delle poche certezze dell’economia. Ma io mi domando e dico: la gente prima di parlare non potrebbe informarsi? Questi personaggi vanno addirittura in tv a dire certe cose! E li eleggono! (Vale per la signora M come per qualunque altro politico, o quasi, di ogni forza politica italiana: tutti statalisti e pronti a prendere soldi da chi produce per regalarli a chi pare a loro. Ma finirà. Col default).
Produttività totale dei fattori: guardate come incrementare quella, invece che andare alle trasmissioni trash. Intanto per fortuna i giovani emigrano e i produttori evadono o delocalizzano.
Mi dicono che la signora M ha anche attaccato il presidente dell’Abi: brava! Le banche devono essere ricapitalizzate e dato che godono di assicurazioni pubbliche e fondazioni bancarie, lo stato deve incentivare loro comportamenti virtuosi: quindi non vanno mai salvate se commettono errori. Salva l’assicurazione sui depositi. Basta con banche popolari, crediti cooperativi, fondazioni.
Concorrenza pura e mercato. Apertura a investimenti esteri. Giù le mani dei partiti da loro, che altrimenti comprano titoli per tenersi buono lo Stato, sapendo che questo le salverà. Invece no. Se investono in titoli rischiosi, compresi quelli dello Stato italiano, ne paghino le conseguenze i loro azionisti. Se arrivano banche più capaci, più liquide, che fanno meno errori, che chiudono sportelli inutili, buttano fuori personale in esubero, danno prestiti alle imprese in funzione della prevista capacità di reddito, non cercano appoggi politici, ben vengano.
Poi una come lei, che dicono che sia avvocato (a proposito: liberalizzare l’impossibile, basta barriere all’entrata, gli incapaci o riconosciuti tali dal mercato se ne vadano, desclerotizzare i servizi professionali per far tornare a crescere la ptf) , dovrebbe sapere leggere una direttiva, un decreto, indipendentemente da dove abbia passato l’esame. Dovrebbe sapere che l’Europa, ente sovranazionale formato da politici, quindi niente più di un’altra burocrazia, anche se forse migliore di quelle italiote, ha consentito la produzione di formaggio col latte in polvere e consentire non equivale a imporre. Mi chiedo se lei dica delle cose in funzione del ruolo che ha e quindi del fatto che debba rispondere a qualcuno che altrimenti non la ricandiderebbe o non la rieleggerebbe oppure certe cose le pensi veramente. Questa domanda me la pongo spesso per i politici e per i giornalisti, soprattutto per chi diventa direttore di giornale. Saranno ignoranti o in malafede? Non avremo risposta