Sbobinatura
Thomas manfredi
Avanzo commerciale = differenza tra importazioni e esportazioni
Dal 2000 al 2010 Germania e Francia hanno avuto la stessa dinamica.
Dal 2010 le imprese tedesche hanno investito a un ritmo superiore a quello di quelle francesi.
Italia ha abbattuto investimenti reali pro capite da 115 a 80. Dal 2014 in poi sono allo stesso livello della Germania.
Controevidenze alla narrativa anti tedesca
La Germania ha cresciuto la spesa pubblica reale (stipendi, investimenti, non spese correnti come le pensioni) dal 2000 al 2011 più della Francia, mentre l’Italia ha avuto tale spesa prima declinante e poi ferma.
Giampaolo galli e filippo taddei
GALLI
Mercantilismo tedesco?
I mercantilisti veri vogliono dazi e una moneta debole per accumulare riserve auree per il dominio militare
La Germania è il paese che più ha spinto, con uk, per eliminare i dazi nel wto e per fare il mercato unico in Europa. Molto più contrari, in particolare su agricoltura, sono stati Francia e Italia.
Ma, dicono i no euro, vogliono una moneta debole! Hanno voluto l’Italia nella moneta unica per tenere debole l’euro. Doppia bufala:
La Germania ha sempre voluto un marco forte (vedi dm/ lira o lira/dm) quando c’erano. Dal 1970 al 2000 il marco si è apprezzato
Ma, si obietta, questa era la politica della bundesbank! . Per l’industria era diverso (voleva un marco euro debole). Falso! Quando la banca centrale aumentava i tassi per contrastare l’inflazione ha sempre avuto il plauso dell’industria, che (attraverso la bdi) ha sempre appoggiato la linea del marco forte della banca centrale.
Invece la confindustria italiana si lamentava dell’aumento del costo del denaro, i tedeschi dicevano è giusto perché dobbiamo combattere l’inflazione.
Grafico franco francese / marco tedesco: il marco raddoppia in valore rispetto al franco, dal 1970 al 2000.
L’establishment tedesco non ha mai voluto l’Italia nell’ume perché non si fidavano che avremmo messo a posto i conti pubblici. Temevano di dover fare come avevano fatto coi lander orientali (spendere un sacco di soldi per fare sviluppare i lander orientali) e di dover fare come poi fu fatto con la grecia. Alla fine la decisione di consentire l’ingresso dell’Italia fu una decisione politica di Kohl, legata al timore di spaccare l’Europa e di essere accusati di volere un’Europa germanocentrica anziché una Germania europea.
Ciampi convinse i tedeschi a metterci nell’unione europe. La bundesbank, con un rapporto, aveva parere negativo.
La classe dirigente tedesca ha fatto una riflessione profonda di quello che è stato il secolo breve in Germania. Più profonda di quanto è successo in Italia.
I tedeschi non erano convinti di unione monetaria e spesso
30 luglio 1993 (o 20), attacco speculativo forte contro il franco francese. Comitato dei sostituti dell’ecofin. Trichet pose un ricatto alla Germania: o voi ci sostenete in misura illimitata (come prevede lo statuto) o non state alle regole e state fuori dal sistema monetario europeo. Saltava l’unione monetaria che prevedeva stabilità dei cambi fino alla fase dei cambi irreversibilmente fissi. Furono convocati i ministri delle finanze e i governatori. Tutti dissero che se la Germania fosse uscita dallo sme loro sarebbero stati con la Germania.
Domenica sera decisero di allargare le bande di oscillazione delle monete del 30%. Era vista come fine dello sme. La Germania invece decise politicamente di vedere se si poteva salvare unione monetaria in europa.
L’unione monetaria si fece per ragioni ortogonali a quelle dette dai sovranisti. Francia, italia ecc volevano riacquistare la sovranità che prima aveva solo la Germania. Chi si staccava dalla Germania finiva sotto attacchi speculativi. Oggi nella banca centrale la Germania è spesso in minoranza.
Perché oggi c’è un grande avanzo di partite correnti? Errore nostro. Nei primi anni 2000 non capimmo che l’obiettivo bce del 2% di inflazione era serio e accettammo aumenti salariali incoerenti con l’obiettivo. In Germana i sindacati e la bda fecero sul serio.
Guardiamo un grafico clup dal 1990 al 2007. In ita cresce del 40%. In Germania è costante. Come diceva Sylos Labini i salari devono seguire il trend della produttività. Questo non è stato fatto in italia.
Espansione del bilancio tedesco può avere qualche utilità oggi. Un bilancio europeo potrebbe oggi fare qualche mossa espansiva per sostenere l’attività. È assurdo pensare che i tedeschi debbano diventare meno competitivi. È come dire che il Veneto dovrebbe diventare meno competitivo della Puglia per pareggiare L’avanzo commle
TADDEI
Usiamo la discussione sulle partite correnti come scusa per non affrontare la scelta che l’Italia ha compiuto quando ha deciso di adottare l’euro. Questo non ci aiuta a scegliere il futuro.
Perché un’unione monetaria?
Integrazione come assicurazione. Mettendo insieme delle economie stai cercando di sostenerti l’uno con l’altro. Ti metti insieme per sostenerti. Per individui, città, economie, ci sono periodi di crescita e di crisi e le velocità sono diverse. Quando delle economie legate crescono in modo diverso la misura della differenza è quella che rappresentiamo questa sera.
Y = consumi + investimenti + spesa pubblica + export – import
Tutto quello che produciamo finisce da qualche parte. Se produciamo qualcosa ha un valore. Se ha un valore finisce da qualche parte. Viene consumato o investito o consumato dal governo per fnorire servizi o viene consumato da chi vive all’estero.
(Y – c – s) – i = ex – im
Differenza tra il tuo reddito, quello che viene consumato, quello che viene speso dallo stato (cioè quello che viene risparmiato) meno investimenti = exp – imp.
Ogni volta che parliamo di exp nette parliamo del fatto che qualcuno (Germania) che offre parte del suo risparmio (risorse prodotte ma non consumate) a qualcun altro.
È un problema questo? È un problema che in famiglia ci sia uno che sta meglio che aiuti uno che sta peggio? È contrario a obiettivo volere una bilancia commerciale zero. Ci siamo uniti per poterci specializzare, diventare migliori in qualcosa e poi sostenerci. Pensare che l’equilibrio sia io non vendo a te niente e tu non vendi a me niente è non aver capito perché abbiamo fatto questo.
La Germania ha avanzo commerciale verso tutto il mondo. Ma a noi interesse la relazione nell’eurozona. Quella posizione è in via di normalizzazione. Caso di integrazione di successo tra Francia e Germania. Fanno meglio la manifattura i tedeschi, fanno meglio i francesi i servizi almeno in termini comparativi: si specializzano e fanno ciò di cui sono più bravi. È un problema solo se un paese è sempre in debito con l’altro.
Come si corregge lo sbilanciamento, nella misura in cui l’abbiamo qualificato adesso?
Risparmio meno investimenti = esportazioni nette.
Se sei esportatore netto sei anche creditore netto e il mondo ti dà pezzi di carta in cambio di beni e servizi.
Specializzazione produttiva: specializzarsi in quello in cui siamo relativamente migliori in modo da aumentare i consumi e/o gli investimenti. Se è un problema lo sbilanciamento devi diventare più produttivo in quel che si è relativamente migliori.
Posso anche dire: sapete cosa? I tedeschi potrebbero aumentare i loro investimenti, consumare di più, spendere di più, darci soldi. Intanto non può essere la soluzione ma quanto potrebbe servire? Poco.
Se vediamo il totale investimenti totali sul pil, la dinamica tedesca è molto più favorevole di quella italiana. Anche per quanto riguarda i livelli i tedeschi investono più di noi. E per gli investimenti pubblici in percentuale del pil? La Germania si colloca al di sotto della Francia ma al di sopra dell’Italia. Loro già investono più di noi e chiediamo a loro di investire di più.
La scommessa era di specializzazione produttiva, che portava a tassi più bassi, che permetteva di cambiare più velocemente.
La vera scommessa era:
Entrare nell’euro per evitare cicli di svalutazione e beccarsi sempre inflazione. Sfruttare la stabilità per investire e cambiare più velocemente.
Non abbiamo investito.
Ci lamentiamo che altri crescano esportando e chiediamo: poiché noi non abbiamo investito, siete voi che dovreste investire e fare esportare noi. La crescita delle nostre esportazioni in questo modo era ciò che volevamo evitare quando siamo entrati nell’euro.
Abbiamo deciso di fare quella scommessa perché volevamo cambiare in modo strutturale e poter influenzare il nostro futuro.
Non siamo ancora strutturati per poter restare in Unione monetaria.
Mancano tre punti di pil investimento. Sai cosa è importante. Hai una misura di cosa devi fare. La Francia ha fatto tre punti di pil di investimento tra il 2009 e il 2011. La Germania l’ha fatto tra il 2009 e il 2010.
Si parla di investimenti totali che sono per lo più investimenti privati. Per fare investimenti privati avremmo dovuto risolvere inefficienza spesa pubblica, burocrazia che blocca imprese, criminalità organizzata, corruzione, fisco che fa impazzire.
Un po’ di spesa pubblica in più in Germania toglie la mafia e rende la pa efficiente?
L’Italia che investiva più della germania esisteva fino al 2008 pur essendo il paese che cresceva di meno in ocse per pil pro capite. Però avevamo investimenti e potevamo avere speranza. Quella possiamo ricostruirla.
Fa comodo avere dei grandi gruppi, delle grandi imprese. In germania ci sono grandi imprese ed ecco gli investimenti. Volkswagen investirà 46 miliardi solo per l’auto elettrica. Non abbiamo più grandi gruppi e investimento privato risente anche del nanismo della manifattura italiana.
(Siamo concorrenti di germania o partner? Specializzazioni nostre quali sono, turismo e cultura che valgono il 10% del pil? Il marco era forte perché i mercati davano la sua forza, ha avuto un vantaggio germania o se lo è costruito.)
Specializzazione. Competiamo in alcuni segmenti con il sistema manifatturiero tedesco. Per esempio le sigarette saranno impacchettate da una macchina prodotta in provincia di Bologna (stessa cosa per buste da tè). La seconda impresa del mondo è bavarese. Con eccezione di queste micro nicchie la nostra specializzazione va in direzione di integrazione. Abbiamo creato una catena del valore integrata in europa. Facciamo auto in Italia e Germania. Facciamo automobili diverse. Non produciamo in italia una singola Toyota. Tutti i componenti di riparazione di una Toyota sono prodotti in buona parte in Emilia Romagna. In alcuni segmenti siamo complementari. In altri competiamo. È per questo che abbiamo fatto la ceca, la cee, l’ue. Per essere più forti insieme. Ovviamente è un processo caotico. Ha una sua volatilità che però è funzionale in settori soprattutto ad alto valore aggiunto. Non vale ovunque, ma ci fermiamo allora? Cerchiamo di sfruttarlo al meglio. Siamo ben lontani da sfruttarlo al meglio. C’è un problema di quantità. Poi se investiamo più di tedeschi e francesi buttiamo a mare qualcosa? Ma proviamoci prima. È un processo caotico, volatile, incerto però ci sono elementi promettenti che valgono la nostra scommessa.
Comunque siamo economie terziarizzate. La parte dei servizi più importante ,a più alta produttività, è quella legata alla manifattura, in Italia e Germania. quindi in Italia e Germania la manifattura ha un ruolo traino (trickle down). In questi casi potrebbe funzionare.
La Germania ha avuto un vantaggio da euro debole? Aveva un apprezzamento del marco su lira e franco. Sono abituati a idea che marco si rivaluta. Questo è un vantaggio competitivo. Nel breve si ha il vantaggio di svalutazione mangiato da inflazione. Loro facevano competizione su inflazione bassa e qualità. In Germania non sono contenti di essersi messi insieme a spendaccioni a cui poi dare soldi, come greci o italiani e allora ci chiedono di fare fare politiche di bilancio più assennate.
(Ruolo del mercato del lavoro. Competitività. Dinamica migliore del costo del lavoro in germania? Molta retorica si basa su moderazione salariale tedesca secondo cui le istituzioni avrebbero costretto ai lavori forzati i tedeschi. Quanto conta la moderazine salariale, se esiste? Che poi in italia non c’è stata?)
C’è stata liberalizzazione del mercato del lavoro a inizio anni 2000, ci sono stati i mini jobs. Ma vedete tasso di disoccupazione basso in Germania. Il salario reale mediano è cresciuto in Germania più che da noi. Tenore di vita delle persone è migliorato anche se ci sono state riforme che nel breve periodo possono avere avuto qualche effetto negativo.
(Da prospettiva tedesca il surplus o è interamente positivo o è il sintomo di qualcosa che potrebbe non andare bene. Quasi tutti sono in surplus con extra ue ma allora non è che qualcuno è sopra la linea di galleggiamento e altri sotto?). Cominciarono gli americani con Reagan a dire che i tedeschi avevano troppo surplus. Loro dicono che il surplus è conseguenza delle dinamiche dell’economia tedesca. Noi tedeschi vogliamo debito basso, virtù di bilancio, abbiamo tasso di occupazione alto, piena occupazione perché dovremmo preoccuparci del surplus?
Manfredi. Perché noi con la nostra moderazione salariale non abbiamo fatto lo stesso aggiustamento della Germania? La Germania a inizio anni 2000 si era appena unificata. C’era problema transitorio. Integrare un marco tedesco a ovest e a est. Una situazione di imprese diversa. Bisognava fare moderazione salariale per un breve periodo per aggiustare le differenze tra est e ovest. In italia la moderazione salariale è dovuta a produttività oraria piatta. Non fai nessun aggiustamento. Tu vai avanti con un trend. Da metà anni 90 si è perso tempo perché non si sono fatte riforme e si sono fatti accordi salariali per 4 o 5 anni scollegati alla produttività del lavoro. Problemi di breve periodo che poi abbiamo subito con la crisi che ha anche fiaccato la domanda globale.
Galli. La grande riforma del mercato del lavoro non è stata la hartz. Ma gli accordi tra sindacati e imprese di categoria e nelle aziende. Patto sociale. Congelamento dei salari a fronte di aumento della produzione. A inizio anni 2000. Poi il sindacato siede in cogestione. La sfida era quella della globalizzazione. Volkswagen metteva all’asta la realizzazione dei suoi modelli negli impianti in tutto il mondo. Poi hartz ha reso più efficienti gli uffici del lavoro, ha creato economia di precariato coi mini job ma non è tutta la storia. L’ultimo accordo prevede una flessibilità che va dalle 15 alle 40 ore settimanali, mutuata da un’azienda tedesca, la trumpf, leader di macchinari laser per industria automobilistica.
(Che fare a livello istituzionale adesso?)
Taddei. Il processo chiede tempo. Ma non partiamo da zero. Ci sono alcuni tipi di sostegni non specifici, settoriali, generalisti, automatici. Ci sno programmi specifici più efficaci di altri. Es. Quello che è stato fatto per ricerche e sviluppo ha funzionato. Per iperammortamento meno. Per superammortamento di più. Puoi fare politiche e avere un’indicazione. Spesa pubblica: quota 100 e rdc non sono spese per investimenti. Ha senso spendere i soldi lì, per i trasferimenti?
Manfredi. Una volta riallineate in livello investimenti e pil che si può fare? Idee che non implicano alcun investimento pubblico aggiuntivo. Abbiamo avuto vertenze per crisi che si sono prolungate per anni e sono costate mucchi di soldi per casse integrazioni. Lì c’è allocazione del capitale non ottimale. Alcune risorse, questi lavoratori che hanno delle competenze, sono male allocate nel breve periodo perché le regole impediscono la riallocazione di lavoratori che hanno delle competenze. Fluidificare il mercato dei capitali avrebbe un impatto.
La cassa integrazione in deroga è stata riformata ma non si è rivisto il codice fallimentare. Fare cose con giudizio, tutte insieme, una riforma strutturale seria, richiede un continuo di azioni che abbiano un senso. In Italia ci sono stati interventi spot esptemporanei. Non esistono politiche attive sul mercato del lavoro, si dice, ma si dice da venti anni. Basta vedere la miriade di interventi di poche centinaia di milioni che abbiamo e che non sappiamo se funzionano. Una macchina della pa che funzioni, una valutazione degli investimenti pubblici puntuale sono politiche che possiamo mettere in campo e che non dipendono da euro, Germania ecc.
negli ultimi 20 anni non si è fatto niente di serio e sistemico.
(Mercato dei risparmi italiano. Troppo bancocentrico, poche aziende quotate in borsa…)
Ci sono dei risparmi che non vengono investiti per scarsa propensione al risparmio?)
(I contratti nazionali in Germania non esistono, ci sono i contratti di lander e di azienda. È previsto che vengano fatti sulla base del tasso di inflazione. I contratti italiani non tengono conto del costo della vita diverso tra Milano e Catania. Al limite ci sono accordi specifici quando un’azienda va male. Dovremmo dare spazio al recupero della produttività. Il costo del lavoro è più basso di Germania in termini assoluti ma è alto rispetto alla produttività che peraltro non dipende dai lavoratori ma da tanti fattori. Se si dovesse scegliere un intervento shock, tenendo conto dei limiti che abbiamo, che nell’immediato può dare un risultato di breve, quale sarebbe?)
Galli. In europa ogni paese fa i propri interessi. Come in italia ogni regione e comune fanno i propri interessi. Poi tu riesci ad avere posizione egemonica perché hai forza economica (quella militare l’hanno i francesi) e conta la forza di aggregare gli altri paesi attorno a te. Fa parte della vita che orban sia nel ppe. O che quando si fanno le direttive la Germania difenda i propri prodotti e l’l’Italia difenda il parmigiano. Non è però vero che le politiche che sono state fatte da ue per lo sviluppo e la convergenza dei paesi dell’est siano state fatte nell’interesse della Germania. Esistono dei criteri che consentono di derogare alla normativa sugli aiuti di stato per tutte le aree sottosviluppate per favorire politiche di convergenza. Vale per il sud come per altre aree e favorisce anche imprese italiane che investono in quei territori, come la Transilvania. La politica fatta da questi paesi e da ue con politiche di convergenza è stato un grande successo. Romania, Polonia, Repubblica Ceca che convergono verso ovest e aumentano il tenore di vita è stato un grande successo.
Contratti di lavoro. Gli accordi tra sindacati e confindustria del 2011 e del 2014 prevedevano che si potesse derogare ai contratti nazionali su certe cose mentre per altre si demandava al contratto nazionale la possiblità di decidere delle deroghe. Perché questa roba ha funzionato in Germania e dal 2011 è rimasta inapplicata in Italia? Risposte diffiicili. C’è interesse delle burocrazie sindacali e confvarie a mantenere lo status quo. Però c’è anche impostazione nelle imprese che è sbagliata: l’idea che tu per non avere guai in azienda deleghi qualcun altro (confvarie) a fare il contratto nazionale di lavoro. Sei un contadino che rinuncia a arare la propria terra. Se sei imprenditore devi curare il tuo personale, e la produttività della tua azienda, il benessere dei tuoi lavoratori, devi fare con loro una scommessa che riguarda la produttività e il traguardo economico. In un paese abituato ad avere burocrazie sindacali è evidentemente più difficile. Peraltro le piccole imprese non hanno il sindacato in azienda. Firmando l’accordo le piccole erano contrarie perché l’accordo avrebbe voluto dire avere il sindacato in azienda. Devi imparare a gestire il personale. Il personale deve avere diritto a organizzarsi sindacalmente e tu imprenditore devi considerare un cambio di mentalità.
Manfredi. Riguardiamo un paper scritto con Manasse. . https://voxeu.org/article/wages-productivity-and-employment-italy
Comparazione tra ccnl ita e ger. formalmente la possibilità di regorare ai ccnl esiste già ma la miriade di piccole imprese non vuole il sindacato e preferisce non contrattare. Forse gli costa anche contrattare in imprese di 10 dipendenti, i ccnl spesso non vengono rinnovati secondo le norme. Arrivano a scadenza e vengono rinnovati in ritardo. Un’impresa in due anni può trovarsi in condizioni differenti da quando era stato firmato. C’è mismatch tra produzione al tempo t e condizioni salariali a tempo t. Il mismatch pesa sulla produttività complessiva del sistema. La contrattazione collettiva tedesca funziona comunque meglio che in italia. C’è reticenza delle parti sociali a mettere mano alla contrattazione. La politica non ha incentivato né messo un grilletto a differenza di quanto ha fatto la Spagna nel 2011: poiché le parti sociali non si accordavano hanno riformato ex lege tutta la contrattazione collettiva.
Taddei. Il grilletto istituzionale forse non può cambiare il modello. Credo negli incentivi. Aver reso permanenti gli incentivi per welfare aziendale dovrebbe favorire contrattazione decentrata. Solo in azienda si conoscono esigenze effettive dei lavoratori. C’è problema culturale che deriva da durezza delle relazioni sindacali. Forse questi incentivi non sono forti ma ci sono. Ci sono possibilità di cambiamento che non c’erano.
Gli investimenti sono la cosa più vigliacca da fare. Perché guardano molto al futuro. Sono capannoni, equipaggiamenti, strutture che servono per produrre. Quando chiedi a un imprenditore di bloccare le proprie risorse lui valuta le prospettive future. Qual è la valuta che serve per comprare queste scelte? La stabilità e la prevedibilità. Allora dobbiamo sgombrare il campo dal proiettile d’argento.
Una proposta da fare non esiste perché non ci può essere.
Esempio. Abbiamo una capacità amministrativa dello stato limitata. Abbiamo fallito nel sistema giudiziario, nell’apparato ammisnitrativo che sono lentissimi. Alcune politiche funzioneranno, altre no. Non funzionano quelle selettive, che hanno aggravio in accertamenti ed esecuzioni, che funzionano solo per grandi imprese collegate allo stato e ai limiti della corruttela. Dobbiamo pensare a strumenti chiari, automatici, anche imprecisi, ma prevedibili. Esempio ricerca e sviluppo. Se alzi la tua quota di r e s di più di quel che hai fatto in tre anni ti diamo un contributo, una defiscalizzazione. Incentivi sbagliati. Chi ha già fatto non ha vantaggi. O fai investimenti eccessivi in un anno per sfruttare incentivo fiscale. Vanno rimossi. Ci deve essere qualcosa di stabile. Dobbiamo pensare che possiamo essere come i tedeschi, cioè noiosamente prevedibili.