Qui la prima parte.
1. L’idrogeno non è una fonte primaria di energia.
Quindi deve essere estratto da altre fonti attraverso processi costosi e ad alto consumo energetico.
2. I biocarburanti non possono sostituire la benzina e il gasolio.
Il problema è la densità di energia. Ci vogliono troppe quantità di biomassa per produrre troppo poco carburante. Per produrre biodiesel sufficiente a sostituire un dieci per cento di consumo di petrolio si dovrebbe trasformare tutta la superficie coltivabile italiana in produttrice di colza. Considerazioni simili valgono per il bioetanolo da canna da zucchero.
3. Diffidate dall’entusiasmo per le biomasse.
Sono già la seconda fonte di energia utilizzata, ma si tratta di prodotti poveri come il legno o lo sterco essiccato. I fumi prodotti sono tossici per l’uomo e molto dannosi per il clima (il nero di carbone è il secondo responsabile dei cambiamenti climatici dopo la co2.) Le foreste inglesi sono state disboscate a lungo e in largo per utilizzarle come legna per il riscaldamento, prima della rivoluzione che ha innescato l’utilizzo del carbone.
4. Le fonti rinnovabili nuove non hanno necessariamente dei costi proibitivi.
Il costo delle fonti rinnovabili dipende molto dalla loro localizzazione o da dove viene prodotto. L’idroelettrico, innanzitutto, non è particolarmente costoso. L’eolico in Danimarca o il solare a concentrazione in Calfiornia o il bioetanolo in Brasile neppure. Purtroppo le condizioni che si hanno in questi paesi non sono replicabili ovunque. Anche il costo dei pannelli solari è molto diminuito, soprattutto per quelli di produzione cinese. Il problema è che i rivenditori occidentali sono spesso riusciti a comprarli a costi più bassi che, ad esempio, nel 2006, e a venderli agli stessi prezzi di prima.
5. Non è necessario riempire l’Italia di pannelli solari per produrre energia dal sole.
In realtà, tenendo conto di estensione, efficienza al 15%, intermittenza, caratteristiche del territorio ecc.sarebbe sufficiente una superficie destinata a pannelli solari di 2100mq (pari alla provincia di Piacenza) per coprire il fabbisogno energetico italiano. I problemi sono: la superficie va raddoppiata per tenere conto di problemi legati al passaggio, al surriscaldamento, all’isolamento degli impianti ecc.; il sistema di trasmissione e distribuzione andrebbe completamente rivisto (smart grid dai costi non inferiori ai trecento miliardi di euro.)
6. L’Italia non è costretta a comprare energia elettronucleare dalla Francia.
In realtà è la Francia che è costretta a svendere l’energia prodotta dalle centrali nucleari di notte o quando la domanda cala. Le centrali nucleari non possono comunque essere spente. All’Italia conviene comprarla per il prezzo basso.
7. Le centrali nucleari oltre confine non comportano lo stesso rischio che averle in Italia.
Il pericolo di contaminazione in caso di incidente è limitato a un raggio di una quarantina di chilometri dalla centrale, come anche Fukushima ha dimostrato. Chernobyl fu un’eccezione difficilmente ripetibile, causata dall’esplosione del nocciolo e comunque in quel caso i danni si estesero per migliaia di chilometri.
8. Le centrali nucleari non si possono realizzare in cinque anni.
Escludendo la Cina, dove effettivamente la realizzazione di una centrale nucleare può essere inferiore ai dieci anni, il tempo che passa dal progetto alla messa in funzione non è inferiore ai sedici anni.
9. L’energia idroelettrica è la regina delle rinnovabili.
Fino agli anni Sessanta era la fonte di energia primaria principale in molti Paesi. Tuttora (2011) il novanta per cento dell’energia primaria di fonte rinnovabile è idroelettrica.
10. Il carbone pulito non esiste.
Il carbone è di per sé, per l’alto contenuto di carbonio e di altri composti tossici come il mercurio, la fonte di energia più inquinante e tossica. Il carbone può essere reso un po’ più pulito attraverso tecnologie come la gassificazione, ma sono alti e non sostenibili economicamente quasi da nessun Paese al mondo sia i costi necessari per modificare le vecchie centrali e renderle adatte a tali tecnologie, sia quelli necessari per creare nuove centrali che le implementino.
11. Non esistono più le sette sorelle o le grandi compagnie petrolifere occidentali.
Ci sono trecento compagnie petrolifere nel mondo e possiedono non più dell’8% delle riserve petrolifere mondiali e circa il venticinque per cento della produzione petrolifera. Le stesse grandi compagnie, come Exxon, Total, Shell producono non più del 3% della produzione energetica mondiale, mentre la loro quota di produzione prevalente è quella di gas naturale. A possedere le riserve e a produrre tre quarti della produzione mondiale di petrolio sono degli Stati.
12. Non è vero che il petrolio sia causa di molte guerre.
A giudicare dai database dell’univeristà di Uppsala, sono solo sette su centotrenta le guerre tra le cui cause principali può annoverarsi il petrolio