1. NON CONFONDIAMO L’ENERGIA PRIMARIA CON QUELLA ELETTRICA.
Si definiscono fonti energetiche primarie quelle presenti in natura prima di avere subito una qualunque trasformazione. Tra le fonti esauribili troviamo il petrolio grezzo, il gas naturale, il carbone e i materiali fissili e tra quelle rinnovabili si posso citare l’energia solare, eolica, idrica, da biomasse, geotermica e le fonti da risparmio energetico.
Si definiscono invece fonti energetiche secondarie quelle che derivano da una trasformazione di quelle primarie quali la benzina, che si ottiene dal trattamento del petrolio greggio, il metano, che viene estratto dai gas naturali, l’energia elettrica, che deriva dalla trasformazione di energia meccanica o chimica o fisica, l’idrogeno che può essere estratto dall’acqua o da combustibili fossili.
(Da http://www.energoclub.org/page/fonti-primarie-e-secondarie)
L’energia trasformata, può essere destinata alla fornitura di elettricità, ai trasporti, al riscaldamento, a produzioni industriali o agricole o a usi civili.
2. LA CAPACITA’ ELETTRICA E’ DIVERSA DALL’ELETTRICITA’ GENERATA.
La capacità o potenza elettrica fa riferimento al potenziale teorico di generazione di elettricità da parte di un impianto. Rispetto al valore di capacità installata, bisogna togliere un 10% per gli impianti alimentati da fonti fossili o dal nucleare, e un 70% per impianti eolici o solari. (Informazioni prese da “Tutta l’energia possibile,” di Leonardo Maugeri.)
Altri dati e altre informazioni qui: http://it.m.wikipedia.org/wiki/Produzione_di_energia_elettrica_in_Italia.
Molto buono anche il sito dell’Eni. Qui alcune delucidazioni sul bilancio energetico nazionale: http://www.eniscuola.net/argomento/il-sistema-energetico/il-bilancio-energetico/il-bilancio-energetico-nazionale/
3. IL SUCCESSO DI UNA FONTE DI ENERGIA IN UN SINGOLO PAESE NON VALE PER IL RESTO DEL MONDO
Le condizioni che valgono per un Paese possono non essere riproducibili negli altri. Non estendiamo quanto accade in uno Stato a tutto il mondo, né è corretto generalizzare quanto è successo in un giorno dell’anno agli altri.
La Danimarca, per esempio, ha delle condizioni di ventosità che favoriscono l’uso di tale energia. Vale a dire un vento che spira per quasi il doppio del tempo rispetto a ogni altro Paese nel mondo e una popolazione di solo cinque milioni di abitanti. (Fonte: Maugeri.) Il mondo non è la Danimarca per il vento, o il Brasile per i biocarburanti o l’Arabia Saudita per il petrolio.
4. DIFFIDIAMO DAGLI INCREMENTI PERCENTUALI ESORBITANTI
E’ facile parlare di boom se si parte da un valore più basso. Aumentare da uno a due equivale a un incremento del cento per cento. Aumentare da cento a centouno è sempre “più uno” in valore assoluto, ma equivale a un aumento dell’un per cento.
5. ATTENZIONE A CHI PARLA DI INVENZIONI MIRACOLOSE O DI CLAMOROSE NOVITA’.
I filoni di ricerca più promettenti hanno una storia alle spalle: le prime celle fotovoltaiche risalgono agli anni Trenta, i biocarburanti erano utilizzati anche a inizio Novecento, le alghe erano studiate per la produzione di energia già negli anni Sessanta. Tanti presunti miracoli si sono rivelati in un nulla di fatto. A volte basta una ricerca su Wikipedia per capire l’attendibilità delle notizie. (Fonte: Maugeri.) Cercate su Google anche qualcosa come “energia esiste già” ed evitate di rimanere di stucco.
6. IL PETROLIO, IL GAS, L’URANIO NON STANNO PER FINIRE.
Ok. Prima o poi finiranno. L’età della pietra è finita prima delle pietre e l’età del petrolio finirà prima del petrolio e sarà favorita dallo sviluppo tecnologico sia per le fonti alternative che per quelle fossili, da modifiche del comportamento dei consumatori, dalla scoperta di nuove risorse o di nuove riserve, da cambiamenti nella convenienza economica di produrre energia da fonti alternative o da quella di ricercare nuovi modi di estrazione di fonti fossili o di esplorare luoghi finora inesplorati.
Di solito chi parla di riserve che si esauriranno in quarant’anni fa riferimento a quelle producibili con le conoscenze e le tecnologie di cui disponiamo oggi e a un livello di prezzo che ne assicuri un ritorno sull’investimento. Peraltro non esistono studi che dimostrino quante siano le riserve effettive di petrolio o gas disponibili nel sottosuolo: in particolare non ne conosciamo la dotazione iniziale, per cui non possiamo sapere neppure quando si esauriranno. (Fonte: Maugeri.)
7. LE ENERGIE RINNOVABILI NON SOSTITUISCONO IL PETROLIO, SE NON IN MINIMA PARTE.
Come il nucleare serve per produrre essenzialmente energia elettrica, le rinnovabili possono servire per il riscaldamento e per l’elettricità, settori per i quali il petrolio conta per una produzione non superiore al 6%. Aggiungendo qualche uso di tipo industriale, la concorrenza tra rinnovabili e petrolio può arrivare a un 10% di consumo di energia primaria globale. L’uso principale del petrolio è nei trasporti ed è difficilmente attaccabile dai biocarburanti. Peraltro l’utilizzo di energia nei Paesi avanzati è crescente proprio nei trasporti. Le cose cambierebbero solo nel caso di utilizzo a larga scala di auto elettriche. (Fonte: Maugeri.)
8. L’OPEC NON CONTROLLA IL PREZZO DEL PETROLIO.
Troppi Stati, troppi interessi diversi. Dal Venezuela all’Arabia Saudita. Anche quando l’Opec si mette d’accordo per tagliare la produzione, c’è qualcuno che vende il suo petrolio sottobanco.