Da Principles of Microeconomics di Greg Mankiw.
Nel corso della storia molte specie sono state a rischio estinzione. Quando gli europei sono arrivati in Nord America c’erano più di 60 milioni di bufali. Alla fine del diciannovesimo secolo ne erano rimasti 400, prima che intervenissero leggi di protezione. Oggi in Africa un problema analogo si ha con gli elefanti, soprattutto per la ricerca dell’avorio.
Non tutti gli animali con valore commerciale affrontano questa minaccia. La mucca, per esempio, ha un notevole valore commerciale, ma nessuno si preoccupa per la sua estinzione. Anzi. La grande domanda di carne bovina ne assicura la sopravvivenza.
Perché il valore commerciale dell’avorio minaccia gli elefanti e quello della carne protegge le mucche? La ragione è semplice: gli elefanti sono un bene comune, mentre le mucche sono un bene privato. Gli elefanti “circolano” liberamente senza nessun proprietario. Ogni cacciatore ha un forte incentivo a uccidere tanti più elefanti trova. Poiché i cacciatori sono numerosi, ognuno di loro ha un incentivo scarso a conservare la popolazione, perché sa, o pensa, che ciò che non prende lui, lo prenderà un altro. Al contrario, i bovini vivono in ranche posseduti da privati. Ogni rancher fa grandi sforzi per mantenere la popolazione del suo ranch perché è lui che poi beneficia di quegli sforzi.
La cosa interessante è vedere come tentativi diversi di soluzione al problema della caccia agli elefanti abbiano dato risultati diversi.
Alcuni Paesi, come Kenya, Tanzania e Uganda, hanno reso illegale uccidere gli elefanti, ma è stato difficile assicurare il rispetto di queste leggi e gli animali hanno continuato a diminuire di numero.
In contrasto, Paesi come Botswana, Malawi, Namibia e Zimbabwe, hanno reso gli elefanti un bene privato, permettendo alle persone di ucciderli, ma solo quelli di o sulla loro proprietà. Come risultato, in quei Paesi, la popolazione di elefanti è aumentata. Sono state la proprietà privata e la motivazione al profitto a salvare quelle popolazioni.