there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

6 Luglio 2022
di riccardoricciblog
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Omaggio a Nuvolari

 

Tazio Nuvolari, La Leggenda

La vittoria al Nurbugring per il Gran Premio di Germania del 1935 di fronte a gerarchi nazisti pronti a sostenere le scuderie tedesche, come narra Dario Ricci in “Match Point”

La canzone di Lucio Dalla

“Nuvolari è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale
Nuvolari ha cinquanta chili d’ossa Nuvolari ha un corpo eccezionale
Nuvolari ha le mani come artigli,
Nuvolari ha un talismano contro i mali
Il suo sguardo è di un falco per i figli,
I suoi muscoli sono muscoli eccezionali!
Gli uccelli nell’aria perdono l’ali quando passa Nuvolari!
Quando corre Nuvolari mette paura?
Perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura
Gli alberi della strada
Strisciano sulla piana,
Sui muri cocci di bottiglia
Si sciolgono come poltiglia,
Tutta la polvere è spazzata via!
Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari,
La gente arriva in mucchio e si stende sui prati,
Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari,
La gente aspetta il suo arrivo per ore e ore
E finalmente quando sente il rumore
Salta in piedi e lo saluta con la mano,
Gli grida parole d’amore,
E lo guarda scomparire
Come guarda un soldato a cavallo,
A cavallo nel cielo di Aprile!
Nuvolari è bruno di colore, Nuvolari ha la maschera tagliente
Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, di morire non gli importa niente?
Corre se piove, corre dentro al sole
Tre più tre per lui fa sempre sette
Con l’ “alfa” rossa fa quello che vuole
Dentro al fuoco di cento saette!
C’è sempre un numero in più nel destino quando corre Nuvolari?
Quando passa Nuvolari ognuno sente il suo cuore è vicino
In gara Verona è davanti a Corvino
Con un tempo d’inferno,
Acqua, grandine e vento
Pericolo di uscire di strada,
Ad ogni giro un inferno
Ma sbanda striscia è schiacciato
Lo raccolgono quasi spacciato!
Ma Nuvolari rinasce come rinasce il ramarro
Batte Varzi, Campari,
Borzacchini e Fagioli
Brilliperi
E Ascari”.

6 Luglio 2022
di riccardoricciblog
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Como, Nottingham e Ravot: tre imprese all’ultimo minuto

In parte da: “All’ultimo respiro” di Sergio Taccone

1. 1949. Il Como riesce nell’impresa di uscire imbattuto da San Siro dopo essere passato in svantaggio a causa di un gol di Nordahl: in zona Cesarini un gol di Alceo Lipizer sancì il pareggio. Era il Milan allenato da Cseizler, che aveva introdotto una specie di calcio totale in Svezia nel Norkkoping. Fu lui a portare Gren, Nordahl e Liedholm. Il Como era stato promosso in serie A e fece un bel campionato, pareggiando con la Juve, battendo l’Inter e vincendo sia alla prima che all’ultima giornata, rispettivamente contro Palermo e Bari. L’allenatore era il fiumano Varglien, il goleador con diciotto reti fu Ghiandi, la squadra era composta da tutti italiani. Qui un po’ di ritagli di giornale dell’epoca: https://www.museodelcomo.it/2020/04/20/821-18-09-1949-milan-como-1-1/ Alceo Lipizer durante la guerra era stato portato in un lager perché in una partita aveva umiliato i tedeschi. http://www.campioninellamemoria.it/alceo-lipizer/ Morirà nel 1990 colpito dall’Alzheimer.
2. 1979. È la grande stagione del Nottingham Forest che vince la Coppa dei Campioni. La cenerentola del torneo avrebbe battuto in finale il Malmoe a Monaco (gol di Francis) e aveva vinto il derby contro il Liverpool al primo turno, ma la partita memorabile fu quella contro il Colonia. All’andata finì 3-3 mentre il ritorno fu caratterizzato dal gol vincente di Bower e soprattutto da tre parate decisive di “muro” Shilton, di cui una allo scadere dei novanta minuti su tiro di Konopka.

https://youtu.be/yllamWB6esk
3. Antonio Ravot decise sostanzialmente nel 1982 la salvezza del Cagliari contro il Genoa grazie a un gol nello scontro diretto proprio al 90’. https://youtu.be/lpHaaYVZov4

6 Luglio 2022
di riccardoricciblog
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I primi anni del Giro d’Italia

Da “110 anni in rosa” di Luca Marianantoni
Insomma i primi giri d’Italia avevano la classifica a punti. Appena introducono la classifica a tempo scoppia la prima guerra mondiale;
Il primo giro è del 1909 e lo vince il muratore Luigi Ganna mentre la prima tappa, da Milano a Bologna via Verona e Padova, viene vinta da Dario Beni. Le bici pesano quindici chili, non hanno il cambio, ogni tanto subiscono guasti meccanici e i ciclisti devono arrangiarsi;
I tre anni successivi vedono tre vittorie consecutive per Carlo Galetti, nel 1912 insieme alla squadra. Viene chiamato “Lo scoiattolo dei navigli”. Solo Binda e Merckx in seguito vinceranno tre anni di fila.
Si narra in quegli anni pionieristici di:
Scontri coi francesi;
Intossicazioni alimentari forse provocate;
Scivolamenti sulla strada;
Sbagli di strada anche di tutto il gruppo;
Premi assegnati dall’Atala al terzo classificato (Ganna) con ricorsi degli altri due (Galetti e Pavesi, che vincono la causa);
Ciclisti ritrovati in un fienile febbricitanti (Giuseppe Azzini lascia il secondo classificato a 1h03’22” dopo aver vinto due tappe a Bari e a Avellino ma poi sparisce nella tappa successiva e appunto viene ritrovato la notte in un fienile);
Tappe vinte con un tempo di 19 ore (da Bari a L’Aquila, vittoria di Lucotti);
Vincitori che per un po’ si fanno tirare da una macchina e nonostante l’opposizione dell’UVI non vengono squalificati (Calzolari, 1914);
Supercampioni che ancora non si sa che lo saranno (Costante Girardengo vince allo sprint la sua prima di trenta tappe il 16 maggio, da Bari a Campobasso);
Ciclisti azzannati dai cani (Pavesi, 1914);
Nel 1912 Micheletto aveva nostalgia di casa e i compagni Galetti e Pavesi lo affidano a Borgarello della Legnano assicurandogli 50 lire affinché lo porti al traguardo. Gli daranno alla fine altre cinquanta lire per aver tirato tutta la gara. A Torino Micheletto fa a pugni e viene penalizzato ma arrivando primo e secondo nelle due tappe successive assicura la vittoria di squadra all’Atala.

Luigi Ganna https://youtu.be/I5lkE45OEgI

Carlo Galetti https://youtu.be/GkmmaFeAqyE

 

30 Giugno 2022
di riccardoricciblog
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Acque libere, acque azzurre

Poi è arrivato il nuoto in acque libere a continuare il mondiale delle meraviglie per l’Italia. 

  1. Staffetta 4×1,5 mista. Ginevra Taddeucci voleva lasciare con meno ritardo, Giulia Gabbrielleschi ha tenuto la posizione, Domenico Acerenza ha recuperato un minuto e quindici secondi di ritardo su Leonie Beck, Gregorio Paltrinieri ha mantenuto la posizione ed è stato bronzo per gli azzurri e le azzurre.
  2. 5km maschile. Wellbrock è sempre stato avanti con Paltrinieri sulla sua scia e non c’è stato verso di superarlo. Argento azzurro davanti a Romanchuk e a un ottimo Acerenza.
  3. 5km femminile. La Gabbrielleschi ha tenuto la scia della Cunha fino alla fine: ciò le è valso un bronzo dietro anche alla Mueller e forse visto il guizzo finale poteva anche raggiungere l’argento. Sesta la taddeucci.
  4. 10km femminile. Due errori strategici, dice lei, della Gabbrielleschi e una Rachele Bruni mai in partita sono finite dietro le prime dieci: lontane e deluse ma pronte a lavorare per rifarsi. Rachele si sta allenando in Brasile, per la cronaca. All’improvviso nel finale a tre è arrivata come un treno la Beck con la Cunha che ha cercato di ostacolarla. Tra le due litiganti ha vinto la rediviva Van Rowendahl.
  5. 10 km maschile. Il grande trionfo azzurro. Non era mai successo. Gregorio Paltrinieri fa tutti i rifornimenti dei primi tre quarti di gara. Wellbrock no. Il tedesco è sempre avanti, l’azzurro è sempre sulla sua scia. Acerenza gli sta dietro tranquillo e fluido. Dopo l’ultima virata gli azzurri sbaragliano il campo e si involano verso una doppietta fantastica.
  6. 25km maschile. Un altro grande trionfo azzurro. Dario Verani si piazza dietro al francese Raymond per ventiquattro chilometri e mezzo e lo infilza allo sprint finale. Venendo dai 5km lui ha una capacità di sprint finale diverso. Cinque ore di fatica per un oro di grande gioia.
  7. 25km femminile. Barbara Pozzobon ha avuto la stessa resistenza di Verani, ha provato a partire prima delle avversarie con cui era rimasta, ma allo sprint finale a quattro è stata chiusa e ha dovuto cedere alle tre gigantesse Cunha, Boyle, Van Rowendahl. Bravissima comunque.

25 Giugno 2022
di riccardoricciblog
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Nuoto azzurro a Budapest 2022: qua si è rifatta la storia. Greg e la mista stellari, Benny d’argento

Un’altra giornata storica per il nuoto azzurro. Un altro medagliere storico. Se a Glasgow si urlava per tre ori nello stesso giorno adesso urliamo per due ori mondiali nello stesso giorno, solo che questo fatto è la seconda volta che si ripete in una settimana.

  1. 4×100 mista maschile. Ceccon 51″93, Martinenghi 57″47, Burdisso 50″63, Miressi 47″5. Una delle più grandi imprese del nuoto azzurro ai mondiali. Mai avevamo vinto una staffetta mista. Abbiamo lottato spalla a spalla con gli americani nelle prime vasche di ogni frazione e li abbiamo lasciati di stucco nei ritorni. Tutti gli azzurri hanno fatto frazioni pressoché perfette. Forse i cambi sono stati un po’ lenti. D’altronde è vero che gli USA non avevano Dressel e i britannici non avevano Peaty ma gli azzurri hanno comunque fatto il record europeo, quindi sono andati più forte dei britannici a Tokyo, dove Peaty c’era. È stata una gara eccezionale e commovente. Battuti gli Stati Uniti da quella che era già definita la mista dei sogni nel 2017 e che veniva da un bellissimo bronzo olimpico.
  2. Che dire di Gregorio Paltrinieri? Era quotato a 26 dopo la sconfitta negli 800, ha detto. Ha voluto prendersi la rivincita attaccando dall’inizio alla fine e restando sotto il record del mondo fino agli ultimi cento metri. Gli altri lo hanno visto col binocolo e stavolta a niente sono servite le loro accelerazioni. Si temeva che Greg prima o poi crollasse e invece ogni vasca andava più forte dei suoi avversari almeno fino ai 1200 metri. È stato grandioso: di testa, di cuore, di gambe, di braccia. Non avrai altro dio all’infuori di Greg.
  3. Benny Pilato parte male e non riesce a recuperare il decimo perso in partenza nei confronti della Meylutite, tornata a nuotare e tornata a vincere. Peccato che fosse entrata in semifinale a seguito della squalifica della Castiglioni ma è andata così. Brava lei, Ruta, e brava comunque Benny d’argento.
  4. A Thomas Ceccon è stata tolta la medaglia di bronzo nei 50 dorso dopo la squalifica e il reintegro dell’americano Rees. Vabbe’.
  5. Detto delle vittorie della Sjostrom nei 50sl e della McIntosh sulla Grimes (ragazzine terribili in arrivo, anzi già arrivate) nei 400 misti, chiudiamo con la prestazione in fin dei conti dignitosa delle ragazze della mista femminile azzurra che sono entrate in finale e hanno chiuso col settimo tempo.

25 Giugno 2022
di riccardoricciblog
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Il ritorno di Margherita?

  1. I 50 farfalla sono roba di Sarah Sjostrom e intanto spunta un’altra francese sul podio: la Henique.
  2. Zazzeri fa un 50sl peggiore di quello del giorno prima di dieci centesimi ma visti i tempi della finale non c’erano possibilità di podio. Proud sarà orgoglioso del suo oro. Ricordiamo che Vergani nel 2018 nuotava tra 21,37 e 21,50 e i primi tre hanno fatto 21,32-41-57
  3. Secondo me Arianna Castiglioni vuole dimostrare a sé stessa e agli altri di aver fatto la scelta giusta a cambiare allenatore e allora ha ragionato troppo nel cento (quinta) e si è mossa presto in partenza nei 50, facendosi squalificare. Poi ovviamente sbaglierò. Invece la Pilato, anche se si dice stanca, sembra la favorita ma deve stare attenta alla Van Neekerk e alla Meilutyte.
  4. E’ tornato il Milak scontento di vincere. Forse voleva fare il record del mondo anche nei cento farfalla. A seguirlo Mizinuma e Endo Edwards.
  5. Ceccon qualsiasi cosa tocca diventa record italiano. Stavolta è toccato al 50 dorso: 24”46 in semifinale.
  6. Mentre Katy Ledecki fa il vuoto negli 800sl (finirà in 8’08”) si rivede una battagliera Simona Quadarella che conquista il bronzo, non lontana dall’argento (sembrava fatta ma l’ultima vasca della Melverton è stata allucinante). Nonostante le assenze della Titmus e della covidizzata Pallister c’è da essere soddisfatti perché 8’19” non è male come tempo viste le avvisaglie dei 1500.
  7. Il ritorno di Margherita. Prima vasca più veloce che negli ultimi tempi, vasche intermedie regolari e ultima vasca a velocità doppia rispetto alle avversarie. Non è bastato per il podio ma era tempo che non si vedeva una bella gara della Panziera, non solo a livello mondiale. Da qui si può ripartire. Arriva quarta con 2’7”20 a tre decimi dal bronzo della White mentre Mckeown in 2’05”08 batte di pochi centesimi la Bacon. Certo che col record italiano Margherita era argento ma del resto col loro record italiano avrebbero vinto la medaglia anche Miressi e la Fangio. Se in Corea era stato un bronzo perso, qui è un quarto posto vinto, quello della Panziera.

23 Giugno 2022
di riccardoricciblog
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Zazzeri facci sognare!

  1. 100 stile libero donne. Gara stregata per Sarah Sjostrom e gara vinta dall’ennesima australiana. Mancano le Campbell, manca la Mckeon e vince la giovane O’Callaghan.
  2. 100 farfalla. Non basta avvicinare il personale a Burdisso per entrare in semifinale. Codia fa peggio.
  3. 200 dorso donne. Margherita Panziera in difficoltà nella seconda parte di gara. Nuota 2’08″28 e sembra ipotecare il legno in finale.
  4. 50 stile libero. Grandissimo Zazzeri che si qualifica per la finale col secondo tempo e realizza il suo personale: 21″70. È perfetto dal tuffo alla frequenza alla presa. Dice che avrebbe potuto evitare di respirare a dieci metri dalla fine. Domani punta a qualcosa di bello, dice sempre lui.
  5. 200 rana donne. Francesca Fangio col tempo del suo record italiano avrebbe vinto l’argento ma non sempre le ciambelle riescono col buco e comunque tutte le altre atlete non hanno fatto il loro personale. Un settimo posto mondiale non è da buttare via. Vince la King davanti all’australiana Strauch e a Kate Douglass.
  6. 200 dorso. Greenbank ha provato a recuperare su Murphy all’ultimo ma ha vinto l’americano.
  7. 2’08” non sarà un tempone ma è il tempo che consente a Stubblety Cook di vincere senza particolari patemi i suoi 200 rana. Gli basta fare il vuoto dopo 175 metri.
  8. 50 farfalla donne. Non c’erano chance per le azzurre per entrare in finale, se non facendo il record italiano. La finale sarà di livello.
  9. Una 4x200sl avvincente vede il successo degli Stati Uniti su Australia e Gran Bretagna (che aveva Dean come ultimo frazionista con Scott rimasto a casa per covid). Il Brasile ha perso negli ultimi quindici metri una medaglia, d’argento o di bronzo, che aveva avuto al collo per tutta la gara fin lì.

23 Giugno 2022
di riccardoricciblog
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La rivincita dei pesi leggeri: i nuovi gioielli del nuoto mondiale

I tre nuovi gioielli del nuoto: Marchand, McIntosh, Popovici. Hanno tutti la caratteristica di essere leggeri, non eccessivamente muscolosi, alti e hanno una grande acquaticità: galleggiano sull’acqua come un altro fenomeno chiamato Thomas Ceccon. In tutto ciò fa impressione Popovici perché senza muscoli da centista vince e fa tempi assurdi nei 100sl. La McIntosh invece ha tra i vantaggi quello di lasciare le tette a casa.

Appunti da mercoledì sera e giovedì mattina:

  1. 200 farfalla donne. Summer McIntosh fa virate veloci e tiene frequenze altissime di bracciata. Forse troppo. In attesa che si gestisca meglio vince e convince, sorpassando nelle ultime due vasche la Zhang e tenendo a distanza una Flickinger troppo coperta nei primi 100.
  2. 100 stile libero donne. Restano fuori dalla finale le inglesi. Freja Anderson non si capisce cosa voglia fare da grande. I migliori tempi di ingresso sono quelli della O’ Callaghan e della Sjostrom
  3. 100 stile libero uomini. Popovici balza dal 47″1 della semifinale a 47″58 ma gli basta per vincere in una gara che si è rivelata più combattuta del previsto forse proprio perché il rumeno era più teso e nervoso del solito. Ricordiamo, oltre alla giovane età, che ha ancora da migliorare qualche dettaglio tecnico come la partenza e le virate. Poi chi lo prende più? Secondo arriva Grousset e terzo Lendo Edwards. Miressi al top avrebbe potuto vincere ma non essendo al top arriva ultimo con 48″31
  4. 50 dorso donne. Non vince un’europea nemmeno per sbaglio. La canadese Masse batte la nuova francese Pigree e la statunitense Berkhoff.
  5.  200 rana. Stubblety Cook porta a spasso tutti per tre vasche e poi rifila loro due secondi nell’ultima.
  6.  200 dorso. Segnaliamo per dovere di cronaca la vittoria di Ryan Murphy.
  7. 4×200 stile libero donne. La differenza l’ha fatta la Ledecky con il suo 1’53”. Detto che la canadese McIntosh avrebbe vinto l’individuale col suo 1’54 e che il Canada è arrivato comunque dietro l’Australia e gli Stati Uniti, sottolineiamo che la Cina è rimasta fuori dal podio e chiudiamola qui.
  8.  200 misti. Tra le altre cose Leon Marchand ha una transizione rana stile libero devastante. Così devasta tutti.
  9. Dalle gare del giovedì mattina segnaliamo gli ingressi in semifinale dei farfallisti, delle farfalliste e della Panziera, l’ingresso in finale solo col settimo tempo della Quadarella negli 800sl, l’ingresso in semifinale di Zazzeri nei 50sl dove Luca Dotto è arrivato oltre i trenta (ricordando certi risultati alle manifestazioni top di quelli della sua generazione). Il disastro è accaduto nella batteria della 4x200sl dove con quattro frazioni indecorose l’Italia non si è qualificata per la finale. Tutti i duecentisti hanno le loro attenuanti e forse il ct doveva mettere subito De Tullio e chissà Galossi anziché Detti. Poi Di Cola non era al massimo, Ballo non poteva esserlo e Ciampi evidentemente non lo era nemmeno lui.
  10. Rischia di essere un mondiale deludente per l’Italia? Però è anche un mondiale strano, messo un po’ a caso. Per i bilanci c’è tempo ma credo comunque che quest’anno in molti si siano rilassati dopo la stagione infernale scorsa e in attesa delle prossime due preolimpiche (qualcuno lo ha anche detto o fatto per vari motivi, come Miressi, Burdisso, Razzetti, evidentemente Quadarella e lo stesso Paltrinieri non avrà messo la stessa intensità negli allenamenti rispetto a un anno fa). Inoltre c’ha da essere la passerella degli europei di Roma e quasi tutti hanno dichiarato di puntare più a quelli che al mondiale. Chi ha puntato direttamente sul mondiale dichiaratamente sono stati Martinenghi e Ceccon, oltre a Zazzeri e si sono visti i risultati. Insomma comunque vada (e potrebbero esserci ancora grandi e belle soddisfazioni, oltre al fatto che buttali via due ori un argento e un bronzo) ritroveremo un bello squadrone in formissima nella prossima, normale stagione. Sì, ok, ma intanto continuiamo a seguire questa stagione, che per gli appuntamenti estivi è solo all’inizio

22 Giugno 2022
di riccardoricciblog
Commenti disabilitati su Martedì 21 giugno 2022. Serata agrodolce per il nuoto azzurro

Martedì 21 giugno 2022. Serata agrodolce per il nuoto azzurro

Serata più amara che dolce per il nuoto italiano ai mondiali di Budapest, quella di martedì. Comunque c’è del dolce nell’amaro e dell’amaro nel dolce. La serata è stata spettacolare invece per il nuoto mondiale.

  1. Gregorio Paltrinieri a 7’41” vale il quarto posto mondiale oggi. Gli altri lo accompagnano e poi lo trafiggono con un’ultima vasca spaziale. In particolare Finke e in subordine Wellbrock. Romanchuk prova a scappare prima ma si deve accontentare del bronzo. A Gabriele Detti va bene il sesto posto: dice che è un nuovo punto di partenza. Riusciranno i nostri eroi a rovesciare il banco? La gara è stata bellissima finché erano tutti appaiati, lo è rimasta quando Romanchuck è partito, lo è stata alla fine quando Finke e Wellbrock hanno messo il turbo.
  2. La più scarsa finale dei 200 stile femminili della storia ha visto un podio sino australiano: Yang – O’Callaghan – Tang.
  3. 100sl. Miressi fuori forma riesce ad agguantare la finale, Dressel si ritira e i maligni dicono che è perché non vuole perdere, Popovici fa 47″1 in semifinale e sembra proprio che il suo voler rivoluzionare il nuoto non sia frutto di sbruffonaggine, Zazzeri nuota per la prima volta sotto 48″ ma deve fare uno spareggio dal quale uscirà sconfitto nonostante un 48″04, in sette sono entrati in finale sotto i 48″. Qui ci sono amarezze e dolcezze un po’ per tutti: dipende dai punti di vista da cui si guardano le cose.
  4. Silvia Scalia e la legge di Murphy. Anche lei finisce allo spareggio per entrare in finale nei 50 dorso. Sarebbe la sua prima finale mondiale. Fa il record italiano ma non basta. Dolce e amaro che si combinano ancora.
  5. 200 farfalla uomini e 200 misti uomini. Non solo Milak fa uno stratosferico record del mondo (1’50″34) ma emerge anche qua il talento di Leon Marchand, secondo. Poi farà un tempone anche nei 200 misti. Un buon Razzetti finisce settimo a delfino e esce in semifinale poco dopo nei misti. Il dolce è che è stato bravo. L’amaro è vedere tempi che evolvono e rendono la strada impervia anche per tutti e vedere che c’è chi fa progressi mostruosi come Marchand, che è andato ad allenarsi da Bowman, e chi non ancora. Razzetti dice che li farà. Burdisso vuole diventare il numero uno dopo i problemi avuti durante la preparazione invernale. Noi ci crediamo.
  6. 200 farfalla donne. Fatti avanti McIntosh! La canadese si qualifica col primo tempo per la finale e il prossimo decennio sembra proprio suo.
  7. 50 rana. Martinenghi era il più forte di tutti e avrebbe fatto una doppietta mondiale da urlo se solo non avesse sbagliato il tuffo. C’è andato vicino a riprendere Fink ma tre centesimi gli sono costati l’oro. Ora però non cominciamo a rammaricarci troppo di un argento mondiale!
  8. Come a Tokyo la mista mista resta a tre decimi dal podio. Ceccon sta sei decimi dietro il tempo di ieri, la Di Liddo fa un secondo peggio che alle Olimpiadi, Martinenghi e la Di Pietro fanno più o meno il loro. Il quinto posto finale lascia un po’ di amaro in bocca.

21 Giugno 2022
di riccardoricciblog
Commenti disabilitati su Lunedì 20 giugno 2022, Budapest, si è fatta la storia del nuoto italiano

Lunedì 20 giugno 2022, Budapest, si è fatta la storia del nuoto italiano

Giornate che resteranno nella storia.

Piovono ori mondiali sulla nazionale italiana di nuoto e spunta una ciliegiona sulla torta, se non la torta intera: un record del mondo.

Ma andiamo con ordine.

  1. Popovici è un fenomeno di leggerezza e stile. Prende i 200sl e li inghiotte in un boccone. 1’43″21.
  2. Simona Quadarella non è mai in gara e rivive l’incubo di Tokyo nei 1500, dove almeno era stata in gara fino a metà. Qua Ledecky, Grimes e Pallister la salutano fin da subito. Se fosse stata sui suoi tempi sarebbe stata da podio.
  3. Nicolò Martinenghi preannuncia tuoni e fulmini anche nei 50 rana qualificandosi per la finale col primo tempo. Passa anche un ottimo Cerasuolo, reduce dal covid.
  4. Noe Ponti, svizzero italiano allenato da Massimo Meloni, è diventato grande e nei 200 farfalla può dire la sua. Sui loro personali o meglio sia Razzetti, qualificato per una finale di alto livello, che Carini.
  5. Tra assenze (Titmus), ritiri (Haughey), false partenze (Oleksiak) i 200 stile femminili non verranno ricordati molto. Ci sarebbe stato spazio almeno per la finale anche per una Pellegrini da 1’56, che è il tempo di qualificazione di tutte.
  6. Sì vabbe’ ma l’impresa del giorno è tutta azzurra e risponde al nome di Thomas Ceccon, forse il più grande talento natatorio che ci sia mai stato in Italia. A livello assoluto ha iniziato a far vedere scintille l’anno scorso a Tokyo e in questo mondiale è stato già ottimo nei 50 farfalla (record italiano e quinto posto in finale venti minuti dopo avere nuotato la semifinale dei 100 dorso) e nella 4x100sl ma soprattutto ha portato tutti a scuola nei 100 dorso. Sia in batteria che in semifinale si è permesso il lusso di rallentare negli ultimi quindici metri. In finale ha lasciato sfogare Murphy e poi ha veleggiato nell’acqua. Il nuovo record del mondo è suo, il tempo è 51″60, migliore di 25 centesimi rispetto al precedente. Non ci sono assenze di russi che tengano. Il fenomeno, il predestinato è arrivato. Lui ha il talento per vincere in qualsiasi stile, rana esclusa, e può farlo pur mantenendo la sua giocosità. Più che altro deve avere voglia. Nell’intervista a fine gara ha detto di puntare più in alto. Parigi è vicina e lui è ancora giovane. Come i suoi gemelli del gol Burdisso e Martinenghi.
  7. Benedetta Pilato non si mette a strafare nei primi 50 del suo 100 rana, è più morbida e scivolatrice che “picchiatrice dell’acqua” e la spunta in un duello (a tre) all’ultima bracciata contro la ritrovata Meilutite e la giovane tedesca Elendt. È trionfo per lei, meritato dopo la delusione olimpica. Così ridendo e scherzando a diciassette anni ha già due medaglie mondiali al collo e una è d’oro. Il tempo, 1’5″9, lascia rimpianti per la Castiglioni ma la stessa cosa potrebbe dirla chiunque, le americane per esempio o le assenti come la Schoenmaker.
  8. Ridendo e scherzando sono attualmente italiani ben tre record del mondo: Federica Pellegrini nei 200 stile libero femminili, Benedetta Pilato nei 50 rana femminili, Thomas ceccon nei 100 dorso femminili. Prima di loro c’erano stati quelli di Novella Calligaris negli anni 70 e di Giorgio Lamberti negli anni ’80/90. Che bella generazione di nuotatori che abbiamo, no? Generazione di fenomeni che dura da un bel po’ ma per fare i confronti storici e analizzare le prospettive c’è tempo.
  9. Tre giorni di gare. Tre ori, un bronzo e un record del mondo. Ci sono anche state delle delusioni ma per i bilanci ci sarà tempo.
  10. Non c’entra col nuoto, dove ci sono state medaglie anche nel nuoto artistico, ma nella scherma stanno piovendo medaglie agli europei. Bellissima e schiacciante è stata la vittoria odierna contro la Francia in finale nel fioretto femminile con una Favaretto schiacciasassi.
  11. È iniziato anche il torneo di pallanuoto. Italia – Canada sette pari. Da rivedere lo sfruttamento delle superiorità e quindi l’attacco.