Signore, ho scritto il libro che sta leggendo. Fa un effetto strano.”
“E che libro sto leggendo? Ops. La guida del Touring.”
“Sì. Gli itinerari che stai seguendo li ho creati io.”
Fu così che Carla Diamanti mi incontrò. Io farfuglio qualche domanda, lei mi suggerisce di visitare Belleville, poi mi fa prestare attenzione al fatto che sul Marais i negozi sono chiusi visto che è sabato, quindi ci salutiamo e mi dirigo verso il Centre Pompidou (deludente, rispetto a tre anni fa: gli artisti di strada alla lunga vengono a noia e l’affollamento di quei tempi di varia umanità sembra scomparso.) Ipotesi di dialogo mi verranno in mente successivamente durante la giornata, nella quale faccio appunto un giro tra le gallerie aperte, i negozi ebraici, i vicoli e cortili labirintici e un po’ medievali del Marais, la bella piazza dei Vosgi, prima di risbucare su Rue Rivoli e finire all’Hotel de Ville, sede del municipio, dove, su una delle facciate, giganteggia la cittadinanza onoraria data a Charlie Hebdo. Nella stessa piazza c’è una manifestazione sparuta a favore della scuola pubblica. Mi muovo quindi verso i Jardins de Luxembourg e la Rive Gauche, ma di questo ho già parlato in un altro post. Facciamo un passo indietro, alla mattina, in cui ho scoperto l’Opera e il Cafè de la Paix, e i grandi boulevards da quello “des Italiens” a “Hausmans,” da “Rue de la Fayette” a “Gare de l’Est,” da “boulevard Montmartre” con le gallerie commerciali a Place de la Republique. Per risparmiare tempo nel passare da un boulevard all’altro e dare un’occhiata sfrutto il five days ticket della metro. Sui viali c’è da dire che devono essere stati una moda di fine Ottocento: si narra che la vecchia struttura medievale di Parigi fu abbattuta per creare i boulevards ed è la stessa cosa che è successa a Torino e poi a Firenze, proprio per imitare i viali parigini. Altro giro, altra corsa. Siamo alla sera. Il parco delle Villette è segnato nella guida tra le cose da vedere a est ed è pieno di parigini barbuti, muscolosi, tatuati (ospiterà il mondiale di tatuaggio, in effetti,) oppure di parigini con passeggino, bambini chiassosi, parchi giochi, cinema, attrazioni varie. Io passo da una linea metro all’entrata a una diversa all’uscita, inizio il cammino del Canal Saint Martin di cui ho già parlato e poi, quando sono già le sette, mi ritrovo, prendendo una linea della metro a caso, agli Invalides. Mi dirigo, seguendo uno degli itinerari del Touring, verso il meraviglioso Museo d’Orsay, quindi cerco di arrivare a Rue de Varenne ma non c’è verso: sbuco ogni volta su Rue de Grenelle o su Boulevard Saint Germain e alla fine vado a mangiare un’insalata e rinuncio a Varenne. Il giorno dopo è quello della mezza maratona: che poi è per correre quella che a novembre avevo fissato, insieme ad altri del gruppo di corsa, questo viaggio.
Parigi 2015: incontri con l’autrice della guida.
25 Luglio 2015 | 0 commenti