there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Parigi 2015. Jacqueline, la casa, la Fiorentina.

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ARIGI 2015: JACQUELYNE. (LONG LIVE AIRBNB.) LA CASA. LA FIORENTINA.
“Hello, Riccardo. Tu es donc arrivé? Pour venir chez moi tu dois prendre l’Orlybus, puis…mais tu prefère qu’on parle en anglais? D’accord. Alright. So, then, when you get the (…….) stop, get the metro line 6 to Nation and then again walk to Boluevard Voltaire 238 bis. If I am not in front at the door, please call me by phone.”
Avrei scoperto appena arrivato che la fermata più vicina a casa sua era Rue de Broulet, sulla linea nove, ma per chi arriva per la prima volta, il consiglio di scendere a Place de la Nation (capitolo quattro della guida del Touring Club) era appropriato per evitare rischi di cambio eccessivi.
L’accoglienza della mia venticinquenne proprietaria di casa è stata travolgente: sbaciucchiamenti, abbracci, suggerimenti, consigli, disponibilità per qualsiasi necessità,
“fai come se fossi a casa tua, per favore non fare morire le mie piante, ricordati di annaffiarle anche solo un giorno su cinque, questa è la cucina elettrica, questo è il lavandino, là in fondo al corridoio ci sono la doccia e la toilette, questo è il sacco a pelo sul letto, questa è l’apertura all’antica della finestra (alza la maniglia e tira il vetro in dentro o in fuori,) questi sono i miei libri (romanzi e saggi abbastanza sinistrorsi,) questi sono i miei adesivi (Palestina libera, abbasso l’austerità, la maggioranza siete voi cioè delle pecore, roba di questo genere,) io sono in parte brasiliana e in parte greca e anche in parte italiana ma ho cancellato il mio cognome italiano (Mussolini,) non sono mai stata in italia perché vorrei vederla tutta e questo richiede tempo, come vicini hai un ragazzo di nome Daniel e una ragazza che canta come puoi sentire adesso, oltre a me che sto nella stanza accanto ma non ci sono sempre, stasera per esempio sono da amici.”
“Ami il calcio? Io sono tifosa del Palmeiras, squadra fondata da italiani. No, Socrates era del Corinthians. Tu sei un runner? Io ho corso la maratona di San Paolo. Potresti fare un viaggio in Brasile. San Paolo è diventata una città costosa, anche se meno di Parigi, ovviamente. Certo che se vuoi possiamo correre insieme: domani sera ti va? Io posso, ma quando torno da lavoro, quindi alle otto di sera e non prima. Adesso vado: ho un/una friend che mi aspetta. Ciao. Ah. Prova il caffè in quel ristorantino sotto casa: è favoloso.”
La camera è piccola, ma ben fornita, estranea ai rumori della città e piena di colore. Très jolie. Il viale è pieno di tutto quello che può avere un boulevard parigino, vale a dire che non manca niente: farmacie, negozi, ristoranti, fast food, bar, pub, supermercati. La prima cosa che noto è una specie di banda musicale composta da una decina di uomini vestiti in maschera che suonano e cantano ravvivando la serata fredda e ricordando a tutti l’anima artistica della città. La seconda cosa che noto è che non mangio da dodici ore, se escludiamo un muffin divorato in aereo. Incredibilmente, scendendo lungo il viale, vedo a uno schermo dentro un locale, chiamato Candela Caliente, la partita tra Juventus e Fiorentina di Coppa Italia. Sto fermo davanti alla porta quei trenta secondi che fanno sì che la cameriera dall’aspetto sudamericano con capelli castani raccolti e con una caliente formosità latina mi apra la porta. Non deve neppure farmi cenno di entrare: la via verso quel ristorante misto peruviano e boliviano è tracciata. Mi portano degli strani oggetti tipo pistacchi e del pane con una salsina rossa, il tutto piccantissimo ma proprio piccantissimo. Li annaffio con Inka Cola in attesa di un Lomo Saltado,cioè un piatto di carne tipico del Perù, oltre alle patatine fritte, che saranno immancabili in tutti i giorni parigini. Il cibo è buonissimo e la vittoria della Fiorentina ne è il condimento perfetto

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