Mentre Pinocchio e Geppetto nuotavano alla svelta per raggiungere la spiaggia, sopraggiunse in loro aiuto un grosso tonno che se li mise in groppa e li portò verso riva. Scesi che li ebbe, Pinocchio gli dette un affettuoso bacio sulla bocca, portandogli anche via mezza lingua.
Intanto s’era fatto giorno. Allora Pinocchio offrì il suo braccio a Geppetto, che era rimasto senza fiato, affinché il suo caro babbino gli si appoggiasse. Stavano cercando una capannuccia dove qualcuno desse loro un po’ di pane e un po’ di paglia.
Ecco che a un certo punto videro un gatto e una volpe. Era la società che aveva preso il posto del gatto e la volpe precedenti, solo che erano finiti male. La volpe era ancora zoppa e Pinocchio creò il proverbio:”Volpe vecchia fa buon brodo. Facciamola fuori!” In quel mentre però sopraggiunse una gallina che disse: “Guardate che c’ho i diritti d’autore su quel proverbio. Quindi se volete un brodo, pigliate me”. E in effetti tirarono il collo alla gallina e se la mangiarono cruda, dalla fame che avevano. In compenso il gatto e la volpe erano diventati due barboni che stavano chiedendo l’elemosina quando si riabilitarono di tutte le malefatte che avevan fatte. Videro infatti un naziskin che si aggirava da quelle parti e lo pienarono di randellate. Però poi avevano fame e supplicarono Pinocchio:”Aiuto”. Ma Pinocchio rispose con il famoso proverbio:”I quattrini rubati non fanno mai frutto”. E loro:”Abbi pietà!”. E lui: “La farina del diavolo diventa crusca”. E loro:”Ma noi non siamo cattivi: è lo scrittore che ci vuole così”. E lui:”Rosso di sera bel tempo si spera.” Che non c’entra niente, ma gli piaceva dirlo. Al che Geppetto disse:”Se dici un altro proverbio ti tiro un sasso in capo.” Ma non ce n’era bisogno perché dopo tre proverbi il gatto si era tagliato le vene e la volpe si era messa una busta di plastica in testa per soffocare.
Fu così che Pinocchio e Geppetto si avvicinarono a una capanna, entrarono e videro con loro somma sorpresa e moltiplicazione meraviglia un grillo: “E te chi sei?”. Fecero in coro. E il grillo:”Sono il fratello del grillo parlante. Dopo anni di studio so parlare anch’io. E ricordatevi che se volete essere trattati cortesemente, dovete trattare gli altri con eguale cortesia. E voi avete scacciato la mia famiglia.” E pinocchio:”Veramente ti s’è schiacciata! Ma su, il mio babbino è non c’entra.”. Infatti si accorsero che Geppetto era troppo grasso per entrare dalla porta di casa. Allora uscirono e Pinocchio cominciò a supplicare, pregare, recitare i salmi a memoria, prima che il grillo, pur di levarseli di mezzo, desse loro un Big Mac con patatine e cocacola. Dopo mangiato, si addormentarono.
Arrivarono poi da un ortolano per avere un bicchiere di latte. Se avessero voluto un po’ di spinaci sarebbero andati dal lattaio, evidentemente. E per un bicchiere di latte, Pinocchio dovette lavorare cinque mesi a tirar l’acqua dal mulino. Così poté guadagnare un soldo per pagare un bicchiere di latte.
Dopo questo periodo di duro lavoro, Pinocchio e Geppetto arrivarono a casa e videro davanti alla porta un ragazzo. “Ciao!”, li salutò quello. E loro:”Chi sei?”
E lui:” Sono Rabbuiato, il fratello piccolo di Lucignolo”. Così conobbero la storia di questo ragazzo, senza famiglia ormai e con la passione per i viaggi. Naturalmente lui aveva già letto il racconto di Pinocchio per cui sapeva di Pinocchio stesso e di suo fratello. Volle però metterci una novità: lui. E andò a finire che rimase così simpatico a Pinocchio e Geppetto che lo adottarono.
Così, tutti contenti, entrarono in casa. E la casa era diventata splendente, c’erano un mucchio di soldi in giro e appena entrati arrivò anche la fata: “Et voila, questo è tutto merito mio. Tu, Pinocchio sei stato bravo a salvare Geppetto. Tu, Geppetto sei stato sempre bravo. Tu, Rabbuiato non so chi sia, ma sei un bel tipino in carne e ossa, vedo. E allora finiamo in gloria: Pinocchio, che tu diventi un bambino vero!!!!”.
E così andò. Pinocchio divenne un bambino vero e esplose di gioia quando si vide allo specchio e vide un burattino inanimato sulla sedia. Andarono così a festeggiare, quella sera, e alla fine la fata fu ripagata prima da Geppetto, quindi da Rabbuiato e infine dal suo Pinocchietto con cui si sposò e vissero tutti e quattro felici e contenti.