Perché i governi hanno la fissazione di voler controllare i prezzi?
Perché i governi vogliono controllare i prezzi anche se il controllo dei prezzi e dei salari ha conseguenze negative?
Perché i politici sanno che queste misure piacciono e quindi sperano di essere rieletti. Perché i politici allora vengono rieletti malgrado ci siano delle conseguenze negative derivanti dal controllo dei prezzi e dei salari?
Perché gli elettori non collegano tali conseguenze negative al controllo dei prezzi e dei salari.
CASO NUMERO UNO. Fissazione da parte dello stato di un prezzo della benzina più basso di quello di mercato.
È stato il controllo del prezzo della benzina nel 1971, tenuto artificialmente basso, a provocare code agli impianti ma per la gggggente la colpa era degli arabi, dell’opec, degli stranieri, dell’avidità dei petrolieri e di cose che potevano essere responsabili al limite di prezzi alti ma non certo di scarsitò di merce.
In un mercato libero non si ha carenza di merce.
Un esempio del genere vale anche per l’Iraq nel 2003 e lì le persone ovviamente con chi se la prendevano? Non col controllo dei prezzi, ma con gli americani.
Però il controllo dei prezzi può essere giustificato dal fatto che aiuti i poveri?
Vediamo.
CASO NUMERO DUE. Controllo degli affitti.
Prendiamo il caso del controllo degli affitti. Questi vengono fissati per legge a un prezzo più basso di quello di mercato.
Ebbene. Sono avvantaggiate le persone che trovano una casa in affitto, ma diventa molto difficile trovarla (nero a parte, ndrr). Inoltre molte persone che vanno in case e pagano affitti agevolati non sono necessariamente povere.
A New York ci sono residenti facoltosi che vivono in case ad affitti agevolati.
CASO NUMERO TRE. Il salario minimo.
E il salario minimo? Anche questo avvantaggia i lavoratori che hanno un lavoro ma non aiuta chi il lavoro non ce l’ha (perché il costo è troppo alto per assumerli) e molti lavoratori col salario minimo non sono necessariamente poveri.
Per esempio gli studenti o i giovani che vivono in famiglia e svolgono lavori part time non sono necessariamente poveri.
Il punto non è avercela o meno con gli studenti, i giovani o i newyorchesi. Il punto è che le misure di controllo dei prezzi non beneficiano coloro per i quali sono state pensate, in particolare i poveri.
ESISTONO DELLE MISURE MEGLIO INDIRIZZATE?
Sì.
Per esempio un programma di voucher per la casa o i sussidi al salario.
In particolare i sussidi al salario provocano delle imposizioni di tasse (non esistono pasti gratis, ndrr) a qualcuno ma effettivamente aumentano l’occupazione e riducono la spesa per prestazioni da welfare (vedi la spiegazione grafica nel video). Il salario minimo invece riduce l’occupazione.
Non è che i poveri non vadano aiutati, ma si può fare seguendo il mercato ed è preferibile farlo. Occorre che la misura riesca a perseguire il proprio scopo, altrimenti non serve, anche se piace ai politici perché così mantengono la loro poltrona e il loro stipendio (ndrr).
Cercare di prevaricare il mercato conduce a conseguenze negative e inattese. (Che poi, inattese quanto? Ndrr).