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Lo stupore delle prese elettriche

Come ho perso il bus a Eisdal

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19 LUGLIO. COME HO PERSO IL BUS A EISDAL.
A Eisdal ho perso il bus e mi sono trovato da solo in un parcheggio. Sono arrivato da Alesund col bus 100. L’autista ha visto il mio itinerario, prenotato attraverso visitalesundgeiranger.com o come si chiama, e ha detto: “Hehehe. Devi cambiare molti bus. Sappi che ne perderai sicuramente uno e tutto il tuo itinerario salterà. Hahaha.” Il tutto detto con ghigno satanico. In effetti ho visto delle corna spuntargli in testa, il vestito diventare rosso e la faccia somigliante a quella di Belzebù.
In realtà lui ha solo detto che avrei dovuto cambiare vari bus e io ho pensato: “Eh, dai, ormai lo so. Sono diventato esperto dopo ieri sera! Bus fino a Sjoeholt, cambio bus e arrivo a Linge, traghetto fino a Eisdal. Lì ci sarà un autobus pronto a portarmi a Geiranger e poi lì, come leggo sul programma inviatomi via email, prenderò il bus 220 per Trollstigen – Andalsnes. Il seguito me lo sono aggiustato da solo, decidendo di fare la Raumarailway.”
Fino a Eisdal tutto bene, o quasi.
Il bus che mi ha portato a Linge ha avuto un guasto in galleria ed è stato fermo per dieci minuti perché una spia segnalava qualcosa quando accendeva il mezzo. Per fortuna è ripartito.
Verso Linge ho notato strade strette tra alberi, che poi diventano slarghi e spuntano all’orizzonte delle montagne più alte e in basso valli piene di prati verdi, acqua di fiumi laghi e…fiordi.
Perso il traghetto, penso che
In questi piccoli traghetti pubblici è come guardare il mondo da un oblò.
Una signora cinese mi offre due cioccolatini quando scendo a Linge, mentre lei sale sul bus.

Al porto di Linge i miei tre compagni di viaggio proseguono per Valldall e io resto da solo. Prendo il traghetto, frequentissimo che qua i traghetti vanno via come il pane, mi sembra di guardare il mondo da un oblò e vado a Eisdal, dove aspetto di trovare un bus blu con la scritta Framm, come era stato il giorno precedente.
Non c’è nessun bus. Ah, già. Sono le 10,10. Il bus è previsto in partenza alle 10,35.
Intanto si ferma un’auto e mi chiede indicazioni. Cerco di dargliele pur non sapendo nulla di Eisdal. Mi interrompe dicendomi: “you dont work here” e ride! Be’. In effetti se chiede a qualcuno al ristorante è meglio.
Attorno a me ci sono: il fiordo, con le sue montagne a fargli da corona, alle mie spalle, se sono girato verso il paese e quindi verso Geiranger; la strada che conduce a Geiranger davanti a me; il porticciolo alla mia destra; un ristorante e un ufficio turistico alla mia sinistra; lungo la strada qualche casa sparsa, un supermercato Coop e pochi negozietti. Persone? Tre sedute su un muretto nei pressi del supermercato, due addetti al passaggio delle auto nel traghetto e una signora con un cappello da contadino toscano del Novecento e un cesto pieno di vaschette contenenti le famose fragole di Valldall, che lei vende a cinquanta corone a vaschetta.
Chiedo a un autista di un bus turistico, verso le 10,30, se lui sa quale sia il bus per Geiranger e dove debba aspettarlo. Lui non lo sa e mi sembra piuttosto rognoso, così quando dopo cinque minuti un bus bianco con la scritta Veoss si ferma a pochi passi da me, che sono in sosta accanto all’uscita dei traghetti, mi domando se sia quello, ma non è blu, non c’è la scritta Framm, figuriamoci se chiedo a lui se si tratti del bus giusto invece che chiederlo a me stesso.
Ebbene sì! Quello era il bus 220 che avrei dovuto prendere.
Che si fa?
Un addetto al trasferimento delle auto nei traghetti mi dirà che il tempo di arrivo è scaduto, che quel bus era col traghetto precedente e comunque telefona a qualcuno che gli dice che il prossimo bus che verrà a prendermi per portarmi a Geiranger arriverà alle 13,15.
Tardissimo! Tutto l’itinerario salterebbe! Certo. Potrei modificarlo, per esempio andando a Hellesylt, ma salterebbero delle tappe che avevo considerato imperdibili e poi dovrei aggiungere spese nuove a spese vecchie.
La soluzione si presenta sotto forma di una macchina nera ferma accanto al porto che ha la scritta taxi e due numeri di telefono. Chiamo il numero e, per farla breve, un tizio viene a raccattarmi a Eisdal da Geiranger e mi porta a destinazione per 650 corone. Così ripasso per la Eagle Road in macchina

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