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Lo stupore delle prese elettriche

Premi ai peggiori e disincentivi ai migliori: il caso di due ostetriche.

Paola è una brava ostetrica, sia secondo i suoi dirigenti, che secondo i suoi colleghi, che secondo i pazienti. E’ brava, capace, umana, competente e lo è costantemente nel tempo.
Anna è il suo contrario.
Anna è più anziana, per cui ha uno stipendio più alto.
Paola chiede un aumento, ma contrasta con i livelli stabiliti dal contratto nazionale e inoltre l’aumento gli viene negato perché finirebbe a prendere quanto Anna.
Anna chiede di lavorare di meno e anche un abbassamento di stipendio, se proprio è necessario, ma è illegale.
Paola smette di essere brava quanto prima, tanto il sistema non prevede adeguamenti retributivi basati sul merito o sui risultati.
Anna continua a non essere brava quanto prima. Provano a licenziarla, ma il giudice del lavoro la reintegra.
La struttura peggiora la propria immagine, i pazienti si lamentano di non essere seguiti.
Viene necessariamente assunta una terza ostetrica e la Regione, per far fronte all’aumento di costi della Asl, aumenta l’addizionale regionale.

Tutto ciò fa parte di un sistema teso a difendere DIRITTI, ad evitare DISCRIMINAZIONI, a garantire EQUITA’ ed è stato voluto da partiti, sindacati e lavoratori. Tutto ciò è profondamente ingiusto, discriminatorio, antimeritocratico, inefficiente, iniquo, disincentivante ed è stato costruito in nome dell’uguaglianza. Tutto ciò assicura, però, quanto meno il voto di Anna. Ogni riforma che miri a portare merito ed efficienza viene comunque contestata. Premiare i peggiori e disincenvitare i migliori: ecco il motto dello stato, dei partiti, dei sindacati, dei lavoratori, degli elettori. Nessuno si lamenti, però, o dia la colpa a nemici esterni immaginari, se le inefficienze aumentano e il fallimento si avvicina.

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