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Lo stupore delle prese elettriche

[Lezioni di Boldrin] Cosa determina e come si calcola la produttività

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Sbobinatura

 

Il sistema italiano economico è fermo da decenni a uno stadio tecnologico medio e la produttività non cresce. La produttività è la capacità del sistema di organizzare cose, fattori di produzione e persone in modo efficiente. E di adottare tecnologie progressivamente più avanzate.

https://fred.stlouisfed.org/series/RTFPNAITA632NRUG I

Le stime per l’Italia danno evidenziano una grande crescita fino a metà anni 70 inizio anni 80. La curva della tfp diventa poi piatta e dal Duemila declina.  È ragionevole che tale curva vada un po’ su e un po’ giù. Si tratta di stime. In situazioni di crisi per un po’ cresce.Comunque negli ultimi venti anni la discesa progressiva è quasi costante.  Ciò  è  confermato da dettagli microeconomici e studi approfonditi.

 

L’Italia non innova più, non adotta tecnologie moderne, utilizza malissimo i fattori produttivi, non si rende efficiente, ha costi eccessivi burocratici di trasporto di organizzazione ecc, ha soprattutto imprese in ogni settore arretrate (che hanno metodi organizzazioni di produzione arretrati)

 

Facciamo un esempio.

Facciamo scarpe tutte uguali.

Ho output di 100 scarpe all’anno.

Uso 2 macchine e 4 lavoratori (input). Poi ci sono le materie prime che sono fattori intermedi e li togliamo dal valore delle scarpe.

Le scarpe le vendiamo a 100, i costi intermedi sono 50 (li togliamo), il valore aggiunto (il pil) è 50.

Ho 500 di valore aggiunto

Distribuiamo tra capitale e lavoratori

Facciamo 100 distribuiti a capitale e 400 ai lavoratori

Questa è contabilità nazionale semplificata di un anno.

Facciamo 100 scarpe e le vendiamo così.

 

Anno dopo. Aumenta il numero di macchine e di lavoratori. Passiamo a 3 macchine e 6 lavoratori. Non cambia altro, design, diligenza ecc.

Prezzo di mercato non cambia.

Il valore aggiunto sarà il 50% in più.

Se confronto i due anni

Valore aggiunto del secondo anno meno valore aggiunto de primo anno diviso valore aggiunto del primo anno = 50%

Stessa cosa per k e l.

Tutto aumenta del 50%.

 

Avevo quota lavoro 80% e quota macchine 20%

K= 50% in più *20%

L = 50% in più *80

Valore aggiunto dato dalla somma pesata dei 50%. Otteniamo che la somma pesata dei 50% della variazoine di k ed l dà la variazione di va.

 

Potevo variare k del 100%, cioè raddoppiare l’uso del capitale, e l del 25%.  Avrei usato più k per lavoratore di prima ma coi pesi avrei avuto una variazione di va uguale.

La variazione di va è completamente spiegata dalla variazione fisica di k e l, e non rimane niente. Non c’è stato cambio tecnologico. L’impresa è uguale, ha solo aumentato uso di k ed l. C’è crescita dimensionale ma non crescita di produttività dei fattori. Ci vuole la stessa quantità di macchine e lavoratori per produrre valore. in proporzione uguale o diversa.

La produttività è stagnante, abbiamo un’economia che cresce di lavoratori ma non cresce di ricchezza personale.

 

Si possono fare altri esempi di scuola come quando la produttività del lavoro cresce a tecnologia costante perché aumenta il capitale utilizzato ma non cambia la sostanza.

 

Se non c’è cambio tecnologico l’economia cresce se e solo se crescono il numero di fabbriche e di lavoratori. L’economia cresce in quel caso ma restano fermi il reddito procapite e la produttività del lavoro. Si lavora di più o in tanti più ma ognuno di noi non vive meglio.

 

Che succede se l’impresa cambia le macchine e le prende di migliori.? Non aumenta il numero di lavoratori ma questi vengono preparati e formati a usare le macchine nuove e sono più produttivi.

Ci sono ancora due macchine e quattro lavoratori, tornando all’esempio di prima ma le macchine sono migliori. Costano anche di più? A volte costano di più ma non sempre o costano solo leggermente di più. Magari costano il 10% in più ma la macchina è del 30% più produttiva. Una delle caratteristiche della rivoluzione tecnologica degli ultimi 50 anni è che il prezzo relativo delle macchine è andato scendendo. I pc fanno molto meglio di anni fa ma costano uguale se non meno.

Sono migliori sia le macchine che i lavoratori. Allora il valore aggiunto aumenta più che proporzionalmente all’aumento (o alla costanza) del numero di macchine e di lavoratori.

Anche mantenendo ferma la quantità di capitale e ferma la quantità di lavoratori il valore aggiunto cresce se si hanno macchine più produttive (o lavoratori più produttivi, volendo). Se vedo un aumento del valore aggiunto e k e l sono rimasti fermi, mi accorgo di avere un residuo. Se sottraggo la variazione percentuale di output dalla variazione percentuale pesata di input e ho un valore positivo a parità di input ho un “di più” residuo che non so spiegare e che chiamo produttività totale dei fattori.

 

La tfp è un punto di partenza approssimativo ma essenziale: ogni volta in cui c’è tfp positiva ci sono stati cambio tecnologico e aumento di produttività. Altrimenti in media è tutto fermo (stesso livello di efficienza di prima anche se poi magari da qualche parte c’è stato miglioramento e da altre parti peggioramento).

Se cala la tfp il sistema economico in media è peggiorato. Poi qualcuno può pure essere migliorato (nell’industria ci sono imprese italiane più tecnologicamente avanzate che in passato). Complessivamente ci sono più macchine o più lavoratori usati peggio.

 

Una volta determinata la tfp va spiegato da dove arrivi, da quale cambio tecnologico (migliore formazione dei lavoratori, disegno nuovo e più attraente nel mercato delle scarpe, prodotto migliore, istituzioni più efficienti…) Comunque sia se la tfp cresce vuol dire che sto innovando. Negli anni 50, 60 e in parte anche 70 in Italia la tfp cresceva. Poi si è appiattita, come detto per declinare a partire dagli anni 90. Quindi si può dire che l’Italia ha smesso di innovare molti decenni fa.

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