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Lo stupore delle prese elettriche

Quella maledetta spesa previdenziale

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SPESA SOCIALE SU PIL
Comprende le spese per pensioni, sussidi di disoccupazione, assegni di invalidità, sussidi per la maternità o la malattia,  assegni familiari, servizi di cura ed educazione per i bambini e per gli anziani (asili, case di riposo), sanità, politiche attive per il mercato del lavoro (apprendistato, centri per l’impiego…). Si distinguono le dotazioni monetarie dai servizi offerti.
Nei favolosi anni 60 era il 10% del PIL. Poi è aumentata, perché si è esteso l’welfare state. Nel 1990 in Italia era attorno al 20% del Pil, in piena media Ocse. Era una percentuale analoga a quella tedesca. Nel 2019 è arrivata al 30% circa del Pil, una delle percentuali più alte dell’area Ocse. Da notare come due paesi abbiano visto scendere la quota di spesa sociale sul Pil tra il 1990 e il 2019: la Svezia e l’Olanda. In particolare l’Olanda, che è un paese con una struttura demografica simile a quella italiana. Ha trasformato il sistema pensionistico privilegiando la pensione obbligatoria privata. Ha anche sostanzialmente privatizzato la sanità.
Come è composta in percentuale la spesa sociale varia da paese a paese. Dove è sbilanciata la spesa italiana? Indovinate.
SPESA PENSIONISTICA SU PIL
L’Italia spende per le pensioni il 16,2% del Pil. L’Italia spende per la sanità il 6,7% del Pil. La spesa pensionistica è tra le più alte dei paesi Ocse. La spesa sanitaria non è tra le più alte: l’Italia spende in sanità in percentuale sul Pil meno di Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito.
Vogliamo togliere due punti che forse fanno parte dell’assistenza sociale? Resta una percentuale alta di risorse prodotte da…chi produce e che finiscono nelle tasche di chi non produce più o non ha mai prodotto.
“ in Italia più del 60% è destinato alle pensioni contro il 53% dell’Europa. Se al totale si sottrae il 25% destinato alla sanità resta poco per aiuti alle famiglie, esclusione sociale, abitazione, sussidi di disoccupazione”.
 (Elsa Fornero, Chi ha paura delle riforme).
È meglio agire preventivamente con politiche attive, mantenere un disoccpato nella forza lavoro pagandogli i contributi che mandarlo in pensione presto con pensione insufficie
SPESA PREVIDENZIALE
Nel 2013 la spesa previdenziale era il 43% della spesa primaria.
La spesa previdenziale va per la maggior parte agli anziani.
La spesa pensionistica sul pil è tra le più alte al mondo non solo perché siamo un paese di vecchi ma anche per le condizioni generose del sistema, che permarranno, sia pure attenuate dalla riforma Fornero, fino a che sarà a regime pieno il metodo contributivo.
Nel 2013 la spesa per pensioni e liquidazioni era di 265 miliardi, l’83% del totale. Il resto sono altre prestazioni sociali per cui i lavoratori hanno apgato contributi: indennità di malattia, maternità, disoccupazione ecc e altre per cui non hanno pagato contributi e quindi vengono considerate assistenza (pensioni sociali, di guerra di invalidità, per ipovedenti ecc.)
La spesa per pensioni senza liquidazioni era di 255 miliardi, il 16,3% del Pil.
Dall’ageing report della Commissione Europea del 2015 l’Italia aveva una spesa sul pil pari al 15,3%, la Francia del 14,6%, l’Austria del 14,1%, l’Olanda del 6,8%, gli Stati Uniti del 7,6%, il Giappone dell’11%. I confronti escludono l’assistenza pura ma includono una parte di spesa per pensioni relativa a integrazioni e maggiorazioni a favore di beneficiari a basso reddito. Si tratta di un 2% del Piò. Escludendole restiamo a una percentuale tra le più alte del mondo. Anche in altri paesi inoltre vi è una componente assistenziale.
La fetta di Pil assorbita dalle pensioni era del 9% nel 1990, del 13,5% nel Duemila, del 15,5% nel 2010. La popolazione invecchiava ma l’età effettiva di pensionamento non veniva adeguata.
La popolazione di età superiore ai sessanta anni era il 27% nel 2014, il 24% nel 1992, il 20% nel 1980, il 16% nel 1980. Vedi l’ageing report 2018 nella tabella dedicata all’Italia per il seguito. https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/economy-finance/ip065_en.pdf

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