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Lo stupore delle prese elettriche

Alex e la ragazza che era un intero disco di Battisti

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“Mio dio”, pensava Alex camminandole accanto. “Questa non è una ragazza. E’ un intero disco di Battisti”.
Pensiamo a chi ha scritto questa frase, in un sottopassaggio in via delle Cure a Firenze. Inizialmente, leggendola, si può pensare ad un vero colpo di fulmine. Oppure il colpo c’è già stato e ha lasciato i suoi strascichi nel cervello. Vale a dire: lui non pensa ad altro che a lei e a starci insieme il più possibile. Così camminano insieme, magari mano nella mano, e lei gli parla, lo guarda, gli sorride. Evidentemente lui è ormai così preso che l’ascolta, la guarda, la coccola incantato. Probabilmente le cose cambieranno in futuro, ma loro vivono per adesso in un eterno presente pieno di fiori, stelle, cieli azzurri, principi, regine, amori, dolcezze, baci e sussurri. Può essere che in questo modo non si accorgano del vecchietto in carrozzina che incrociano lungo il loro cammino e vadano a sbatterci contro rompendogli gli arti superiori, ma sorvoliamo su queste quisquilie e lasciamoci rasserenare dalla potenza dell’amore.

Immaginiamo adesso lei. Come può essere una ragazza che è un intero disco di battisti? La vediamo vestita in modo sportivo, ma elegante, non altissima, non strafica. Una tipa semplice, sorridente, continuamente alla ricerca del principe azzurro e che ogni volta si dona al suo ragazzo in modo completo e fiducioso. Può avere tra i quindici e i diciotto anni, frequentare un istituto tecnico commerciale, avere due genitori normalmente operosi e benevoli nei suoi confronti, ma non lascivi. Una ragazza che un giorno inizierà a fare volontariato per la Misericordia, che va in chiesa ogni tanto, che politicamente si collocherebbe al centro ma non se ne interessa più di tanto. Probabilmente si è iscritta a danza classica da piccola, mentre adesso sta seguendo un corso di tennis. Il maestro si è invaghito di lei e la ragazza, così pronta a donarsi con amore puro e incondizionato a tutti, si è lasciata invischiare in questa relazione con quest’uomo forte, estroverso e caratterizzato da una folta capigliatura riccioluta, ma sorvoliamo su queste quisquilie e lasciamoci rasserenare dalla potenza dell’amore.

Rileggiamo la frase. Siamo sicuri che non voglia dire altro? “Mio Dio! Questa ragazza è piena di tormenti. Vive di rimpianto pensando al figlio che ha avuto da una relazione precedente (traduzione: “Non me la darà mai!”), dice che non so niente della sua vita e che sicuramente la lascerò nel dolore in questa valle di lacrime e ogni tanto se ne va stizzita per poi tornare dispiaciuta senza che io abbia cambiato comportamento, mi racconta tutte le sue storie passate e vuole che stiamo sdraiati sull’erba anche se è appena venuta un’alluvione e per terra c’è più fango che erba, e io le chiedo cosa ha fatto e non mi risponde mai (“si chiama fattore maestro di tennis, ma lui non lo sa”), a volte sorride (“che bello il mio amore”), a volte è fredda e distante (“chissà se il mio amore stasera passerà dalla porta senza dover abbassare la testa”). Insomma troviamo un lui innamorato che prima o poi si troverà tradito da uno sguardo (e vedrà “la mia fine sul tuo viso…”). Un po’ come Luca Marin, ma sorvoliamo su queste quisquilie e lasciamoci rasserenare dalla potenza dell’amore.

La domanda fondamentale che sorge spontanea dalla lettura del graffito è: perché la ragazza dovrebbe essere un disco di Battisti e non di Baglioni? (avrebbe due anni meno, la ragazza, e il ragazzo per un po’ accetterebbe di lavorare in uno zuccherificio, ma poi comincerebbe a voler fare il dietista specializzato in cure per il diabete. Togliere lo zucchero sarebbe la sua missione nella vita. Ovviamente, dopo aver cambiato ragazza.)

Come immaginate una ragazza che sembra un intero disco di Ligabue? Un po’ ripetitiva, ma intanto si tromba godendo sui clacson, quindi si balla sul mondo anche se la vita non ci viene come va, si scappa da un posto di merda all’altro sputando sul primo (e nel farlo si spinge sul gas, non accorgendoci di andare addosso ad un vecchietto senza gambe e senza braccia che è seduto su una carrozzina spinta da una ragazza che amava Baglioni).

Dall’altra parte della strada incontreremmo una ragazza che sembra un disco intero di Vasco Rossi. Avrebbe degli evidenti problemi di sdoppiamento della personalità. Da un lato una tipa fragile, dolce, chiara, titubante, che però va avanti nel mondo e dall’altra la stessa tipa che piace perché è porca, urla, bestemmia, beve, le dicono che è una strega ma lei continua a bere la sua aranciata e si dondola in dolce compagnia sugli stessi clacson della ragazza – Ligabue. Peccato che probabilmente questa ragazza sia divertente, contraddittoria e un po’ ribelle a vent’anni, ma si trasformi in melensa a cinquanta. Tutto sta a prenderla nel momento giusto.

Be’. Potremmo andare avanti. Non sarebbe più magica e fiabesca una ragazza che sembra un intero disco dei Pink Floyd (sessualmente durerebbe anche parecchio, se il disco è Atom Heart Mother o Echoes. Poi vuoi mettere una che ti dice “Shine on, you crazy diamond”?).

Possiamo pensare a quanto sarebbe più intrigante e misteriosa una ragazza Black Sabbath;
più geniale, pur se tormentata una ragazza Nirvana;
più rivoltosa una ragazza Clash;
più saggia ma anche compagnona e divertente oltre che più coerente e in gioventù rivoluzionaria una ragazza Guccini;
più partitodemocratico una ragazza Jovanotti (bisognerebbe stare attenti al fatto che parlerebbe per mezzo di sostantivi, ignorando l’esistenza dei verbi);
più vegetariana e selvaggia una ragazza Smiths;
più impegnata, moderna, bevitrice, ballerina e no global una ragazza Caparezza.

Invece no. Quella ragazza era come un disco di Battisti. Lei gli stava camminando accanto, ma forse alla fine della passeggiata lui si sarà ritrovato sul giacchetto dei capelli scuri arricciati. “Eppure la mia ragazza li ha lisci e biondi.”

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