there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

I responsabili del declino (4). Pianificatori e (forse) panificatori

Malgrado si sappia che voler fissare dall’alto i prezzi o le quantità di mercato sia quantomeno dannoso per il benessere economico della società, può accadere di ritrovarsi di fronte ad articoli come il seguente
https://phastidio.net/2008/03/14/panificatori-e-pianificatori/

Nel 2008 Bersani ha liberalizzato gli orari di apertura dei panifici. I fornai si sono lamentati del fatto che i ricavi non sono sufficienti a coprire i costi, ma anche che ci sono troppi resi a fine giornata. Quindi? Il prezzo è libero o no? Se è libero e non copre i costi di produzione, perché non lo alzano? Per questioni di elasticità della domanda? Se però ci sono tanti resi a fine giornata, sembra che il prezzo sia troppo alto. Lo è per mantenere un livello di reddito superiore?

È molto interessante il dialogo tra il presidente dei panificatori bolognesi e Mario Seminerio, riportato in questo post:

https://phastidio.net/2008/03/24/panificatori-e-pianificatori-una-risposta/

Apprendiamo che esiste un Mister Prezzi che ha stabilito una liberalizzazione degli sconti a termine.

“resta incomprensibile, in un contesto di libera fissazione dei prezzi, il motivo per il quale Mister Prezzi abbia sentito la necessità di concordare l’ovvio, cioè la possibilità di praticare sconti e promozioni da parte dei panificatori. Diversamente, se Lirosi ha promosso tale iniziativa dopo aver identificato delle dinamiche di limitazione della concorrenza, ha l’obbligo di segnalare tale eventuale restrizione all’Antitrust”

La conclusione di Seminerio andrebbe fatta capire a molti operatori di molti settori. Esiste una cosa chiamata segmentazione di mercato, sia dal lato dell’offerta che da quello della domanda.
“Il dottor Bonaga rivendica l’orgoglio del lavoro artigiano, che richiede necessariamente un premio sul prezzo praticato, anche in relazione alla differente struttura dei costi rispetto a quelli sostenuti dai forni industriali. Se le cose stanno in questi termini, è ragionevole attendersi una segmentazione della domanda. Una parte della quale (quella più sensibile al prezzo) appare inevitabilmente destinata ad indirizzarsi verso la grande distribuzione. Ai panificatori artigianali resterà, in tale ipotesi, quella quota di domanda che cerca la qualità ed è relativamente insensibile ai prezzi. Ciò significa che, se questa seconda componente di domanda dovesse rivelarsi esigua rispetto all’offerta, parte dei forni artigiani sono destinati a chiudere.”

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