there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Riccione 2016. Primo giorno.

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L’albergo. Sembrava a bassi livelli. Invece la camera è sì piccola e la struttura non ha tutte le modernità, ma come sempre da queste parti la gentilezza trionfa.
Il portiere mi ha offerto un’acqua e un caffè, che mi ha servito mentre una signora distinta sulla quarantina, in tacchi alti e trucco da sgualdrina (oh, è una descrizione) gli chiedeva dei locali di Riccione e dei ristoranti. Lui le ha consigliato Il Pappagallo, Da Lele e Zi’Rosa. Gli ultimi due sono un must dei miei appuntamenti natatori riccionesi. Il primo non lo conosco. Poi ha detto che per la cucina tipica romagnola di carne bisogna andare nell’entroterra e infine ha illustrato la varietà dei locali riccionesi rispetto per esempio a Milano Marittima, dall’altra parte dell’Adriatica. Se vai lassù, dice lui, o vai al Pineta o al Tortuca o come si chiama, o stai a casa tua.

La colazione è buona, con un mix di dolce e salato e soprattutto una crostata stra deliziosa fatta da una delle cameriere.

Le strade. E’ sistematico che sbagli strada. Dai, ormai la so, mi sono detto uscendo dalla stazione. Fino alla darsena tutto bene. Poi ho notato che se avessi continuato ad andare diritto, sarei finito in mare. Era il caso di svoltare a sinistra o a destra? Laggiù c’è il mare. Uhm. Non esattamente. Il mare è di fronte a te. Quindi? Sinistra. E’ andata bene. Ho ritrovato il lungomare e non ho più sbagliato strada, all’andata verso la piscina. Piuttosto: due locali in cui pensavo di andare a mangiare a pranzo, una piadina e via, erano chiusi. Comunque “l’altro bar” mi ha servito “la solita piadina” e un qualche articolo sul corriere della sera mi ha fatto arrabbiare, ma poco male. Dopo le gare del pomeriggio, però, la maledizione dello sbaglio di strada è ripresa. Ora. Google Maps è una benedizione dal cielo, ma riesco a imbroccare la strada sbagliata pure con quello. Figuriamoci senza. Eppure è semplice, no? Se prendi via Ortles, giri a sinistra e attraversi la strada per essere in viale Emilia. Se prendi l’altra giri a destra e ti muovi verso il mare. Ho preso l’altra e ho girato a sinistra. Certo che poi anche da lì si può correggere l’errore, solo che ho deciso che era meglio fare il girotondo e ricominciare.

Le gare del pomeriggio sono state annunciate e seguite benissimo dallo speaker, che indicava tempi di qualificazione per Rio e Londra, passaggi parziali e tutto quello di cui si può avere bisogno anche se non avessimo il programma stampato e, grazie ai siti web, le start list, i risultati in tempo reale e i tempi limite. Sono arrivato alle tre, due ore prima dell’inizio delle finali. Niente di nuovo. Al bar si sono visti la Masini Luccetti e coach Bolognani. Niente di strano in questo ambiente che è come una grande famiglia dove atleti, tifosi, allenatori, genitori si mescolano con tranquillità. Agli eventi internazionali poi questa famiglia diventa cosmopolita. Dopo essermi messo in pari, al tavolino, con Corsia 4 e gli altri siti, sono passato in tribuna, dove degli esseri strani facevano degli esercizi ginnici sovrumani. Da notare anche i cambi di costume dei nuotatori nelle tribune, fatti con uno stile e una velocità che ricordano i meccanici al cambio gomme della Ferrari in Formula Uno. (Ricordi che risalgono agli anni Ottanta, peraltro.)
Penso che potrei fare un riassunto degli appunti raccolti durante tutte le gare viste dal 2009 in poi: gli episodi più curiosi o quelli che meritano di restare impressi anche dopo la fine delle manifestazioni.

Torniamo al pre gara. Alle quattro ho notato che la tribuna si stava già riempiendo. Era l’ora di mettersi a sedere. Mi sono piazzato esattamente a quindici metri dall’arrivo. Vicino a me c’erano dei fan sfegatati di Sabbioni, che avrebbero potuto essere anche i genitori, che durante la sua gara si sono spostati fino alla barriera che separa il piano vasca dalla tribuna e hanno saltellato e urlato e applaudito in modo quasi epilettico, e il significato dell’aggettivo è da intendersi come positivo. Accanto a me, invece, c’erano dei parenti di Luca Dotto, salutati a fine gara dal simpatico e sfortunato-infortunato Marco Orsi. Tutti gli atleti devono chiaramente passare dal piano vasca per spostarsi lungo l’impianto e quindi è normale che vengano abbrancati da masse di bambini autografisti, che a dire il vero sono pochi, ma indefessi (non li smuovi fino all’ottenimento della firma), sia pure non invadenti, a differenza che a Roma o a Barcellona. Tra gli atleti, il più autografato è stato Paltrinieri, ovviamente, seguito da Magnini, detto l’Eterno Combattente. Curiosamente della coppia Polieri – Pirozzi è stata presa più in considerazione Stefania e della coppia Mizzau – Carli, Alice. Le due Alici, Nesti e Mizzau, hanno anche cercato di comunicare a una cinquantina di metri di distanza e come abbiano fatto a capirsi, in tutta quella confusione, lo sanno solo loro. Io ho notato una ragazza alta e mora che ha scavato un solco lungo il piano vasca dal numero di volte che è passata. Non ricordavo chi fosse, anche se mi sembrava una faccia nota. Per farsi riconoscere ha deciso bene di piazzarsi al terzo posto nei 200 farfalla, così che tutti sapessero che si trattava di una delle promesse del nuoto italiano, cioè Ilaria Cusinato.

E le gare?
Partenza col botto. Simone Sabbioni fa il record italiano e conquista con autorevolezza la qualificazione per Rio. Al momento ha il decimo tempo stagionale nei 100 dorso. Subito dopo, nella finale b dei 100 dorso donne, Tania Quaglieri fa il record italiano junior e si qualifica per gli euro junior. Tra gli junior, tra l’altro, in dieci faranno il tempo limite, dimostrandosi in forma. Purtroppo invece deluderanno in diversi tra i grandi. Nei giorni passati su Corsia 4 qualcuno diceva che la nazionale italiana potrebbe già essere la più completa e forte d’Europa, a prescindere dalle punte e dalle medaglie. I francesi non sono stati un granché. Gli inglesi sono in crisi. Gli altri non sono così completi come gli azzurri. Ora è chiaro che le gare possono andare male, che c’è tempo per rimediare, che non sappiamo esattamente come gli atleti si siano preparati e quali fossero i loro obiettivi per oggi e quali saranno quelli per gli europei. Inoltre è sicuro che si siano impegnati al massimo e che i risultati arriveranno, però oggi nessuno ha fatto meglio o dell’open di Milano, quando erano in fase di carico e promettevano scintille, o di stamani, dove uno come Luca Dotto ha fatto un tempone: 48″3.
La cosa curiosa è che chi ha realizzato dei tempi al di sotto delle aspettative, lo ha fatto in blocco, in quelle specialità dove c’è un’alta densità di atleti o atlete in grado di competere. Le quattrocentiste, che sono tante e forti e sarebbero in teoria pronte a darsi battaglia su tempi di livello, hanno tutte nuotato al risparmio. Non che lo abbiano fatto scientemente: hanno dato questa sensazione. Le dorsiste, pure, hanno nuotato al di sotto dei loro standard e delle loro potenzialità. La Zofkova ha poi detto che in allenamento andava bene, che ha fatto più fatica nel pomeriggio che al mattino (stessa cosa detta da Dotto.) Peccato per la Scalia, che ha sbagliato gara. La Pirozzi e la Polieri hanno dato vita a un bel testa a testa che ha visto prevalere Stefania, però con gli stessi tempi di Milano. Tra gli uomini bene Dotto, sul podio Magnini, ma per la staffetta le cose non sembrano promettere benissimo. Certo, c’è Londra in arrivo e molti avranno finalizzato per gli europei, e a quel punto ci sarà da capire se sia un bene in vista di Rio oppure no, ma esistono dei tecnici che sanno sicuramente fare le valutazioni più opportune e quindi lasciamo a loro le risposte e i passi da seguire per portare gli atleti al top quando conta di più. Al momento, oltre alla staffetta veloce maschile, sorgono dei dubbi sulle possibilità delle due staffette miste, dove per un motivo o per un altro manca sempre un quarto componente. Tra i maschi, in particolare, sembra esserci un blocco dato dalla mancanza di un ranista. Anche qui vale il discorso tempo, ma Scozzoli o Martinenghi siamo sicuri che non potrebbero accelerare un po’ nelle prossime settimane? Speriamo. Credo che della condizione del nuoto italiano in vista di Rio sapremo di più dopo Londra che dopo gli assoluti. C’è comunque ancora tutta una settimana per venire smentito. Sorvoliamo sulla delusione di Paltrinieri, che ha comunque vinto con 14’42 i suoi millecinquecentometri e sappiamo di poter contare su di lui, e concentriamoci sull’ottimo 14’46 di Detti, pb e terzo tempo stagionale.

A seconda delle aspettative, cambiano anche le interpretazioni. Sul forum di Corsia 4 leggo un commento positivo, di Ottavio: “Sulle gare di oggi: un po’ tutti avevamo indicato Detti, Dotto, Paltrinieri e Sabbioni e tutti ci abbiamo preso. Tra le donne, Scalia è passata da 59″ è tornata da 1’03”. Ha fatto bene a cercare il tempo, mi dicono da Riccione che ha esagerato con la frequenza nei primi 50. Crollata nella seconda vasca, abbiamo ora quattro atlete a cavallo dell’1’01”. Una staffettista la devono portare. Tutto ancora aperto. Panziera molto cauta ai 50, con un ritorno super. Vedremo nei suoi 200. Tra gli Uomini peccato che dietro a Sabbioni ci sia tale distacco. Comunque ha fatto quello che doveva fare ora può tirare dritto alle olimpiadi. 400sl. Fa piacere vedere Mizzau così, lei è IMPRESCINDIBILE nella 4×200. Grande densità di risultati da parte delle staffettiste. Molto bene. Romei conferma il tempo strepitoso dei categoria. Può essere protagonista agli Eurojunior. 200fa Femmine. Brave Pirozzi e Polieri, ma ormai a livello internazionale c’è una concentrazione spietata sotto 2’08. La Polieri ha solo questa gara purtroppo. La Cusinato si conferma in forte ascesa. 1500sl: delusione di giornata perché Paltrinieri cercava il tempo killer. Lo stesso Morini, abbottonatissimo, pare avesse preannunciato una prestazione superiore. Quindi gara storta, se si può definire storto un 14.42. MEGLIO QUI CHE ALLE OLIMPIADI. Si qualifica Detti, con un ottimo tempo.”
Ps. Ma quelli che parlano di mental coach? Psicologo pareva brutto?

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