RIO 2016. NON SARANNO DELLE SUPERSTAR, NON AVRANNO LA DIVISA DEL VOSTRO COLORE, POTREBBERO NON AVERE NEMMENO UNA BANDIERA, MA MERITANO CHE TIFIATE UN PO’ ANCHE PER LORO.
Il mondo è pieno di atleti da seguire anche se non hanno una bandiera o non è la nostra. Ci sono atleti che meritano di avere un po’ di tifo per la loro storia personale, per la loro sfortuna, per la loro inventiva o anche solo per la loro età.
Tra gli atleti da seguire per le loro storie di vita ci sono i campioni nati nella favela, i rifugiati, i millennials e anche coloro i quali hanno fatto raccolta fondi per loro stessi sul web mettendo in premio costumi da tuffatrice, pezzi di asta da salto con l’asta, incontri faccia a faccia con l’atleta stesso, sedute di wrestling ad personam, giri in vela, lezioni di windsurf.
Nomi? Campioni nati nella favela:
Lohaynny Vicente, badminton.
Robson Conceicao, pugilato.
Davi Alvino, lotta greco romana.
Senza bandiera e rifugiati:
Yolande Mabika, Congo, judo.
Yusra Mardini, Siria, nuoto.
Rose Nathike Lokonyen, Sud Sudan, mezzofondo.
Angelina Nadai Lohalith, Sud Sudan, 1500 metri.
James Nyang Chiengjek, Sud Sudan, 400 metri.
Paulo Amotun Lokoro, Sud Sudan, 1500 metri.
Yech Pur Biel, Sud Sudan, 800 metri.
Rami Anis, Siria, nuoto.
Popole Misenga, Congo, Judo.
Yonas Kinde, Etiopia, maratona.
I crowdfunded attraverso siti come Gofundme o Sponsorize.me
Laura Marino, tuffi.
Valentine Lavillenie, salto con l’asta
La squadra di pallamano femminile australiana.
Kelia Calaca, lotta.
Lucy Hatton, corsa a ostacoli.
Luke Patience, vela.
Mattia Camboni, windsurf.
In nome dello sport pulito sono arrivati fondi alla russa Stepanova, per iniziativa del tedesco Harting, usando il sito ibelieveinyou.ch
E gli under 17? Campioni futuri o atleti di passaggio che ricorderanno questa edizione come il loro momento di gloria anche non dovessero passare un turno di gara.
Gaurika Singh, Nepal, nuoto. Scampata al terremoto del 2015.
Siri Budcharern Arun, Laos, nuoto. Si allena in una piscina scoperta di 25 metri senza corsie privilegiate. E’ da tifare per “quel che rappresenta la partecipazione del suo povero paese all’Olimpiade.”
Kanak Jha, Stati Uniti, tennis tavolo.
Ellie Carpenter, Australia, calcio.
Natalie Hermann, Germania, ginnastica ritmica.
Ai Yanhan, Cina, nuoto.
Sidney McLaughlin, Stati Uniti, 400 ostacoli.
Link:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/08/04/quei-campioni-nati-nella-favela-addio-violenza-ora-siamo-atleti42.html?ref=search
http://www.storiedisport.it/?p=13435. Alice Figini parla di Yusra Mardini.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/08/04/aste-web-e-fantasia-cosi-il-sogno-rio-e-diventato-collette43.html?ref=search
http://www.gazzetta.it/Olimpiadi/2016/03-08-2016/singh-arun-jha-carpenter-mclaughin-ecco-millenials-rio-2016-160584431082.shtml Dove si legge anche che “Nessuno, in fatto di precocità, eguaglierà il ginnasta greco Dimitrios Loundras che a 10 anni e 218 giorni, il più giovane olimpico di sempre, fu di bronzo nella gara a squadre ad Atene 1896 o l’azzurra collega di specialità Luigina Giovotti che a 11 anni e 301 giorni fu d’argento ad Amsterdam 1928 (con le leggendarie “Giovani pavesi”). Resteranno loro, in campo maschile e femminile, i più “piccoli” medagliati nella storia olimpica. Ma Gaurika e i suoi fratelli ne seguiranno con orgoglio le orme.”
Non dimentichiamo lo spadista senza bandiera:
http://pianetascherma.com/2016/08/04/alshatti-la-favola-dello-spadista-senza-bandiera/
Spingiamo affinché anche Andrea Pellegrini possa andare a Rio per le paralimpiadi.
http://pianetascherma.com/2016/08/04/il-web-si-mobilita-per-andrea-pellegrini-a-rio-2016/
E neppure la coppia omosessuale sposata che giocherà nella squadra di hockey su prato femminile britannica e ha rilasciato un’intervista qualche giorno fa.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/08/02/famiglia-helen-e-kate-un-amore-senza-paure-il-mondo-e-cambiato40.html?ref=search