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Lo stupore delle prese elettriche

Risorse naturali, limiti alla crescita e beni comuni

 

LE RISORSE NATURALI SONO UN LIMITE ALLA CRESCITA? (RISPOSTA: NO.)
Oggi, la popolazione mondiale è di almeno sette miliardi di persone, più di quattro volte quella di un secolo fa. Allo stesso tempo molte persone stanno godendo di uno standard di vita più alto di quello dei loro avi. Un dibattito perenne riguarda il fatto se la crescita della popolazione e gli standard di vita possano continuare in futuro.
Molti commentatori hanno argomentato che le risorse naturali alla fine limiteranno la crescita delle economie del mondo. A prima vista questo argomento sembra rilevante. Se il mondo ha solo un ammontare fisso di risorse naturali non rinnovabili, come possono la popolazione, la produzione e gli standard di vita continuare a crescere nel tempo? Prima o poi le risorse naturali si esauriranno, no? Quando queste carenze si verificheranno, non fermeranno la crescita economica e non faranno cadere gli standard di vita?
Malgrado l’apparente appeal di tali argomenti, molti economisti sono meno preoccupati di questi limiti alla crescita di quanto si potrebbe credere. Il progresso tecnologico ha spesso condotto a evitare questi limiti (ed è stato imposto anche da questi.)
Se noi confrontiamo l’economia odierna con quella del passato vediamo vari modi con cui l’uso delle risorse naturali è migliorato. Le auto moderne hanno minori sprechi e più efficienza. Piattaforme petrolifere più efficienti sprecano meno petrolio nel processo di estrazione. Il riciclaggio permette ad alcune risorse non rinnovabili di essere riusate. Lo sviluppo di carburanti alternativi permette di sostituire risorse rinnovabili a non rinnovabili.
Settanta anni fa, alcuni conservazionisti erano preoccupati dell’uso eccessivo di alluminio e rame. Al tempi, queste erano commodities cruciali: l’alluminio era usato per fare molti contenitori di cibo e il rame per fare i cavi telefonici. ALCUNE PERSONE CHIEDEVANO il riciclaggio e il razionamento del loro uso così che quelle forniture potessero essere disponibili per le generazioni future. Oggi, tuttavia, la plastica ha sostituito l’alluminio per fare i container e le chiamate telefoniche viaggiano su cavi a fibra ottica, derivanti dalla sabbia. Il progresso tecnologico ha reso le risorse naturali un tempo essenziali meno necessarie. Anche il petrolio è stato utile in tal senso, quando ha limitato l’uso del carbone, che a sua volta aveva avuto una sua utilità riducendo l’uso del legno come combustibile e quindi salvando le foreste.
Ma questi sviluppi sono sufficienti a mantenere la crescita economica? Un modo per affrontare la questione è guardare ai prezzi delle risorse naturali. In un’economia di mercato, la scarsità si riflette nei prezzi. Se il mondo si trova in una situazione di scarsa quantità, i prezzi cresceranno nel tempo. Empiricamente, nei fatti, spesso si è verificata una situazione opposta. I prezzi delle risorse naturali fluttuano nel breve termine anche in modo sostanziale, ma nel lungo periodo, i prezzi della maggior parte delle risorse naturali (aggiustati per l’inflazione) sono stabili o in caduta. Sembra quindi che la nostra capacità di conservare le risorse cresca più rapidamente di quanto la loro offerta sia calante. E’ l’andamento storico dei prezzi a segnalare come sia scorretto considerare la limitatezza delle risorse naturali (che non sono sempre state considerate risorse, né sono sempre uguali in tutti i luoghi e in tutti i tempi) come un limite alla crescita.

BENI COMUNI
I beni comuni, come i beni pubblici, sono non escludibili: sono disponibili per chiunque voglia usarli.
I beni comuni, a differenza dei beni pubblici, sono rivali nel consumo: la risorsa usata da una persona non è più disponibile per un’altra persona.

Tragedia dei beni comuni.
Vita in una città medievale. Attività: pastorizia. Le famiglie possiedono delle pecore. La terra in cui pascolano è collettiva: tutti possono farci pascolare le pecore e far loro brucare l’erba. All’inizio, con pochi esemplari, tutti sono felici e prosperi grazie alla vendita della lana prodotta dalle pecore. La popolazione cresce. Le pecore aumentano. L’erba piano piano diminuisce. Scompare l’erba. Le pecore muoiono. La popolazione non ha più lana da vendere e quindi la propria fonte di sopravvivenza.
Cosa causa la tragedia? A livello sociale, se i pastori agissero collettivamente, potrebbero limitare la popolazione complessiva delle pecore e quindi l’uso della terra. A livello individuale non hanno incentivi a ridurre il numero di pecore perché ognuno di loro è solo una piccola parte del problema. (Inoltre può esserci l’incentivo ad accelerare l’uso della terra per sé per evitare che la prendano gli altri.)
C’è un’esternalità: l’uso della terra da parte di una famiglia ne riduce la disponibilità per le altre. Le famiglie non ne tengono conto quando decidono il numero di pecore da crescere e il risultato è un loro numero eccessivo.
Possibili soluzioni, nel caso la tragedia fosse stata prevista, sono: regolare il numero di pecore che ciascuno può tenere, mettere all’asta un numero limitato di permessi all’uso della terra, internalizzare l’esternalità attraverso una tassa sulle pecore. Sono tutti rimedi usati per l’inquinamento, oggi.
Nel caso della terra c’è una soluzione più semplice: privatizzarla. Dare pezzi di terra ai privati e tutelarne la proprietà attraverso barriere. Nel proprio pezzo di terra e solo in quello possono pascolare le pecore di ognuno. (Salvo acquisti e vendite o affitti di altri pezzi di terra.) Questo risultato è stato realizzato in Inghilterra con l’enclosure movement.
Generalizzando: quando una persona usa un bene comune, ne diminuisce la fruibilità per gli altri. A causa di questo, i beni comuni tendono a essere usati in eccesso. I governi possono affrontare il problema attraverso regolamentazioni o tasse che ne riducano il consumo, oppure possono privatizzare la risorsa.
Aristotele aveva già sottolineato il problema: “gli uomini hanno riguardo più grande per ciò che è di loro proprietà piuttosto che per ciò che possiedono in comune con gli altri.”
Due tragedie dei commons odierne sono il degrado ambientale e le strade congestionate.

LA RIVINCITA DELLE PROPRIETA’ COMUNI: OVVERO, LA TERZA VIA.
http://www.lavoce.info/archives/25938/elinor-ostrom-e-la-rivincita-delle-proprieta-comuni/

RISORSE NATURALI: ALLOCAZIONE EFFICIENTE E DEFINIZIONI

L’allocazione efficiente delle risorse naturali dipende dalle circostanze. Quando la risorsa può essere estratta a un costo marginale costante, la quantità efficiente della risorsa non rinnovabile estratta declina nel tempo e se non vi sono sostituti, diventa gradualmente zero. Se un sostituto a costi costanti è disponibile, la quantità disponibile della risorsa non rinnovabile estratta declina fino alla quantità disponibile delle risorsa rinnovabile. In ambedue i casi la risorsa non rinnovabile disponibile sarà usata completamente e il costo dell’utente marginale crescerà nel tempo fino al massimo che si ha quando l’ultima unità di risorsa viene estratta.

L’allocazione efficiente di una risorsa dal costo marginale crescente è simile nel fatto che la quantità estratta declini nel tempo, ma:
il costo d’uso marginale declina nel tempo anziché crescere;
l’ammontare cumulato estratto non è uguale all’offerta disponibile, ma dipende dalla funzione di costo di estrazione marginale.

Il progresso tecnologico e l’attività di esplorazione ritardano la transizione alla risorsa rinnovabile. L’esplorazione espande la dimensione delle riserve correnti, mentre il progresso tecnologico riduce il costo marginale di estrazione rispetto a quello che si avrebbe altrimenti, per cui, se questi effetti sono potenti, il costo marginale potrebbe effettivamente declinare per qualche periodo e la quantità estratta aumentare.

Quando la struttura dei diritti di proprietà è ben definita, l’allocazione di mercato delle risorse non rinnovabili può essere efficiente. Quando, invece, l’estrazione delle risorse impone un costo ambientale esterno, l’allocazione di mercato può non essere efficiente: il prezzo di mercato della risorsa non rinnovabile è troppo basso e troppa quantità viene estratta.

In un’allocazione efficiente di mercato, la transizione è graduale e non si verificano fenomeni di carestia e collasso. Resta da vedere se l’allocazione dei vari tipi di risorse sia efficiente. Finché il mercato è in grado di condurre a una transizione efficiente, una politica di laissez faire è indicata. Se invece il mercato non riesce a produrre l’allocazione efficiente, un intervento governativo può essere necessario.

TASSONOMIA DELLE RISORSE

Riserve correnti. Le risorse conosciute che possono essere estratte in modo profittevole a prezzi correnti. Si possono esprimere con un numero

Riserve potenziali. L’ammontare delle riserve potenzialmente disponibili dipende dal prezzo che le persone sono disposte a pagare per queste risorse: più alto è il prezzo, maggiori sono le riserve potenziali. (Più alto è il prezzo del petrolio, più è conveniente alzare i costi di estrazione delle riserve esistenti e quindi maggiore è la quantità economicamente recuperabile dal pozzo.) Tale ammontare si esprime con una funzione più che con un numero.

Resource endowment. Misura complessiva della presenza della risorsa nella crosta terrestre. Il concetto è geologico e rappresenta un limite superiore alla disponibilità della risorsa.

Comunemente si commettono due errori di concetto:
1. Considerare le riserve correnti come se fossero quelle complessivamente disponibili e dire che si esaurirà la risorsa nell’anno x, quando il calcolo si fonda sulle riserve correnti, appunto.
2. Assumere che tutto l’ammontare delle risorse sulla crosta terrestre sia disponibile poiché si troverà sempre un prezzo a cui qualcuno sarà disposto a pagarlo. Questo accadrebbe se un prezzo infinito fosse prima o poi possibile, ma così non è.

Risorse depletable: si rinnovano a un tasso così lento che il loro stock non può aumentare in un tempo ragionevole.

Risorse riciclabili: risorse usate per un certo scopo e che poi possono essere in parte utilizzate di nuovo per lo stesso scopo o per scopi diversi, dopo un processo di trasformazione. Il grado di riciclo dipende da condizioni economiche.
Il rifornimento permette di recuperare le risorse. Più il prezzo è alto e più è incentivante esplorare nuove forme che favoriscono il rifornimento. Alti prezzi stimolano anche il progresso tecnologico per espandere le possibilità di uso di una risorsa. Il nucleare è un esempio.
Le riserve potenziali delle risorse riciclabili possono esaurirsi a seconda della domanda per il prodotto, la durabilità del prodotto costruito con la risorsa, la capacità di riusarli. Prodotti riutilizzabili come il vuoto a rendere o i mercati dell’usato evitano di dover ricomprarli.
Per alcune risorse le riserve potenziali dipendono dalla capacità di stoccarli. Per esempio l’elio, con l’estrazione del gas naturale, si diffonde nell’atmosfera e riottenerlo è troppo costoso o infattibile.
Alcune risorse esauribili  possono essere riciclate o riusate: le fonti fossili di energia si consumano con l’uso e con la trasformazione in calore, questo si disperde nell’aria e quelle fonti sono perse per sempre. Per le fonti esauribili non riciclabili, il loro uso attuale produce una loro minore disponibilità per le generazioni future.
Le risorse riciclabili possono essere uste più a lungo, ma non per sempre. Parte della massa viene comunque persa in sede di riciclo. Per la legge dell’entropia tali risorse verranno via via consumate fino al livello zero.

Risorse rinnovabili. Sono quelle che anche se usate si rinnovano naturalmente.

 

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