there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

rivoluzione energetica?

| 0 commenti

ENERGY REVOLUTION

 

EXECUTIVE SUMMARY

 

Prima edizione: 2005.

2010: L’IPCC special report renewables sceglie quattro scenari di possibili percorsi per mitigare i problemi legati al cambiamento climatico. Il più ambizioso tra quelli scelti è l’Energy Revolution.

  1. Il Meister Consultant Group afferma che agenzie, istituzioni finaziarie, imprese avevano sottostimato la crescita impetuosa del settore dell’energia pulita. Solo il rapporto Energy Revolution si era avvicinato alla realtà.

Obiettivo 2015: arrivare al 100% di produzione e consumo di energia da fonti rinnovabili entro il 2050.

La cosa buona: le tecnologie rinnovabili sono diventate mainstream nella maggior parte dei Paesi a seguito della drammatica riduzione dei costi. (Nota: fonti? Verifica. Costi legati a incentivi?)

La cosa cattiva: il progresso attuale non è sufficiente ad arrestare i cambiamenti climatici. L’obiettivo in tal senso deve essere quello di non far aumentare la temperatura oltre i due gradi centigradi rispetto al periodo antecedente la rivoluzione industriale.

 

 

CLIMATE CHANGE

 

Il cambiamento climatico è causato principalmente dalla crescita dei gas serra, specialmente anidride carbonica, nell’atmosfera. Tale crescita scompensa gli equilibri naturali ed è dovuta soprattutto alle attività dell’uomo: trasporti, agricoltura, attività industriali ecc. (Vedi composizione)

 

Il cambiamento climatico minaccia i continenti, gli ecosistemi, i sistemi di vita, le città costiere, la disponibilità di cibo e di acqua. Esso significa più disastri naturali come incendi, alluvioni, danni alle proprietà lungo le coste, innalzamento dei mari, emigrazioni di massa.

 

La dipendenza dalle fonti fossili risulta in una spirale di incremento delle emissioni di gas serra e di riscaldamento globale. Alcune fonti non convenzionali, come lo shale oil e gas o, invece, nuove gigantesche miniere di carbone, distruggono esse stesse ecosistemi e mettono in pericolo la disponibilità di acqua per usi umani. L’energia nucleare è troppo pericolosa, è troppo lenta da sviluppare, è molto costosa tenendo conto di tutti i costi da sostenere in tutto il ciclo di vita dell’impianto. (La frase relying on a fuel that has a fluctuating cost on the global market is harmful to economies è una minchiata. Vale per il cibo, per le commodities, per qualsiasi cosa e il modo migliore perché l’economia di mercato funzioni è che i prezzi fluttuino.)

 

Passando a fondi non convenzionali, estraiamo più carbone da sotto terra, luogo dove è bene che il carbone resti. Secondo l’IEA almeno i due terzi delle risorse correnti di carbone dovrebbero restare sotterrati. Secondo l’Ipcc l’umanità non deve emettere più di 1000 giga tonnellate di CO2 da adesso. Quindi occorre muoversi rapidamente verso un sistema decarbonizzato.

 

L’ATTUALE RIVOLUZIONE ENERGETICA STA PROCEDENDO TROPPO LENTAMENTE

Secondo l’IEA (rapporto TCEP 2015):

    • Costi. Le rinnovabili sono sempre più competitive con le fonti fossili e il gap di costo si sta riducendo in tutto il mondo. Tuttavia i mercati non riflettono interamente il costo ambientale della generazione di energia dalle fonti fossili. (No carbon price?)

 

  • Politiche. I mercati dell’energia devono essere ridisegnati per permettere di gestire fonti rinnovabili distribuite e variabili. Esistono degli ostacoli per finanziare progetti legati alle rinnovabili e alle connessioni infrastrutturali (grid.) Gli errori peggiori, però, si hanno quando i governi determinano incertezza sulle scelte future e cambiamenti retroattivi delle regole.
  • Tecnologia. Il riscaldamento da cogenerazione e da fonti rinnovabili è cresciuto in termini assoluti ma non abbastanza come quota di fornitura dell’energia. La quota di cogenerazione nella fornitura di elettricità è stagnante. L’immagazzinamento di energia attraverso le batterie è stato sviluppato principalmente per i trasporti, anche se una quota via via crescente inizia a essere usata per garantire una fornitura costante di energie rinnovabili, per loro natura variabili.
  • Trasporti. Molti produttori stanno offrendo prodotti ibridi o elettrici. Gli standard di efficienza dei carburanti hanno reso le auto più efficienti. Tali standard dovrebbero adesso essere adottati da camion e bus.
  • Edifici. Le tecnologie sono disponibili e vari target sono previsti in diverse regioni. Tuttavia il tasso e la profondità di costruzione o ristrutturazione in senso maggiormente efficiente dal punto di vista energetico richiedono ulteriori progressi. Lo stock di edifici ha una vita che poi si conta in decenni.

 

 

Secondo il rapporto “renewables-global status report” del REN 21, aggiornato al 2014, il mercato delle rinnovabili è stato dominato dal fotovoltaico, dall’eolico e dall’idroelettrico. Per la fine dell’anno le rinnovabili hanno contirbuito al 60% di nuova capacità elettrica installata. L’incremento nel volume di mercato e una forte concorrenza globale hanno portato a riduzioni di costo significative, soprattutto per il fotovoltaico e per l’eolico. Come risultato, altre tencologie rinnovabili sono state sotto pressione per una riduzione dei costi, particolarmente nel settore del riscaldamento. Questo a causa della maggiore competitività dei sistemi di riscaldamento basati sull’elettricità. Sono diventati economicamente competitive le combinazioni fotovoltaico più pompe elettriche di riscaldamento. Ciò ha impattato negativamente sul mercato dei collettori solari termici, ma non ha impedito al rispettivo emrcato e a quello del riscaldamento da geotermia di crescere del 9%.

Il problema nel settore del riscaldamento è dato dalla mancanza di infrastrutture per i sistemi di riscaldamento e dall’incertezza sulle politiche governative.

 

Il numero di veicoli elettrici è raddoppiato, fino a 665000. L’e-mobility e gli sviluppi nella produzione di batterie (comprese significative riduzioni di costi) cambieranno in futuro il ruolo delle energie rinnovabili nel settore dei trasporti. Attualmente, però, la fonte rinnovabile più utilizzata nel settore è quella dei biocarburanti. (Che comportano diversi problemi.)

 

In conclusione possiamo parlare di successo delle rinnovabili nel settore elettrico, anche se in parte è minato dalla crescita della generazione di elettricità da carbone in Cina, almeno fino al 2014. (Quest’anno c’è stato un primo declino della domanda di energia da carbone in Cina.)

Il settore dei trasporti e quello del riscaldamento sono ancora indietro.

La transizione verso le rinnovabili è ancora troppo lenta e la domanda di energia cresce troppo velocemente (?)

Il political framework dei mercati dell’energia deve adattarsi alle tecnologie emergenti, nuove, distribuite in modo da sostenere la transizione verso le rinnovabili. (Un po’ troppa fiducia negli obblighi imposti dall’alto a imprese e consumatori a fronte di vincoli? Troppa enfasi su governi e leggi?)

 

EFFICIENZA ENERGETICA

 

Più è meno. Usare l’energia in modo efficiente è meno costoso che produrre nuova energia. Una lavatrice più efficiente usa meno energia e permette di risparmiare acqua. Una casa efficiente, ben insolata, garantisce un maggior comfort perché sarà più calda d’inverno e più fresca d’estate. Un frigorifero più efficiente è più silenzioso, non presenta problemi di ghiaccio all’interno o di condensazione all’esterno e dura di più. Un’illuminazione più efficiente consente di avere più luce quando se ne ha bisogno.

 

TRASPORTI

 

Oggi il 27% (IEA WEO SR 2015) dell’energia è utilizzata per il settore dei trasporti (strada, ferrovie, aviazione, navigazione). A fine 2013 il 92,7% dell’energia per i trasporti proveniva da prodotti petroliferi, il 2,5% dai biocarburanti, mentre solo l’1% proveniva dall’elettricità. Una transizione del settore alle rinnovabili è necessaria per eliminare le emissioni di carbone. Con le tecnologie disponibili è possibile oggi una rivoluzione almeno per i trasporti via terra. Questa è comunque la parte più difficile della transizione a un mondo decarbonizzato e occorre una rivoluzione tecnologica.

 

Il 14% dei carburanti per i trasporti sono usati per “bunker fuel”, vale a dire per l’energia ncessaria per i trasporti internazionali via nave e via aereo. Affinché i settori marino e aereo possano iniziare la transizione occorrono grossi investimenti in ricerca e sviluppo. I biofuels e i synfuels prodotti attraverso elettricità rinnovabile sono la sola opzione realistica di energia rinnovabile per gli aerei attualmente e il prossimo decennio. Per le navi sono necessari nuovi tipi di motori (vele di nuova generazione, rotori Flettner) in modo da poter ridurre l’uso (e poi rimpiazzare) alcuni carburanti. (E i costi? E chi paga?)

Tuttavia la rivoluzione dei trasporti deve iniziare nelle grandi città, dove il passaggio da un sistema di trasporti individuale e uno efficiente, pubblico e conveniente è possibile in breve tempo e con le tecnologie correnti. L’azione politica è la barriera principale al cambiamento nel sistema dei trasporti. (Sì, vabbè. E le preferenze dei clienti? E perché non chiedere soluzioni di mercato come tasse non distorsive da compensare? E i costi? Chi paga? Il consumatore? Il contribuente? Come viene gestito il pubblico? Certo che nelle grandi città si può: io vivo di trasporto pubblico, ma il costo lo pagano i contribuenti. Questa fiducia nella politica onnipotente e nella necessità di regole stabilite dai governi è sbagliata. Leggi e poi nuove leggi e sanzioni e controlli. Non funziona ed è aberrante: sa di stato etico. Il fine è giusto, ma il mezzo? A me questo passaggio al sistema pubblico e bici va benissimo, peraltro, ma come realizzarlo? Le infrastrutture chi le realizza? Con quali soldi? Creando deficit?)

 

ENERGY REVOLUTION 2015: DA DOVE PARTIAMO.

 

Le fonti rinnovabili rappresentavano il 12% della domanda di energia primaria nel 2012. Le fonti principali sono le biomasse e l’idroelettrico, che sono usate principalmente per il riscaldamento e i trasproti, ma sta crescendo il loro utilizzo come fonti nel settore elettrico.

 

Circa il 21% della generazione di elettricità nasce da fonti rinnovabili. Anche la fornitura di riscaldamento proviene per il 21% da fonti rinnovabili. Le quote di mercato del fotovoltaico e dell’eolico rivoluzionano il settore elettrico con quote crescenti, ma la fonte più rilevante resta per ora l’idroelettrico. Nel settore del riscaldamento, invece, la fonte rinnovabile principale resta quella delle biomasse, per quanto stia crescendo il contributo delle pompe di calore e dei collettori solari termici.

 

In ogni caso circa l’81,2% della fornitura di energia primaria proviene tuttora dalle fonti fossili.

 

I due scenari di rivoluzione energetica descrivono percorsi di sviluppo per la fornitura di energia sostenibile. Questi percorsi consentirebbero di soddisfare l’obiettivo di riduzione della CO2 emessa e di eliminare il nuclare, senza ricorrere a risorse fossili non convenzionali.

 

I RISULTATI DEL RAPPORTO GLOBAL ENERGY REVOLUTION

 

USARE ENERGIA IN MODO SAGGIO

Combinando le proiezioni della crescita della popolazione, del pil e dell’intensità di energia, otteniamo vari valori. Secondo lo scenario dell’IEA la domanda di energia finale incrementerà del 65%, dagli attuali 326 900 PJ/a a 539000 PJ/a nel 2050. Nello scenario energy revolution di base, la domanda finale di energia diminuirà del 12% a 289000 PJ/a. Data una più veloce elettrificazione dei trasporti e una quota più alta di trasporto pubblico, secondo lo scenario avanzato, conduce a una riduzione fino al 15% rispetto al livello attuale. L’importo di PJ/a consumati nel 2050 sarebbe pari a 279000. Cresce tutto tranne la domanda di energia, si fanno assunzioni irrealistiche e imposte dall’alto, le previsioni già di per sé ormai le usano solo i politici e lasciano il tempo che trovano, non si considera che il mondo cambierà come tecnologie, mercati, prezzi, manca ogni considerazione sulle variazioni dei prezzi ecc. Il trasporto pubblico e le auto elettriche avranno clienti? Domanda e offerta non derivano dalle decisioni politiche: queste possono influenzare gli incentivi. Da notare come il calo della domanda e l’elettrificazione dei trasporti sono due assunzioni che vanno a favorire la possibilità di un mondo rinnovabile: i dati sono inficiati da wishful thinking? In ogni caso, tutti questi progressi sono auspicabili e lottare per il loro raggiungimento, anche se non totale, è valevole. Io adorerei un mondo del genere, purché parta dal basso: questa è una vera distruzione creatrice, lo sviluppo tecnologico e scientifico sono protagonisti insieme a una drastica riduzione delle esternalità ambientali di mercato: perfetto.

 

L’ELETTRICITA’ SOSTITUISCE I CARBURANTI

 

Crescita economica, miglioramento degli standard di vita ed elettrificazione del settore dei trasporti. Alla luce di questo la domanda di elettricità totale aumenta da 18 860 TWH/a del 2012 a 37 000 TWH/a del 2050 secondo lo scenario energy revolution base, mentre per lo scenario IEA ci sono 16700 TWH/a in più da considerare. Lo scenario avanzato prevede 40000 TWH/a.

Per raggiungere questi risultati, si devono assumere consistenti aumenti di efficienza energetica nei settori industriale, residenziale e dei servizi. Inoltre l’elettricità diventerà la risorsa rinnovabile primaria, da utilizzare non solo per usi diretti, ma anche per generare carburanti sintetici e per sostituire le fonti fossili.

 

RIDUZIONE DELLA DOMANDA GLOBALE DI ENERGIA PER IL RISCALDAMENTO.

Efficienza, ristrutturazione e rinnovo nella costruzione degli edifici, introduzione di standard a basso consumo di energia, climatizzazione passiva, sistemi di aria condizionata efficienti porteranno/porterebbero a riduzioni della domanda di energia. A quale costo? Per quali investimenti? Chi paga il sovrapprezzo? I contribuenti? I consumatori? E se si scoprisse che il mercato va da un’altra parte perché i poveri non possono permettersi certe soluzioni, per esempio? In questi rapporti mancano sempre un po’ le considerazioni economiche. Comunque magari si realizzassero. Vale sicuramente la pena lottare per sensibilizzare all’efficienza energetica.

 

GENERAZIONE DI ELETTRICITA’

Nel 2050 il 92% dell’elettricità prodotta nel mondo proverrà da fonti rinnovabili. Scomparirà il nucleare, gli impianti a fonti fossili si ridurranno e le nuove rinnovabili (eolico, fotovoltaico, solare a concentrazione, geotermico) contribuiranno per il 68% del totale dell’elettricità generata. Già per il 2020 la quota di produzione di elettricità rinnovabile sarà del 31% e nel 2030 salirà al 50%. La capacità installata sarà di 7800GW nel 2030 e 17000 nel 2050. Lo scenario avanzato prevede numeri ancora superiori. Comunque le smart grid, il demand side management, capacitù di immagazzinamento dell’energia e altre opzioni vanno espanse in modo da incrementare la flessibilità del sistema elettrico per “grid integration,” “load balancing” e una fornitura sicura di elettricità. Problemi politici. Vanno costruiti elettrodotti. Queste grid vanno implementate. I cittadini non protesteranno? Poi i costi. Quanti investimenti e costi di gestione sono necessari? Chi paga? Qual è il rendimento di tali investimenti? Chi copre i rischi?

 

I COSTI FUTURI DELLA GENERAZIONE DI ELETTRICITA’.

 

L’introduzione di tecnologie rinnovabili aumenta leggermente i costi futuri. La differneza rispetto allo scenario di riferimento è minore di 0.2 centesimi di dollaro a KWH negli scenari di GP senza tener conto di costi di integrazione, immagazzinamento, bilanciamento di carichi. A causa dei prezzi in crescita per i carburanti convenzionati, i costi di generazione dell’elettricità saranno economicamente favorevoli in tutto il mondo a partire dal 2030 e in alcuni paesi come Cina e India anche a partire dal 2020. Per il 2050 i risparmi di costo rispetto agli scenari IEA saranno inferiori di 1,7 dollari (advanced, capacità richiesta più alta) o di 2,5 dollari (scenario gp base.) Si assumono competitività future che avrebbero dovuto essere già soddisfatte, non si è molto chiari, si parla di prezzi delle fonti convenzionali in crescita ma non è detto che sarà così ed era già stato detto, si parla di risparmi di costo ma non viene indicato il costo effettivo, né qual è l’incidenza rispetto al pil o a quanto l’aumento del costo graverebbe sulle aziende (per le quali l’energia è un costo.)

 

LA FATTURA ELETTRICA FUTURA

 

Sotto lo scenario di riferimento, la crescita della domanda e l’aumento dei prezzi dei carburanti fossili risulta in un incremento di costi da 2,06 trilioni di dollari per anno a più di 5.35 trilioni nel 2050, confrontato coi 4,3 trilioni nello scenario base di gp, risparmio dovuto all’aumento di efficienza energetica (che comunque ha dei costi) e la quota maggiore di fornitura di energia da rinnovabili. Lo scenario avanzato conduce a costi più alti: 6,2 trilioni annui soprattutto nei settori dei trasporti e dell’industria a seguito dell’abbandono delle fonti fossili. Non è una buona cosa: meno domanda e più costi significa inefficienza e quindi non convenienza economica a fare il passaggio e se non c’è convenienza è improbabile che la transizione si verifichi, a meno di dittature, imposizioni o vincoli legali che spostino il costo sui contribuenti o sui risparmiatori o su chi comunque deve avere voglia e soldi. Se poi la crescita economica non c’è da dove vengono presi i soldi? Si stampano?

Il rapporto dice che con l’energy revolution le emissioni di CO2 si riducono e inoltre si stabilizzano i costi dell’energia (sarà) e si solleva la società dalla pressione economica. (Non è per niente detto che la stabilizzazione sia un bene, anzi la rottura degli equilibri permette di generare nuove opportunità. La frase in sé comunque non ha significato.)

 

INVESTIMENTI FUTURI NEL MONDO NEL SETTORE ELETTRICO

 

Reference scenario: sono necessari 24,5 trilioni di investimenti (o 0,63 trilioni per anno,) compresi quelli per il rinnovo futuro degli impianti al termine del ciclo di vita. Chi paga?

GP Advanced scenario. Per il 2050 si arriva a 64,6 trilioni o 1,66 di media annu.

GP Basic scenario. 1.23 trilioni annui di spesa fino al 2050, per un totale di quasi il 50% in più che nello scenario IEA.

 

Nello scenario di riferimento IEA il livello di investimenti è diviso al 50% tra impianti convenzionali e rinnovabili.

Sotto gli scenari Energy Revolution, più del 90% degli investimenti nel settore elettrico saranno basati sulle rinnovabili. Per il 2030 la quota di investimenti fossili nel settore elettrico si focalizzerà sul gas.

 

Il risparmio di costi nel basic ER scenario raggiunge i 39 trilioni di dollari, approssimativamente un miliardo l’anno. Il risparmio copre il 170% degli investimenti addizionali se confrontati col reference scenario. I risparmi sono ancora maggiori nell’advanced scenario. Si confrontano mele con pere e patate?

I costi operativi delle fonti rinnovabili sostanziamente spariranno dopo il 2050 mentre nello scenario di riferimento i costi di gas, carbone ecc.continueranno a gravare sulle economie nazionali. Oltre alle economie nazionali esistono quelle individuali e quelle regionali e gli agenti economici si comporteranno secondo convenienza. Non si tiene conto della variabilità dei prezzi che potrebbe spingere a innovazioni e alla ricerca di soluzioni che adesso non si vedono all’orizzonte. I costi degli impianti rinnovabili, lo spazio occupato, le necessità di immagazzinamento vanno messi in conto. Se alla fine costano di più per produrre meno, per motivi di loro inefficienza o perché così è assunto dal modello, il passaggio non è conveniente ma può esserlo se si considerano le esternalità positive loro e negative delle fonti fossili. Inoltre con le rinnovabili si assicura il futuro pulito alle generazioni che verranno. Questo va considerato, certo, ma senza far finta che possano esistere pasti gratis. E se poi la domanda anziché calare aumenta? L’ER non ha un piano b.

 

MONDO: FORNITURA DI ENERGIA E INVESTIMENTI FUTURI PER IL RISCALDAMENTO

 

Occorrono maggiori investimenti in tecnologie come il solare termico, il geotermico, le pompe di calore che devono essere installati.

Chi investe? Chi paga? Si rendono obbligatori vincoli e costi per chi costruisce? Per famiglie e imprese? Pagano loro e quindi hanno meno reddito disponibile? E se non vogliono? Trovano soluzioni alternative? Oppure lo Stato e quindi i contribuenti pagano? Ma vorranno?

 

L’uso delle biomasse va ridotto in favore di tecnologie più efficienti e sostenibili. In Africa non bruceranno più legno ma avranno tutti il solare termico?

 

Gli investimenti necessari, per quanto le tecnologie siano svariate, saranno a livello mondiale pari a tra i 420 e i 430 miliardi di dollari per un totale da qui al 2050 di 16,3 trilioni. Nello scenario avanzato tutto l’ammontare di gas naturale sarà sostituito da idrogeno o altri carburanti sintetici.

 

Nello scenario base l’uso delle biomasse contribuirà ancora all’energia da riscaldamento per la maggior parte della quota di mercato, ma poi la crescita dei collettori solari, del geotermico e di produzione da idrogeno darà la spallata definitiva al mercato.

 

La quota di energia rinnovabile rispetto alla domanda globale di energia da riscaldamento dovrebbe passare dal 21% attuale al 42 o 43% nel 2030 (si raddoppia in quindici anni? Quante volte è successo un tale incremento nella storia?) e all’86/94% nel 2050.

Le misure di efficienza energetica permetteranno di ridurre la domanda di energia del 33% nel 2050 rispetto allo scenario IEA nonostante il miglioramento negli standard di vita e la crescita economica. Potrebbe essere, eh. Sa un po’ di libro dei sogni. Se quelle assunzioni non si verificano? Quanta crescita è prevista? Questa rivoluzione energetica e tutto il suo costo avranno impatto sulle aspettative degli agenti economici e quindi influenzeranno la crescita stessa. Se i cittadini hanno migliori standard di vita e più reddito disponibile ma devono destinarlo ai costi per soddisfare l’energy revolution, la crescita sarà inferiore al previsto e quindi tutto il modello rischia di cadere. O comunque: se ne è tenuto conto?

 

MONDO: OCCUPAZIONE

 

Ci saranno più posti di lavoro nel settore. Già a parità di prodotto erogato ciò significherebbe un sistema meno efficiente e quindi meno conveniente. Per di più qua si parla di riduzione della domanda ma aumento dei costi per investimenti e per personale.

 

Comunque ci sarebbero:

nel 2020 29.6 milioni di posti di lavoro nel settore dell’energia secondo lo scenario di riferimento e 35,5 milioni nello scenario ER avanzato;

nel 2030 i numeri diventerebbero 27,3 (quindi si avrebbe una diminuzione netta) per l’IEA e 46,1 milioni per ER.

 

A causa di miglioramenti nella produttività nel settore del carbone i posti di lavoro là declinerebbero (ops: aumenti di produttività, quindi favore al carbone e…aumenti di produttività e meno lavoratori…come è normale…ma questo contrasta con la tesi che i lavoratori delle rinnovabili aumentino a meno che la produzione di queste non faccia calare la produttività, che a sua volta fa calare la crescita e i posti di lavoro…).

Inoltre l’industria legata al carbone calerà per la transizione energetica.

 

Per lo scenario di riferimento i lavori aumenterebbero leggermente nel 2020 per poi calare successivamente, soprattutto a seguito delle perdite nel settore carbonifero. Al 2030 i lavoro sono di 2,3 milioni sotto il livello del 2015. Nello scenario ER la crescita tumultuosa nel settore delel rinnovabili condurrebbe a un incremento del 25% nel totale dei lavori nel settore per il 2020. I numeri passerebbero a 48 milioni di posti di lavoro per il 2030. Prima erano 46.

 

Per il 2030 le energie rinnovabili costituirebbero l’87% dei lavori dell’energia. Il fotovoltaico garantirà 9,7 milioni di posti. L’eolico 7,8 (oggi impiega 0.7 milioni di persone: l’incremento sarebbe di un fattore 10. Boom!

 

MONDO: TRASPORTI.

 

Un obiettivo chiave è quello di introdurre degli incentivi affinché le persone guidino auto piccole e usino nuvoi concetti di veicolo, più efficienti. Imporre i propri desideri agli altri non considerando quali sono i loro? Certo che per alcuni aspetti si possono usare sistemi incentivanti o disincentivanti se vanno a colpire esternalità effettive, ma con soluzioni di mercato.

E’ vitale il passaggio dell’uso dei mezzi di trasporto verso le ferrovie e i bus, specialmente nelle aree metropolitane. Problema: più ti arricchisci e più vuoi il mezzo privato, pensiamo ai paesi in via di sviluppo.

Insieme ai prezzi crecenti delle fonti fossili (wishful thinking?) questi cambiamenti ridurranno la crescita ulteriore nelle vendite di auto prevista sotto il reference scenario. Insomma si pensa che in un mondo in crescita economica e di popolazione e con standard di vita migliori le auto vengano vendute meno…Improbabile, ma almeno non si chiede il divieto di acquisto di auto.

 

La domanda di energia per i trasporti crescerà secondo lo scenario di riferimento dai 90000PJ/a del 2012 ai 148000PJ/a del 2050 (+68%.) Secondo lo scenario base di GP le misure di efficienza e un nuovo sistema di trasporti (calato dall’alto? Non funziona se non per poco) il risparmio di domanda sarà del 53% rispetto allo scenario IEA. (78700 PJ/a indicati nel testo sono la domanda o il risparmio rispetto a 148000? In ambedue i casi la domanda sarebbe inferiore rispetto a oggi. Vediamo il dettaglio ma stanno giocando coi numeri? Non potrebbero scrivere l’importo?)

Ulteriori passaggi di modello e tecnologici possono riguardare “highly efficient propulsion technology with hybrid, plug in hybrid, battery electric power trains e condurre a incrementi di efficienza energetica. L’elettricità permetterebbe di fornire tra il 39 e il 52% dell’energia nel settore dei trasporti contro il 9% del 2030. (Non viene citata la percentuale odierna, minima.)

Altre opzioni riguardano l’uso di idrogeno prodotto da fonti rinnovabili o altri carburanti sintentici. Il risparmio rispetto allo scenario IEA sarebbe del 62% nel 2050, pari a 92000 PJ/a). Quindi 148-92=56000 PJ/a sarebbe la domanda di energia per i trasporti? Ormai che c’erano potevano arrivare alla metà di oggi, dai. Sarà tre volte Natale e festa tutto l’anno? L’energia dalle alabarde spaziali è prevista? Al di là dell’ironia, un incremento anche solo realistico di tutte queste tecnologie, questi passaggi, questi modelli sarebbero benvenuti. Possiamo studiare soluzioni di mercato per ottenerli o capire quanto ci sia di realistico. Oppure fidarci dello scenario IEA. Fermo restando l’inutilità sostanziale delle previsioni a lungo termine. O anche a breve. Basta pensare alle pianficiazioni centrali degli anni sessanta e settanta nel mondo.

 

EMISSIONI DI CO2

 

Secondo lo scenario IEA le emissioni tra il 2012 e il 2050 sarebbero 1400 Gt CO2, che corrisponderebbero a un rialzo della temperatura di 4 gradi rispetto al periodo antecedente la rivoluzione industriale. Per evitare effetti che non mettano a rischio la sopravvivenza umana, l’Ipcc ritiene che il rialzo della temperatura non debba superare i due gradi.

Secondo lo scenario base di GP le emissioni al 2050 sarebbero circa l’80% sotto il livello del 1990. Secondo lo scenario advanced le emissioni di anidride carbonica sarebbero ai livelli del 1990 già nel 2030. Il mondo sarebbe integralmente decarbonizzato nel 2050.

 

MONDO: CONSUMO DI ENERGIA PRIMARIA.

La domanda di energia primaria scenderebbe del 19% dagli attuali 534870PJ/a a 433000 PJ/a nello scenario base al 2050.

Per lo scenario di riferimento IEA la domanda di energia sarebbe 860000 PJ/a nel 2050.

Secondo lo scenario avanziato il consumo di energia primaria sarà di soli 450 000 PJ/a, grazie alla produzione di carburanti sintetici.

 

Gli scenari ER hanno l’obiettivo di uscire dal carbone e dal petrolio il più velocemente possibile in base alle possiblità tecniche ed economiche. Questo obiettivo si può ottenere espandendo l’energia rinnovabile e convertendo il settore dei trasporti sostituendo i carburanti fossili. La quota di energia rinnovabile primaria sarà del 42% nel 2030, del 72% nel 2040 e del 100% nel 2050. Il che sarebbe fantastico. Diciamo che può bastare anche meno.

Le restanti fonti fossili saranno adoperate per usi non legate all’energia come la petrolchimica e i prodotti di acciaio.

 

RICERCA E SVILUPPO

 

Sono richiesti ulteriori investimenti in ricerca e sviluppo (saranno considerati nei costi ipotizzati dagli scenari? Anche quelli sono costi, non solo quelli di produzione, e anche gli addetti alle ricerche e anche le tasse da pagare per sostenere questi investimenti, se pubblici, sono da considerare.)

Così, gli scenari assumono ulteriori miglioramenti di performance e costi (si presume nel senso che diminuiscano…ma il numero di posti di lavoro aumenta?) per poter arrivare a un mondo decarbonizzato. Generazione da rinnovabili, nuovi concetti di veicoli (da stabilire dall’alto negli uffici di burocrati laureati in giurisprudenza o scienze politiche anziché da chi è nel settore tutti i giorni, cioè le aziende?), infrastrutture di trasmissione di elettricità, grid, infrastrutture di ricarica, mezzi per immagazzinare energia, impianti di generazione di carburanti sintetici, opzioni di load balancing, heat grid ecc.

 

Gli scenari previsti dall’energy revolution richiedono degli affinamenti a livello regionale. Aspetti come i sistemi energatici o il rifinanziamento degli investimenti in nuovi impianti sono determinati dalle condizioni specifiche locali e regionali. Come tutto il resto.

Perciò l’ER richiede analisi e valutazioni approfondite, anche di scenari alternativi sotto diverse condizioni riguardanti l’uso, l’efficacia e i costi delle energie rinnovabili. I bisogni infrastrutturali, gli aspetti economici e sociali (cosa vogliono i cittadini?) devono essere considerati a livello locale e con metodi più sofisticati di quelli usati in questo studio. Questa è un po’ una marcia indietro che confermerebbe il carattere di libro di sogni del rapporto. E’ giusto vedere come può essere adottato a livello locale il rapporto, ma allora quel che conta è lo studio dei singoli casi. La fiducia nei modelli econometrici o simili è esagerata: non servono modelli più sofisticati. Questi andavano molto di moda negli anni sessanta e settanta ma si sono dimostrati fallimentari. Vengono elaborati in ritardo, mentre il mondo cambia e si sviluppa così che non tengono conto di eventi che si succedono di lì a poco e nessuno sa che sarebbero successi. Hai voglia a mettere equazioni se i dati di partenza si rivelano sbagliati o obsoleti o non si considera come gli agenti economici cambieranno le loro decisioni (che è quel che conta) via via che certe soluzioni verranno proposte, implementate o addirittura attese.

Alcune di queste analisi sono già state fatte in alcuni Paesi. Altre regioni hanno bisogno di analisi scientifiche che spieghino come sviluppare l’efficienza energetica, le energie rinnovabili e come implementarle in modi efficaci, efficienti ed economici. (I costi, compresi quelli pagati dai contribuenti, di queste analisi vanno considerati. Chi le fa? Burocrati? Governanti o parlamentari? Professori universitari? Dal basso, dal mondo reale che produce e inventa, dai cittadini nulla?)

L’ER richiede l’uso e lo sviluppo di ulteriori modelli sofisticati esistenti (=più costi pagati da non si sa chi e non si sa quanto benefici) come “system dynamics, agent based modelling of actor’s behaviour, dynamic modelling of capacity expansion, operation with high spatial and temporal resolution.” Tutta roba bellissima che può anche considerare gli effetti di variazioni sulla realtà attuale, ma non può prevedere cose che ancora non esistono e possono scombussolare tutti i modelli, per quanto sofisticati. Gli ACTORS si comporteranno in qualche modo, probabilmente non in quello considerato dai modelli, per quanto sofisticati.

 

Perché l’ER viene presentato ai politici e non ai cittadini? Potrebbero essere loro a volerlo.

 

 

POLITICHE RICHIESTE PER UNA TRANSIZIONE A UN MONDO 100% RINNOVABILE.

 

Un’azione politica immediata è richiesta. Questa fede nella politica è immotivata.

Non ci sono barriere tecniche ed economiche alla transizione alle rinnovabili nel lungo termine. Allora è tutto già sistemato. Se non ci sono barriere economiche, ci penserà il mercato da solo a provvedere alla soluzione.

I governi regolano i mercati dell’energia, sia per l’offerta che per la domanda. Educano tutti, consumatori e industriali, e stimolano i mercati delle energie rinnovabili e di efficienza energetica attraverso un ampio raggio di meccanismi economici. Questa visione è aberrante e sbagliata. Al limite i governi possono regolare i mercati, attraverso un sistema di incentivi e disincentivi, ma se provano a sostituirsi ad essi combinano disastri.

I governi possono anche costruire politiche di successo già adottate da altri Paesi. Innanzitutto i governi devono aderire a ulteriori vincoli di riduzione delle emissioni.

Un accordo efficace dovrebbe includere i seguenti elementi chiave:

    1. Un obiettivo vincolante di lungo termine in base al quale i governi si impegnano a uscire dalle fonti fossili e dal nucleare entro il 2050 attraverso una transizione che punti a un mondo 100% rinnovabile.
    2. Un obiettivo di protezione delle foreste esistenti e di riafforestazione.
    3. Piani quinquennali a partire dal 2020 per rendere concreto e dettagliato il percorso. (Siamo al Soviet.)

 

  • Gli obblighi devono essere imposti per legge, così i politici dimostrerebbero la loro volontà. Le leggi possono essere aggirate, derogate, abrogate. L’idea che il mondo sia regolabile da leggi è sbagliata e fallimentare. Se non saranno i politici a derogare alle proprie leggi, saranno i cittadini e gli operatori economici a trovare soluzioni che permettano loro di soddisfare i propri interessi. I politici stesso pensano in primis ai propri interessi, quello di essere eletti innanzitutto. Quindi tenderanno a soddisfare gli appetiti dei loro elettori e non è detto che “we the people” siano dalla parte delle rinnovabili quando si tratta di costruire impianti, acquistare case che costano di più perché più efficienti, ritrovarsi una pala eolica sul loro cammino. Io sono dalla parte di queste cose, ma le maggioranze che conosco io, no.
  • Tutti i sussidi, sia per la produzione che per il consumo, devono scomparire. In ogni nazione. Poi ai cittadini nigeriani la benzina costerà molto di più e forse non saranno contenti di non poter viaggiare in auto. (Io sono d’accordo sull’eliminazione, comunque, ma pongo il problema che “we the people” non è detto che ecc.)
  • Iniziare a far calare le emissioni fin da prima del 2020. Soffiando? Pregando? Facendo la danza della CO2?
  • Già con la conferenza di Parigi ci dovrebbe essere un forte impegno a far sì che i Paesi più vulnerabili riescano ad adattarsi ai cambiamenti climatici che subiscono in anticipo. Una roadmap deve essere adottata in modo da soddisfare l’impegno per finanziare la lotta immediata ai cambiamenti climatici, ai danni e alle perdite da essi provocati. Tale impegno è pari a 100 miliardi di dollari entro il 2020.

 

 

Lascia un commento