Di Massimo Fontana
Una delle regole del capitalismo è che una maggiore concorrenza (quelli che volgarmente vengono chiamati i liberi mercati) porta ad una maggiore efficienza dell’economia e a maggiore benessere dei cittadini-consumatori.
Un sistema sociale che accetta, pur con le dovute cautele il capitalismo, accetterà anche la concorrenza e quindi la liberalizzazione dei mercati.
Un paese socialista invece no.
Per un paese socialista il mercato è inefficiente e va contrastato.
Come si comportano i paesi socialdemocratici su questo?
Vediamo l’indice delle libertà economiche, qui https://en.wikipedia.org/wiki/Index_of_Economic_Freedom
Questo indice è molto affidabile in quanto esamina la libertà economica in tutte le sue forme, quindi dal rispetto dei diritti di proprietà alla libertà dei commerci internazionali.
E’ se vogliamo un indice di liberismo vero e proprio di un paese.
E infatti ai primi posti vengono i paesi liberisti per eccellenza, quali Honk Kong, l’australia e la svizzera.
Ma sorpresa, l’Islanda e la danimarca vengono anch’esse ai primi posti subito dopo la Gran Bretagna.
Di più: la Svezia precede nella classifica gli Stati Uniti, mentre la Norvegia viene subito dopo, precedendo invece la Germania.
La classifica delle libertà economiche è chiara: i paesi socialdemocratici del nord europa sono economicamente liberi come e a volte più dei paesi notoriamente liberisti.
E l’Italia?
Dove sta il paese che vuole imitare la socialdemocrazia ma ha in mente qualcos’altro?
L’Italia è al 79° posto, prima della Serbia ma dopo il Sudafrica.
Quindi no, l’Italia chiaramente non è un paese liberista, e altrettanto chiaramente non è un paese socialdemocratico.
Ma andiamo oltre, e esaminiamo la tassazione del fattore produttivo più importante di un sistema economico: il capitale.
In un sistema capitalista infatti, anche temperato come nella socialdemocrazia, essendo per l’appunto il capitale il fattore produttivo che spinge l’economia, è ragionevole trovare una tassazione contenuta di questo.
In un paese socialista invece, è probabile trovare una tassazione elevata del capitale, in quanto, soprattutto se vige una interpretazione ricardiana dell’economia, verrà favorito il lavoro ritenendolo questo il fattore più importante.
Vediamo.
Per procedere nell’esame osserviamo i dati che la world bank mette a disposizione con la sua analisi annuale a riguardo, qui http://www.doingbusiness.org/data/exploretopics/paying-taxes
La tassazione totale del capitale d’impresa è rispettivamente nel 2017:
– danimarca 24,2%
– finlandia 38,4%
– norvegia 37,5%
– svezia 49,1%
E’ tanto ?
E’ poco?
Compariamo con gli altri paesi.
– Stati Uniti 43%
– gran bretagna 30%
– germania 49%
– Italia 48%
– Francia 62%
Ora, come vediamo l’Italia nel 2017 era al 48%, ma dagli anni ’90 e fino al 2016 stava sopra la Francia e vicina al 70%.
Cosa è successo nel 2017?
Sono entrate in vigore le nuove agevolazioni fiscali del vecchio governo.
Agevolazioni che però sono temporanee.
E’ quindi ipotizzabile che la pressione fiscale italiana torni al 65-68% degli anni precedenti.
Cosa vediamo allora da questi dati?
Semplice: la socialdemocratica Danimarca tassa i profitti a livelli di paradiso fiscale.
La socialdemocratica finlandia e norvegia al livello dei paesi liberisti.
La Svezia viaggia assieme alla Germania e molto meglio della Francia.
L’Italia si vedrà.
Con industria 2.0 si è avvicinata alla Svezia.
Senza è un paese che reprime il capitale e quindi di fatto un paese ….socialista.
Concludiamo e tiriamo le fila.
Molto altro ci sarebbe da dire, come ad esempio che i paesi socialdemocratici tassano poco il capitale, ma molto i redditi individuali.
Ma anche qui, se esaminiamo per bene la questione, vedremo che comunque l’Italia tassa anche i redditi o allo stesso livello o molto di più dei paesi socialdemocratici.
Un punto però i dati mostrano chiaramente.
La socialdemocrazia non è un socialismo, non è equiparabile al socialismo, e soprattutto non ha nulla a che vedere con quanto in Italia si pensa sia la socialdemocrazia.
Socialdemocrazia che li dove viene applicata si chiama ordoliberismo.
Socialdemocrazia che in Italia si immagina essere invece l’esatto contrario dell’ordoliberimo.
Ovvero il socialismo.
E alla fine, per rimanere in tema economico, il problema è sempre lo stesso: in Italia si dice Keynes, ma si pensa Marx.
E ovviamente con Marx, economicamente si muore.
Senza se e senza ma.