Era troppo caldo. Sono partito troppo forte. Ho corso sullo sterrato. C’era troppo dislivello. C’erano alieni sul percorso. Sentivo un dolore al polpaccio. Avevo mangiato male. Sono ingrassato. Non ho fatto stretching. Avevo il lampredotto sullo stomaco. I semafori rosso. Sirene mi chiamavano dall’Arno. Alberi volevano abbracciarmi. Francesca Bianco mi ha fatto una malia. Ho dovuto soccorrere la piccola fiammiferaia. Stavano girando un film e mi hanno fatto recitare la parte del corridore zoppo. Gatti e piccioni si sono coalizzati e mi osservavano per potermi controllare i pensieri. Il Garmin segnava tempi a caso. Quelle salite una volta non c’erano.
Ho dovuto fare da arbitro allo scontro tra tre tigri contro tre tigri (non era facile riconoscerle) mentre trentatre trentini avevano sbagliato strada e cercavano quella per Trento, senza curarsi del fatto che stessero interrompendo lo scontro. Mentre cercavo di dipanare la matassa, ho visto una panca e volevo sedermici, ma era occupata da una capra che se la rideva perché ancora viva, a differenza di quella che era crepata sotto la panca. Contemporaneamente un bambino voleva che gli spiaccicassi un ragno perché se non lo avessi fatto non sarebbe diventato arcivescovo di Costantinopoli.
Durante il percorso ho incontrato: tutta la folla che aveva assistito alla beatificazione dell’ex Papa, un tizio che voleva gli riparassi la Bat Mobile, un altro che voleva gli facessi compagnia sulla sua supercar, uno che si ricordava che un giorno avevo scritto la versione comica di Cappuccetto Rosso (noto preservativo di Rifondazione Comunista) e voleva gliela raccontassi di nuovo, un russo che ha voluto che gli leggessi I Fratelli Karamazov (in russo antico), l’unico parlante sanscrito ancora esistente, un gruppo di persone che giocava a calcetto e voleva che giocassi con loro perché gli mancava uno, uno a cui mancava una figurina per completare un album ed era convintoche ce l’avessi io e la tenessi nascosta perché facevo parte della Grande Cospirazione Universale Che Impedisce Il Completamento Degli Album di Figurine, un discendente dei Maya che stava ridendo a crepapelle e avrebbe continuato fino a dicembre 2012, Kant che si era stancato di rivoltarsi nella tomba dopo aver ascoltato tutto il centrodestra italiano, Foscolo che non ritrovava il suo sepolcro, Shakespeare che si domandava “correre 10 o 16km, questo è il problema”, un gruppo di vigili che metteva dossi e cunette lungo l’Albereta per rendere il percorso più complicato…
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Inoltre ho dovuto schivare un elicottero, schivare dei trattori che erano stati messi di traverso, reggere il tallone ad Achille che voleva fare il bagno in Arno, dare un passaggio ad un elefante sulla schiena, assecondare l’omino della birra Moretti che mi diceva “Ce l’hai alta, oggi, eh!”, dare consigli a Corvino sulla prossima campagna acquisti della Fiorentina e anche su quella del Canicattì, aspettare Mosè che voleva fare il record dell’ora e Moser che voleva aprire le acque dell’Arno…