Dice: la Spagna e il Portogallo sono usciti dalla crisi perché hanno fatto deficit.
Come se l’Italia, che sul deficit galleggia da sempre, prima d’ora volasse.
Ma facciamo finta che sia vero.
Vediamo Spagna e Portogallo come li avrebbero spesi, i soldi ottenuti indebitandosi con i creditori (a.k.a. “mercati”).
Facciamo pari a 100 la spesa in conto capitale (“Gross Fixed Capital Formation”) alla fine del 2012.
E vediamo cosa è successo: in Spagna la dotazione di capitale fisso è aumentata del 33.1%. In Portogallo del 40%.
In Italia, del 9.5%.
È normale che se più investi, più cresce l’economia: gli investimenti fissi aumentano la produttività e dunque il ritmo di crescita potenziale dell’economia.
Seguito, docilmente, dal PIL reale effettivo.
In Spagna e in Portogallo i governi hanno sottoscritto i protocolli di intesa con l’Europa, ottenendo assistenza finanziaria con cui hanno ristrutturato le banche.
Le banche, tornate a piena operatività, hanno finanziato gli investimenti.
Che hanno aumentato la produttività.
Questo ha fatto volare l’economia. Dunque l’occupazione e i salari. Il che ha generato ulteriori ricadute benefiche sul ciclo economico.
In Italia che si fa? si fa deficit. Sì: ma per finanziare spesa corrente: pensionamento anticipato (minore forza lavoro…) e sussidi a pioggia.
Nel frattempo, si riduce (ulteriormente. Vecchio vizio di tutti i governi) la spesa per investimento.
Dopotutto, che hanno fatto questi posteri affinché ci si debba preoccupare di essi?