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Lo stupore delle prese elettriche

Se volete lo stato imprenditore è perché non avete imparato niente dal passato

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Sbobinatura

L’intervento dello stato è il tema.
Il governo dice che il sistema economico siamo noi e deve fare ciò che diciamo che faccia.
L’idea non è solo che lo stato debba fare politica industriale con attori suoi e stabilendo cosa fare. C’è una pressione politica in base alla quale lo stato dice al mercato cosa fare. La politica vuol decidere chi vince e chi perde, chi deve entrare in azienda e chi no, con criteri arbitrari. Non solo leggi, ma criteri almeno prevedibili.
Grillo propone di nazionalizzare la Telecom.
Va detto che la privatizzazione fu uno schifo. La politica italiana che non voleva privatizzare ha fatto schifi per tenerla sotto controllo consegnandola ad amici dei politici che dessero pochi soldi in cambio di altri soldi da dare a fondazioni e altri amici di politici.
Aziende IRI furono date a capitalisti italiani amici dei politici che attraverso finanziamenti bancari tenevano il controllo di queste aziende, che non sapevano gestire, e poi finanziavano le fondazioni. Ogni politico ha una fondazione. Le fondazioni hanno dietro i politici. Prendiamo la fondazione Enel, la fondazione Edison ecc.
La Telecom fu così privatizzata con pochi soldi rispetto a quanto sarebbe dovuta costare (danneggiando il contribuente). I politici potevano avere come interlocutori questi capitalisti falsi.
Ai tempi Casaleggio lavorava per Telecom e non aveva avuto risultati brillanti. Grillo era eterodiretto da lui e diventò il suo megafono.
Ora dice che la rete unica è un fallimento. Non si è sviluppata la rete perché, dice, nel nome del libero mercato, Enel è stata autorizzata a creare Openfiber. Enel, partecipata dallo stato, e CDP, controllata dallo stato, fondano un’azienda pubblica e questo sarebbe fallimento di mercato.
Fallimento di mercato è quando un meccanismo non fornisce la quantità ottima di un servizio. Quando un’impresa fallisce non è un fallimento di mercato. È un fallimento e basta.
Il fatto che Alitalia sia fallimentare è una dimostrazione che il mercato un po’ funziona perché le imprese che non riescono a fornire servizi pari a quelli dei concorrenti a prezzi pari a quelli dei concorrenti vengono eliminate dal mercato. Sono imprese inefficienti: distruggono risorse. Il fallimento di Alitalia è il fallimento di chi l’ha diretta, di chi l’ha amministrata, forse di chi ci ha lavorato, visto il potere che il sindacato ha. Quello è un successo di mercato come ogni volta in cui un’azienda arretrata o malgestita fallisce. Q
Quando una partecipata inventata e finanziata coi soldi dei contribuenti viene creata da un burocrate di stato per obiettivi che poi non vengono raggiunti perché quell’azienda non sa stare sul mercato è un successo di mercato, casomai è un fallimento del politicante.
Quando Alitalia non è stata in perdita? Quando aveva il monopolio. In un contesto diverso.
Openfiber è stato un fallimento? Forse no. Ha stimolato TIM a fare investimenti che altrimenti non avrebbe fatto.
In ogni caso è stata un’iniziativa dello Stato e della politica.
Secondo Grillo Openfiber è fallita e serve una rete unica. Bisognerebbe nominare un nuovo amministratore delegato di openfiber, fondere tim con openfiber attraverso cdp, cacciare enel, fare una rete unica. Dopo Tim deve salire al 25% delle azioni, al pari di Bolloré. A quel punto dalla posizione di forza di cdp proporre ai francesi di vendere le loro quote. Evitando che due soggetti statali si facciano la guerra. Un’azienda se vuole salire oltre il 25% deve fare un’Opa. Invece per Grillo tim dovrebbe proporre ai francesi di vendere. Minacciandoli altrimenti di ritorsioni?
Conte ha detto che è una buona idea ma non si sa se lo dica perché ci crede davvero.
Dovrebbe spaventare che un personaggio che non si sa che ruolo abbia, che non si sa se dice sul serio, parli di aziende quotate. Lui è attaccato ai soldi e speculatore. Comunque la borsa non ha reagito. Il prezzo non è stato sensibile. Forse il mercato non lo prende sul serio.
Questo nuovo gruppo di potere messo da Renzi nel 2019 non è diverso da quelli democristiani. Questi litigano solo sul potere, cioè su amici e nemici da mettere nelle aziende.
Autostrade. Lì se c’era una inadempienza lo stato può chiedere la revoca della concessione o chiedere interventi della magistratura. Ci sono elementi legali in cui si può agire. Invece lo stato ha fatto una norma ad hoc in cui ha cambiato le condizioni legali della concessione, abbattendo di due terzi le penali per revoca illegittima. Questa cosa ha avuto ripercussioni su rating dell’azienda e sui prestiti che non ha potuto avere. Sotto la minaccia di revoca mai definitiva si vuole imporre agli azionisti di Atlantia di vendere le loro quote per far spazio ad altri non precisati investitori. Si sta chiedendo a Benetton di scendere sotto la quota di controllo. Questa è la strategia. I finti imprenditori italiani non protestano.
I Benetton sono un prodotto della politica, fondazione Benetton, strumento per comprare consenso politico. Ok ma questo non è il punto. Il punto è la minaccia della revoca per controllare strategicamente l’azienda.
È un metodo da padrino, proposta che non si può rifiutare. Non è molto trasparente.
La scalata di Delvecchio a Mediobanca e quindi a Generali. Leonardo Delvecchio ha deciso che vuol comprare Mediobanca e controllare Generali, che sono società di cui è socio. La politica ha fatto una levata di scudi perché lui sarebbe anti italiano quindi bisognerebbe bloccare con una golden power Delvecchio per paura che venda ai francesi. In realtà lui è un capitalista buono che vive a Parigi, non prende ordini da Roma, li ha sempre mandati a fare in culo, non ha fondato né dato soldi a nessun partitino. Lui ha un progetto diverso, dice, ma a parte questo. Anche l’obiettivo di fondersi con Axa potrebbe essere una scelta industriale legittima ma il fatto è che i politici dicono che lui non deve comprare perché non è fidato. I politici sono ancora fermi ai racconti dei giornali degli anni 70. I capitalisti italiani, sempre gli stessi, che si incontravano e decidevano cosa fare delle aziende italiane. C’era anche chi doveva ammansire i magistrati. C’erano gli addetti alla stampa cui veniva detto cosa fare. Questi vivono in quel mondo là che non esiste più con Mediobanca che nel mondo conta zero. Difendere l’italianità da un italiano che senso ha? Non è amico della politica italiana. Bloccare queste cose poi impedisce ai piccoli azionisti di vendere le proprie azioni al miglior offerente. I politici vogliono proteggere alcuni capitalisti, il cui controllo nelle aziende, viene difeso dai politici. Se vogliono difendere l’azienda la difendano coi soldi, lanciando opa alternative, invece di chiedere l’aiuto di stato e il golden power.
Caso Fca. La legge sulle garanzie statali l’ha fatta il pd. Poi loro vogliono chiedere condizioni che cambino la legge che hanno scritto loro.
I politici sono a caccia di aziende.
Non invocano l’ingresso in economia attraverso norme, regole, intervento con soldi pubblici ma chiaro e prevedibile. C’è pressione politica anche su aziende private che crea incertezza sugli investitori che sanno che se fanno investimenti in Italia hanno un partner occulto, che è la politica, con cui devi scendere a patti in modo non prevedibile. Questo deprime gli investimenti e l’iniziativa privata. È meno chiaro di un’azienda che si mette a fare i bulloni.
Porta a un rapporto tra stato e azienda da scambio di piaceri o di minacce o di ricatti come negli anni 70 e 80. Si reggevano su concussione e corruzione.
Storie di questo tipo risalgono a quando i masnadieri che avevano sostituito la classe dirigente resistenziale e si mangiavano lo stato. La società civile e il tessuto economico non rispondevano. Stessa cosa. Forse hanno rinunciato.
Magari nessuna di queste cose andrà in porto. Ci sono normative sulla concorrenza, corti europee, norme di legge che hanno permesso il prestito a fca. Mercato unico e trasparenza sono preservate dal vincolo esterno. Il problema è che se qualcuno volesse investire in Italia se ne guarderà bene. Poi gli stessi che fanno queste cose urlano al lupo al lupo contro il pericolo di democrazia autoritaria. Questi precedenti creano delle condizioni politiche per cui se arriva al governo Salvini userà questi strumenti che presuppongono il controllo governativo sulle aziende. Se violi le regole di correttezza e tu sei quello corretto figuriamoci uno non corretto cosa può fare.
Se metti sotto il controllo della politica pezzi interi di soci,età civile che dovrebbero essere gestiti da privati, da cittadini. Pensi di essere furbo. Poi arrivano gli altri e ti lamenti. È successo con la Rai, controllata dalla maggioranza politica.
Piegare fin dove si può tutto con la forza del potere politico per far scendere a compromessi le aziende nell’idea del benessere collettivo. Finché il cittadino non si renderà conto che questa è una grande porcheria, finché chi lavora e produce non si renderà conto che questo è dannoso per sé e per i suoi figli non cambierà niente. Ormai dopo 50 anni da quando questo è iniziato, prima lentamente. Negli anni 50 60 primi 70 il livello di queste cose era minimo rispetto a dopo.
Pensavamo che alcune legnate, 92, stagnazione, crisi post 2009 avessero insegnato qualcosa. Invece no.
Anche negli anni passati quando avveniva la modalità era diversa. C’era una forma di ipocrisia nel rispetto delle regole del mercato e della concorrenza che erano almeno un omaggio al buon gusto. Si faceva finta di rispettare alcuni principi. Adesso si dicono le cose in modo spudorato come ha fatto Grillo.

L’Italia non uscirà mai dal cul de sac se non reagisce a tutto questo
Tangentopoli non è servito a nulla.

 

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