1. Sono diventato un membro del Liverpool Football Club per vedere se riesco ad andare a vedere una partita.
2. Vai in biblioteca o vai a casa e vai a correre? Decidi di andare in biblioteca. Vai alla stazione di Rifredi. Prendi il treno per la stazione Santa Maria Novella. Cambi idea. Vai a prendere l’autobus per casa. Vedi sull’app dell’Ataf che il prossimo arriva dopo un quarto d’ora. Dopo cinque minuti il suo arrivo è previsto ancora entro un quarto d’ora e dovrebbero arrivare quattro quattordici tutti insieme. Questo è un segno di ingorgo. Cominci ad avere lo stomaco in subbuglio. Decidi di prendere la tramvia e vai alla biblioteca all’Isolotto. Individui sette libri. Ne puoi prendere cinque. Stai un quarto d’ora a scegliere quali prendere e quali no. Rimetti a posto un libro di un autore polacco il cui titolo ha a che fare con le botteghe e le civette. E rimetti a posto Gli Indifferenti di Moravia. “Qual è il tuo nome?” Chiede la segretaria. “Te l’ho già detto prima quando ho riportato cinque libri” penso, ma non glielo dico. Prendo i libri. Esco. Se vado a sinistra prendo l’autobus nove, se vado a destra ci sono il cinque o il settantasette. Penso che sia meglio prendere il nove. Vado a destra. Arrivo alla fermata. Vanno bene anche quei due, a leggere i percorsi: ambedue mi portano alla tramvia che poi mi porterà alla stazione. Sono le otto e quindici, a proposito. Vedo dall’app dell’Ataf che i prossimi passeranno tra mezzora. Eh, no. Decido di andare a piedi. Per arrivare a casa impiegherei due ore a piedi. Intanto faccio Via Canova e arrivo a Viale Talenti, poi vediamo. Avrei potuto anche prendere la strada per le Cascine andando a diritto e prendendo la passerella dell’Isolotto, solo che questa è chiusa per sostituzione del ponte. Mi incammino. Passano due, dico due, autobus. L’app mi ha tradito. Di solito non succede. Andare a piedi diventa una questione di principio. Passo accanto a una palestra dove gioca la Baloncesto Firenze. Percorro tutto Viale Canova a piedi. Non che sia il massimo per una passeggiata. Prendo la tramvia in Viale Talenti. Mi telefona Angela. Sono a sedere. Prendo il telefonino, mi scivola il telefonino, riprendo il telefonino, cade il tesserino di ingresso in azienda, Angela chiude la telefonata, ritrovo il tesserino, telefono ad Angela che arriverà il giorno dopo a Firenze da Pescara. Arrivo alla stazione. Il prossimo bus passa ancora tra una ventina di minuti. Sono le nove di sera. Vado a piedi a casa, che saranno 45 minuti e ho ancora da mangiare. Arrivo in via delle Oblate. Entro dentro la biblioteca. Prendo otto libri, tra cui Gli Indifferenti di Moravia. La segretaria mi saluta cordialmente, dice che quel libro lo avevano dato per smarrito (grazie per averlo ritrovato), dice che non sapeva che c’erano le opere complete di Achille Campanile che è il suo autore preferito.
3. Al bar. Una ragazza parla e il suo piede sinistro, gamba accavallata, si muove di continuo, mentre è arrabbiata con qualcuno e ne parla alle due persone che sono con lei al tavolino.
4. Dopo i quarant’anni la gente non dice più la sua età in segno di sfida. Oh, io ho 18 anni, oh io ho 25 anni, oh io ho 30 anni e ormai sono una persona vissuta. Dopo i 40 si tende a nascondere l’età.
5. In libreria, alla Feltrinelli, arriva una tipa che ha tre libri di finanza. “Scusa, dove hai preso Bitcoin per tutti?” Chiedo. “Là” mi dice. È l’unica copia, mi accorgo. “Tu te ne intendi?” Mi fa. “Mi potresti consigliare tra questi tre libri quale scartare?” Continua. “Lascia stare quello sull’analisi tecnica. Finanza for dummies vabbe’ di solito i for dummies sono fatti bene”. Ci salutiamo. La vedo poco dopo scartabellare un libro di David Foster Wallace. Deve essere una tipa interessante. Forse avrei dovuto parlarle di più.
6. Col mio blog avrei guadagnato otto euro. Cazzarola! Cosa potrei farci col blog, a parte volerlo cambiare, volergli togliere la pubblicità, volerlo trasferire su un altro dominio tanto per fargli avere un nome più corto? Magari anche lasciarlo così e modificarlo in corso d’opera.
7. Mobike. Scarichi l’app. Cerchi una bici sulla mappa, trascurando le indicazioni in cinese. Trovi la bici. Se poi le vedi e le vuoi prima di cercarle, è ancora meglio. Inquadri col telefonino il codice sulla bici. Il lucchetto si apre. La bici è tua. Viaggi a trenta centesimi l’ora. A fine viaggio chiudi il lucchetto manualmente. Puoi lasciare la bici ovunque, per quanto possa fregare a Mobike. Questa novità potrebbe cambiarmi la vita in qualche modo. Lo scopriremo solo vivendo.
8. Ma dicevamo di Angela. Il giro con lei e il suo compagno fatto sabato sera ci ha portato tra le vie del centro. Sono rimasti affascianti dagli interni affrescati o arredati dei locali di Firenze, dagli interni delle gioiellerie da cui si vede l’Arno, dall’illuminazione pubblica che è perfetta per risaltare le piazze e i monumenti, dalla luce, da alcuni monumenti (tipo il Campanile di Giotto, davanti al quale Angela ha quasi sperimentato la sindrome di Stendhal), da alcune piazze (in particolare Santissima Annunziata ha provocato una specie di estasi in tutti e due gli ospiti). A mangiare siamo stati alla trattoria Pallottino, accanto a Vivoli, dove poi a fine cena, cioè alle 23,30, abbiamo preso un gelato. Le pappardelle al cinghiale non avevano un sughetto insipido, ma veri pezzi di cinghiale dentro; le patate arrosto erano abbondanti e ogni patata poteva valere come una porzione; la mozzarella in carrozza era buona, le pappardelle erano ottime e abbondanti, il crostino grande con carne sopra e abbrustolito un po’ era delizioso. I prezzi erano accettabili. Questa è un’ottima trattoria, scoperta su un sito che si conferma molto valido per i suoi consigli: Puntarella Rossa.
9. Libri. Adesso mi sono messo in testa di leggere i libri citati in Storia della Repubblica di Guido Crainz. La lista va ad aggiungersi a quelli che mettono di buonumore e a quelli lettera per lettera del’enciclopedia della letteratura Garzanti. Si aggiungeranno sicuramente altre liste. Comunque grazie a You Tube sto anche guardando un sacco di film presi dalla Storia della Repubblica: il che significa che adesso mi sto facendo una cultura di neorealismo. Si aggiungono anche delle playlist su spotify: maramao perché sei morto è la prima canzone della playlist anni trenta e quaranta.
10. I mondiali di ciclismo sono stati a Bergen. Ed è subito stata nostalgia. E voglia di fare un altro viaggione in Norvegia il prima possibile.