there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Signore rompipalle in pullman

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A parte il fatto che avevo voglia di dormire in pullman e anche che avere ascoltato un po’ di corsi Assimil mi ha sicuramente nutrito la mia passione per le lingue. Tu, bionda che si copre la schiena con la maglietta affinché non ti si veda il rigo della spina dorsale, hai iniziato prima a rompere le palle parlando con un tuo compaesano grasso e poi ti sei piazzata accanto a me.

“C’è posto, vero?” ma non era una domanda, visto che ti sei seduta come potrebbe fare un gruppo di marines che invade uno Stato nemico.

Tu hai continuato per un’ora a parlare col tuo compaesano, che si è spostato pure lui, e con una vecchietta somigliante a quella che si suicida ne L’aereo più pazzo del mondo.

Mi sono dovuto sorbire una specie di summa delle odiate small talks: problemi al seno, oh come arrivo alla stazione, il tempo, i parenti di quello e di quell’altro, la bambina o come è bella.

Mi sono mosso.

“Scendi?”

“No, cambio posto perché almeno posso stare cinque minuti in pace.”

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