there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Siracusa 2009. 5-6-7 giugno.

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Sono a Catania. Il bus per Siracusa parte alle dodici anziché alle 11,40. La strada statale è dismessa ma il mare azzurro verde che si vede è splendido.
Arrivo alla stazione, faccio il corso al contrario. Prendo le garganelle al pistacchio con zucca e pesce spada e la cassata siracusana che si scioglie in bocca.
In città ogni tanto spuntano delle rovine e delle palme. Mi perdo nei labirinti, entro nei cortili.
Faccio un giro in barca in quel mare color cobalto. Torno in centro e mi gusto il latte di mandorla e la pasta di mandorle. Le paste dicono mangiami.
Sono a casa di Melanie, amica di chat una decina di anni prima. Il gatto George gioca e morde. Ai nostri tempi usavamo Mirc e ICQ. Oggi esistono twitter e facebook. Lei non doveva farmi collegare. È vegetariana: ha smesso di mangiare cadaveri. Presto emigrerà in Germania per lavoro. Ha molti libri e molta tecnologia. Mi manda a vedere il mercato perché “piace ai continentali”.
La città spinge ad alzare la testa. Palazzo Mezio, bianchissimo. L’università. Palazzo Impellizzeri. C’è un turista francese. In riva al mare c’è un pescatore. L’isola di Ortigia, nome della nota squadra di pallanuoto, mi attrae.
Il cibo è delizioso: arancini, cannoli, granita al caffè e pasta. Bambini giocano a pallone o vanno nei pattini.
La sera facciamo una cena spartanza a base di pizza. Il giorno dopo a pranzo sarò dai genitori e dal fratello di Melanie, che studia biologia marina. Dopo cena usciamo per andare a un concerto di musica metal e poi a un pub. È vietato prendere birre piccole.
L’orecchio di Dioniso, il teatro greco, il parco archeologico che vado a vedere il giorno dopo mi ricordano la gita in Sicilia di quand oavevo diciotto anni. Mi perdo tra boschi, grotte, cunicoli, cripte, santuari. Il mio viaggio porta un po’ più lontano. La ragione del viaggio: viaggiare.
Al mercato ci sono ricci di mare freschi, pesci grossi sanguinanti, tonni rossi, aragoste, cicale. Prendo un piattino di pesce fritto: si sente la carne del pesce che si scioglie in bocca e le lische, dove ci sono, si levano con le mani. Al bancone dei libri vedo un testo di grammatica siciliana ma stranamente non lo compro.
Di pomeriggio faccio un doppio giro in barca nelle isole e nelle grotte. Rocce, delfini, pescatori di ricci, un’incisione di una madonna che ride.
Rimetto i piedi a terra. Ecco la chiesa di San Paolo e il tempo di Apollo. Dopo cena giriamo tra bar e pub. I siracusani mettono l’accento sulle vocali finali quando parlano.

paolo.tempio apollo.cena sport calcio auto birra filtri golden virginia scaricarevivobene economia berlusconi.primo pub birra bagno pulito.dieci anni fa pc ritrovare cose.sicilia turismo.secondo pub giulia Altro giorno, altro giro al mercato del pesce, discorsi di evoluzione e rivoluzione su come potrebbero essere la Sicilia e l’Italia politicamente ed economicamente e non sono. Torno a Catania, riprendo il volo Ryanair per Pisa. Dopo l’atterraggio un tipo della Guardia di Finanza mi chiede da dove vengo e resta sorpreso quando rispondo “da Catania”. Non so perché resti sorpreso. In aeroporto c’è l’wifi di Vodafone, a pagamento. Non era ancora tempo di 4g libero.

 

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