there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Il sistema è marcio da 50 anni e la maggioranza non lo vuole davvero cambiare

Le idee di Maduro secondo me sono apprezzate da più della maggioranza degli italiani.
Cara UE, lascia l’Italia al suo destino: le macerie.

La strenua difesa accorata di un sistema marcio come quello delle collusioni tra politica, sistema bancario e territori è disgustosa e riprovevole.
La classe dirigente, la classe politica, la classe imprenditoriale, le associazioni professionali, la società cosiddetta civile, o stanno manifestando chiaramente la loro ignoranza e la loro inconsapevolezza rispetto alle proprie responsablità nel declino del paese oppure stanno deliberatamente parlando e agendo in malafede.
Editorialisti, media in genere, ministri, governanti, sindaci, parlamentari, imprenditori, investitori, pseudo risparmiatori, bancari, banchieri, membri di associazioni professionali, sindacalisti intendono evidentemente difendere il sistema marcio creato e portato avanti in Italia almeno da fine anni Sessanta.
Le accuse lanciate al mondo intero, i ridicoli pianti e vittimismi, i piedi battuti per terra come dei bambini capricciosi, il rovesciamento su entità astratte o colpevoli esterni (la speculazione, i mercati, la finanza, le banche tedesche, l’UE, San Pietro e San Paolo,) dei propri disastri o di quelli del sistema che loro avallano è ripugnante.
E’ evidente in questi giorni, nel modo in cui i soggetti di cui sopra (uno a caso: il Sole 24 Ore,)insistono nel difendere i disastri del sistema di cui fanno parte.

A dimostrare nei fatti di avallare il marciume sono anche persone che fanno parte di categorie che ogni tre per due denunciano (=fanno finta di denunciare per vendere più copie) i mali italiani o parlano a ogni piè sospinto di necessità di cambiare e di rottamare (=perché porta loro più soldi in tasca.) Purché loro, siano per esempio editorialisti o giornalisti pagati dall’editore che ha ricevuto soldi dalla banca in difficoltà, oppure, per esempio, membri di partiti che si sono legati a doppio filo con quella banca in quella città, non vengano colpiti dalla riforma e acquisicano, col nuovo, o più soldi o più potere.
Sono i rivolta-giubbe di una stagione. Sono gli stessi che hanno scambiato le istanze rivoluzionarie del ’68 con posti da direttori di giornale o con posti in parlamento o semplicemente con una cattedra da insegnante ottenuta attraverso le urla nelle piazze senza alcuna valutazione di merito.
Sono gli stessi che tiravano le monetine a Craxi con la destra e nascondevano in tasca la mazzetta finché il vento del cambiamento non avesse modellato la palude del gattopardismo.
Sono gli stessi che osannavano Berlusconi quando cianciava di rivoluzione liberale e poi lo continuavate a seguire anche quando ricostituiva il Partito SocialLadro italiano.
Sono come tutti quelli che hanno spacciato se stessi come il nuovo, salvo riciclare il vecchio, dai sessantottini a Berlusconi, dal primo Craxi a Di Pietro, dai leghisti ai rottamatori del pd, da chi vi pare voi ai pentafulminati. Portarsi alla guida dei cortei che invocano il cambiamento per non cambiare mai davvero niente. E c’è un motivo per cui alla fine non cambia niente, da cinquant’anni a questa parte. I cittadini del ’95 non erano diversi da quelli del ’91. I giornalisti del ’95 non erano diversi da quelli del ’91. Gli editori del ’95, gli imprenditori del ’95, i corrotti e i corruttori del ’95, i politici del ’95 non erano diversi da quelli del ’91. Tutte quelle urla “Vogliamo cambiare” erano falsità. Se voleste cambiare, non vi opporreste a qualsiasi riforma che cambi lo status quo, che riguardi la vostra categoria o meno.

Dite di voler cambiare, ma volete solo sostituirvi al potere esistente per mantenerne le storture e i privilegi. Volete solo un posto al banchetto, da cui prima eravate esclusi, e da cui adesso volete escludere gli altri. Se siete tra gli elettori, volete solo che il nuovo dia a voi i privilegi del vecchio oppure che li dia anche, in aggiunta, a voi.
Un giorno poi uno legge una valanga di castronerie dette da Patuelli.

Avete presente chi è Patuelli?
Uno che è stato vicepresidente del PLI ai tempi del pentapartito.
Vi deve essere sfuggito. Non eravate tutti in piazza a urlare che volevate il cambiamento nel ’92? Non dovevate rovesciare l’Italia come un calzino? Non invocavate nei vostri editoriali o nei vostri comizi l’urgenza di voltare pagina?
Non solo avete lasciato in piedi il sistema, facendo finta di cambiarlo, ma avete lasciato anche le persone.
Renzi e Alfano iniziato a fare politica negli anni 80 nella Democrazia Lurido Cristiana.
Berlusconi ha riabilitato i fascisti e ha riciclato i reduci del Partito SocialCraxiano.
La Lega?
Ma perché? Il Sessantotto ha cambiato qualcosa? Sì, a livello di società civile, di diritti, di libertà, ma non ha cambiato niente a livello di sistema di potere.

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