there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Smarrimenti

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Dovevo andare a denunciare lo smarrimento del libretto di circolazione e del certificato di proprietà di un auto. Forse sarebbe più corretto dire che volevo denunciare la mancanza della voglia di cercarli.

Innanzitutto non riuscivo a trovare la stazione dei Carabinieri. Non si era persa anche lei e non l’avevano nascosta, però. Semplicemente, pensavo di trovarla qualche centinaio di metri prima di dove è, nel paese di Pratovecchio.

Avevo anche da recuperare un passaporto.

“Sono venuto a prendere un passaporto, che dovrebbe esservi stato inviato dalla questura nel 2009.”

“Ah. Lo ha lasciato a stagionare.” Ha risposto il simpatico carabiniere. Poi mi ha portato in una sala, per stampare le certificazioni degli smarrimenti, e ha iniziato a smadonnare contro i produttori di software. Alla fine ha detto di essersi fracassato i testicoli.

Sono uscito di lì senza certificati, ma con un passaporto e la considerazione che il motto “nei secoli fedele” è obbrobrioso, qualunque sia l’oggetto della fedeltà.

Prima di tornare là dentro e riuscire a prenotare il biglietto (35 euri in curva, un ladrocinio accettato dalla Domanda) per Fiorentina – Juventus di Europa League nell’attesa che il computer vomitasse le stampe delle denunce, ho passato la giornata a pensare di scrivere e di correre, ma ero stanco. Quindi mi sono limitato a spippolare, cioè a non fare niente di costruttivo.

Mi sono anche vestito da corsa e ho fatto un chilometro lento. Poi mi sono fermato. Allora ho fatto duecento metri veloci. L’idea di ripeterli per cinque chilometri avanti e indietro mi ha fermato. Sono andato a mangiare una mozzarella a casa. Mi sono prima svestito e poi rivestito da corsa. Sono anche andato a fare le ripetute, ma mi faceva freddo. Allora ho fatto una corsa lenta fino alla stazione dei carabinieri, ma mi sono messo a camminare.

Ho anche deviato il percorso per non salutare una conoscente (non avevo voglia di parlare: in sé mi farebbe piacere scambiarci due chiacchiere, quando va a me.)

Non ce l’ho fatta a far finta di non vedere un’altra persona, un amico tennista di una ventina di anni fa. Con lui, che ha confermato l’impressione che il casentinese tende a restare in Casentino, ho espresso una frase notevole, nel parlare (con tono ansioso e veloce):”Non sono disoccupato. Faccio di tutto per diventarlo.”

Update ad agosto 2018. Forse è il caso di spostarsi invece di restare sempre in valle, che dite? Comunque quei certificati poi in qualche modo li ho ottenuti e l’auto l’ho venduta. Cinque anni senza auto e sono stato benissimo: tanti viaggi e niente più bollo, assicurazione, tagliando, benzina, parcheggio, maledizioni in coda e ai semafori.

 

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