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Lo stupore delle prese elettriche

Speculatori e vendite allo scoperto

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Spiega Alberto Bisin in “Favole e numeri” quanto segue.

Ci sono quelli che ogni tanto danno la colpa di tutto alla speculazione dei mercati: Serra, Berlusconi ecc.

I mercati sono coloro che hanno pagato i titoli pubblici emessi dallo Stato e quindi hanno permesso a questo di avere soldi e quindi di pagare stipendi, pensioni, ospedali ecc., per la parte non coperta dalle tasse. Se vuoi fare a meno dei mercati, paga coi tuoi soldi i servizi che fornisci. C’è chi dice che il direttore di una banca tedesca non avrebbe dovuto disinvestire dai titoli italiani. Perché? Lui deve fare gli interessi di chi ha affidato i propri soldi a lui, non al Berlusconi di turno. C’è chi dice che il mercato sia un gregge e agisca in modo irrazionale: ottimo per gli investitori, che non aspettano altro che investire contro un gregge; chi lo dice dovrebbe poter fare soldi investendoli nei mercati. C’è chi assimila la Consob a un ministero dell’economia fascista che stabilisce come muovere i soldi. La libera circolazione dei capitali e i liberi mercati finanziari sono un bene per il paese. E’ difendibile anche la posizione contraria, ma come dice Bisin, “quello che è inaccettabile è il debitore che si erge a moralista anti mercato dopo averne avuto accesso, ma prima di ripagare i debiti o nel momento in cui si accorge di non essere capace di farlo dopo aver tenuto comportamenti irresponsabili.”

Nel dibattito italiano si parla di parlamenti che dovrebbero obbedire a uno solo. Di elettori tedeschi che dovrebbero contare meno degli elettori greci. Di persone che dicono come altri dovrebbero investire i propri soldi.

 

Vendite allo scoperto.

Lo Stato emette un titolo promettendo il rimborso di 100 a scadenza.

Tizio lo compra a 98 e otterrebbe un interesse di 2. (2/98=2,04%)

Tizio teme di non rivedere i suoi soldi o per qualsiasi motivo decide di vendere il titolo. Lo vende a 97.

Caio lo compra e otterrebbe a scadenza un interesse di 3 (3/97=3,09%)

Il titolo è più rischioso, quindi rende di più. Tizio si fida meno e vuole vendere, quindi il prezzo del titolo cala. Caio si accolla un rischio più alto e quindi è disposto a comprare a un prezzo più basso (per avere un rendimento più alto.) Niente di speculativo.

 

Vendita allo scoperto. Sempronio annusa il fatto che Tizio vuole vendere e Caio comprare e decide di anticipare la mossa vendendo lui il titolo a Caio a 97 (che è il prezzo a cui Caio vuole comprare.) Sempronio non possiede il titolo, ma si impegna per contratto a consegnarlo a Caio dopo domani. Tizio non trova un venditore se non in Sempronio e accetta di vendergli il titolo a 96. Così Sempronio guadagna. (4/96=4,17%) Il fatto è che Sempronio non aveva il titolo e ha rischiato di subire una perdita. Lo speculatore non è uno che ha vita facile, se la scommessa va male perde soldi, e nessuno scommetterà contro governi credibili. La speculazione serve a roglare la politica fiscale inetta e irresponsabile: non c’è speculazione contro la Germania, per ora.

Erano comunque le vendite allo scoperto a causare lo spread nel 2012? No. Per la stessa Consob si trattava di vendite effettive. Fondi pensione che avevano i titoli del debito pubblico e possono rivenderli perché il rendimento a ascadenza sarebbe quello iniziale quando ancora lo spread era basso,) investitori che hanno paura delle crisi bancarie e vogliono disinvestire dai titoli bancari ecc.

 

Si vuol vietare ciò che non si capisce

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