Da un commento a un post sul sito Climalteranti
il metodo più semplice sarebbe quello di concordare a livello internazionale una tassa sul carbonio fossile crescente nel tempo, con sanzioni, sotto forma di dazi doganali, per chi non la rispetta.
La tassa sul carbonio, renderebbe le alternative non fossili via via più convenienti, senza bisogno di incentivi, stimolando anche la competizione e la ricerca.
I proventi di tassa e sanzioni potrebbero andare in parte alle famiglie di reddito inferiore, le più colpite dall’aumento del costo energetico, e in parte a un fondo per riforestazione e altre soluzioni per la riduzione delle emissioni e della CO2 in atmosfera.
Una simile tassa, e le sanzioni, “livellerebbero” il terreno di gioco commerciale, impedendo a chi fa il furbo di approfittarne per lucrare una indebita competitività.
La progressività nel tempo, darebbe modo ai produttori di fossili e alla relativa industria di creare tecnologie per renderli meno impattanti (CCS, per esempio, se ci riescono) e di differenziare, riconvertire le proprie attività.
Questa sarebbe la strada più semplice e lineare, ma ovviamente richiederebbe un larghissimo consenso internazionale, e la scomparsa dalla scena politica di personaggi come Trump (il quale peraltro ha ammesso che il cambiamento climatico è una cosa reale, bontà sua…) o gli attuali governanti australiani, che hanno già detto, nonostante il loro paese sia uno dei più colpiti dal cambiamento climatico, che loro del rapporto Ipcc sostanzialmente se ne fregano.
Naturalmente, però, le cose semplici e lineari non interessano a nessuno perchè non generano osceni profitti, per cui non si farà nulla del genere.
Continueremo a tergiversare con mezze misure, fino a che la situazione diventerà veramente catastrofica, e allora ci arrabatteremo a trovare soluzioni tecnologiche per raffreddare il clima e succhiare CO2 dall’atmosfera, magari vendute e organizzate dalle stesse industrie dei fossili che il clima l’hanno rovinato.
Sperando che i feedback naturali di rinforzo del riscaldamento che, probabilmente, si innescheranno allora, non rendano alla fine la Terra una copia di Venere.