Un po’ di cose sulle Olimpiadi invernali. (Quarta puntata, credo)
1. Quelli a cui bastava esserci. Victor Santos è passato dalla favela all’Olimpiade. Jonathan Lillis ha gareggiato con la tuta del fratello morto, Siegmar Klotz, italiano, è passato allo skicross dopo che era stato scartato nello sci a Vancouver. Per gli approfondimenti esiste Google:)
2. Quelli che l’hanno fatta grossa. Faivre è stato escluso dal team event perché ha dichiarato di sciare solo per sé e di fregarsene della squadra (poi ha detto di essere stato frainteso). Due coreane hanno insultato una loro compagna di squadra nello short track e in Corea è stata lanciata una petizione per buttarle fuori dalla nazionale.
3. Quelli che prendono il meldonio a colazione. Un atleta russo nel curling è stato trovato positivo al meldonio. Se fai l’antidoping a un taglialegna russo trovi tracce di vodka nel meldonio.
4. Quelli del desiderio interrotto.
Uno. Nadia Fanchini. “Quattro mesi fa ero infortunata. Non ero nelle trenta alla partenza delle gare. Sono riemersa. Sono salita su un podio in coppa del mondo. Mi sono preparata, anzi ci siamo preparate, benissimo per l’Olimpiade. Non è che poi veniamo qui per partecipare. Vogliamo andare forte. È stata una gran fatica arrivare qui. Certo, certo: lo è stata per tutte. In prova ero andata benissimo. Anche in gara stavo sciando benissimo. Potevo giocarmela. Sono partita a canna, più veloce e decisa che in prova. Ho preso una curva troppo stretta e per recuperare la linea ho commesso un errore e sono caduta”. Tanto per far crescere il rammarico Sofia Goggia ha dichiarato che l’unica ad aver fatto un pezzo alla perfezione era stata Nadia. Peccato che il suo sogno, compreso quello di onorare la sfortunata Elena, sia durato solo trentacinque secondi. “Vorrei poter rifare la gara, ma non è possibile”. Vogliamo ricordare un momento d’oro, anzi d’argento, di Nadia? Ecco la discesa d’argento a Schladming nel 2013. https://www.youtube.com/watch?v=kBo93k_v4P8.
Due. Lara Gut è stata criticata perché piangeva quando era terza nel supergigante. Ha spiegato in un italiano migliore di quello di un Di Maio qualsiasi che dopo l’infortunio che le ha fatto perdere il mondiale in casa sua non è stato facile riemergere e qualificarsi per l’Olimpiade: a quel punto sperava in qualcosa di più. Vedi alla voce mentalità vincente.
Tre. Lindsey Vonn conferma: “Be’, certo che c’è del rammarico. Siamo qua per vincere”.
Quattro. I fratelli Moelgg tornano a casa col ricordo di una manche da sogno: prima Manuela in gigante, quarto Manfred in slalom (che nessuno chiama più speciale e forse ci sarà un motivo). Ambedue hanno sbagliato la seconda.
Cinque. Francesca Lollobrigida avrebbe dato tutto per un bronzo: è andata in Olanda ad allenarsi, si è messa in discussione, ha ribaltato il suo mondo. Adesso, dopo le lacrime all’arrivo della folle mass start dello short track ha una grande voglia di riscatto. “Non so perché le altre non si siano mosse, sono dovuta partire io. Purtroppo brucia tanto.” Ci diamo l’appuntamento a Pechino 2022?
5. Quelli che dicono addio, forse.
Carolina Kostner quinta e felice. “Questa mia Olimpiade è la metafora dello sport e della vita. Il punto non è trovare la perfezione, ma scoprire i propri limiti, rialzarsi quando si cade e superare gli ostacoli che man mano si palesano sulla propria strada. Quando due anni fa sono ripartita da zero, non sapevo nemmeno se il mio corpo avesse intenzione di partecipare al progetto. Oggi posso dire che rispetto a Sochi, al di là del risultato, mi sento più forte in tutto. Anche mentalmente. Ho trovato i giusti equilibri, che mi hanno aiutata a vivere questa avventura serenamente. Spero la mia storia possa essere di ispirazione a chi è in difficoltà. Non è facile, ma ne vale la pena. Si è chiusa un’era? Non lo so. Adesso ricarico le pile e preparo i Mondiali di Milano. Poi ci penserò: certe decisioni non vanno prese a caldo”.
6. Quelli che gelano con le parole. Hinnerhofer, dopo la discesa: “Evidentemente non sono più all’altezza dei migliori”.
7. Quelli che fanno la storia. Ester Ledecka, che è anche parente lontana di Katie Ledecky, ha vinto l’oro nel supergigante dello sci alpino e nel gigante parallelo dello snowboard. Il suo allenatore dice che lei ama allenarsi, che un altro che ci volesse provare rischierebbe di infortunarsi o di rinunciare. Passare dallo sci allo snowboard richiede ogni volta qualche giorno di adattamento.
8. Quelli che rispettano i pronostici. Arianna Fontana è diventata una delle atlete italiane più medagliate di sempre. Le sue gare sono state emozionanti: brevi e intense. La staffetta è una specie di frullatore. A un certo punto non ci capivo più niente, ma ero in buona compagnia, atlete comprese.
Cronaca. Cade una coreana. Non si vede più niente. Appaiono la coreana e la cinese in testa. Finisce la gara. Le italiane a un certo punto fanno il giro con la bandiera. Le olandesi esultano. Le canadesi esultano. Le coreane esultano tre o quattro volte. Le cinesi a un certo punto si mettono a piangere. Il risultato lo sapete. Perché non sia stata squalificata la Corea è un mistero. Perché siano state squalificate la Cina e il Canada me lo spiega il giorno dopo un articolo della Gazzetta. Nell’Italia ha funzionato il gioco di squadra: Peretti cade, porta con sé Maffei, Fontana se ne accorge e va a farsi dare assistenza, Valpecina chiude ed è argento.
Lucia Peretti su Arianna Fontana: «Quando ci vede battere la fiacca, ci tira su dalle cunette».
Arianna fontana prima dei mille metri: “ho un giorno di pausa prima dei 1000. Spero che le mie compagne abbiano compassione e non si strafoghino a tavola senza di me”.
Arianna Fontana dopo i mille metri: “Adesso mi aspetto una mangiata strabiliante. Ci sono le compagne che mi aspettano”.
9. Quelli che provano a replicare “Miracle on ice”. Hockey femminile: dopo venti anni le statunitensi sconfiggono le canadesi e vincono l’oro. Hockey maschile: la Germania riesce a eliminare la Svezia e gli Stati Uniti prima di arrendersi alla Russia all’overtime in inferiorità numerica.
Curling: l’oro è stato vinto dagli Stati Uniti. Della squadra fa parte John Schuster, che aveva vinto il bronzo a Torino ed era già stato un mezzo miracolo. Gli Stati Uniti smettono poi di dare i fondi al curling, ogni atleta fa un secondo lavoro, John perde sedici chili, la squadra si presenta in Corea e (per quanto sconfitta dall’Italia) arriva in finale e vince l’oro per una favola a lieto fine.
A proposito di curling: I Simpson avevano già previsto tutto. https://m.youtube.com/watch?v=UBRnVcFtiUU
10 . Il biathlon è una girandola di emozioni. Porti tre chili di fucile sulle spalle. Devi avere gli sci veloci. Devi sciare bene e veloce. Poi col fiatone devi fermarti per sparare. Colpire un bersaglio a cinquanta metri. Immobilizzarti. Trattenere il respiro. Seguire il ritmo.
Prendi la staffetta femminile. Lisa Vittozzi vola sugli sci e tira bene, mentre per dire la Germania si dichiara fuori fin dall’inizio. Lei che ha appena cambiato regione, perché Sappada è passata dal Veneto al Friuli Venezia Giulia, lascia l’Italia al secondo posto. Entra Dorothea Wierer. Le condizioni sono proibitive: come si dice in Casentino, sta bufando. Nevica e tira vento. Questo giro. Un po’ butta i colpi a destra e un po’ a sinistra. Doro decide di tirare a caso e fare alla svelta. Esce con un secondo e mezzo di distacco, arriva al poligono successivo, tira bene e veloce, non sbaglia un colpo, mentre le avversarie sbagliano i tiri. Esce prima, chiuderà seconda e Nicole Gontier manterrà l’Italia in zona podio. Sarà Federica Sanfilippo a perdere la concentrazione, il ritmo, il tiro e tutto quanto all’ultimo poligono. Si vince e si perde in quattro, ma alla fine anche se sono sono arrivate le medaglie, restano le emozioni. La staffetta mista del giorno prima era stata una girandola di emozioni analoga e lì era arrivato il bronzo.
In questi giorni sparare a mitraglia su Dorothea Wierer è stata una specialità molto popolare. Qui un commento: https://www.facebook.com/dario.puppo/posts/10156020274530429
In realtà è stato popolare sparare anche su Sofia Goggia, anche dopo l’oro, o ultimamente su Carolina Kostner o su tanti altri.
Qualcuno ha scritto su Facebook: “In Italia uno su quattro fa sport. Gli altri tre criticano”.