Che cosa non hanno capito i ragazzi meravigliosi del M5S del mercato del lavoro?
▶️ che il primo problema del mercato del lavoro in Italia è che il numero degli occupati è troppo basso;
▶️ che nessun intervento normativo che interessi il mercato del lavoro è “neutro”: o fa crescere o fa diminuire il numero degli occupati;
▶️ che l’insieme normativo sul lavoro in Italia è già ridondante così e che l’iperprotezionismo non solo non ha migliorato le condizioni dei lavoratori ma ha fatto nascere e alimentato un mercato parallelo a quello degli assunti ordinari in CCNL, fatto di paria (sempre più numerosi) che vivono assoluta precarietà (contratti atipici, part-time, tempo determinato, a “finte partite iva”, ecc.). Aggiungere norme di legge più stringenti significa peggiorare la situazione, non migliorarla:
▶️ che negli anni ’80 quando la domanda era alta gli imprenditori andavano a cercare le persone a casa loro per convincerle a farsi assumere, quasi pregandole, e offrendogli di tutto e di più;
▶️ che i contratti atipici non si combattono “per legge” ma solo rimuovendo gli ostacoli alla crescita economica del Paese. Il mercato del lavoro (come tutto il resto) è condizionato dall’incontro della domanda con l’offerta. Se cresce la domanda migliorano le condizioni per i lavoratori;
▶️ che la crescita della produttività è conditio sine qua non per la crescita degli stipendi e il miglioramento delle condizioni contrattuali per i dipendenti;
▶️ che interferire pesantemente con le naturali dinamiche di mercato vuol dire far dei danni e non migliorare la situazione dei lavoratori dipendenti.