Sbobinatura di “A domanda rispondo, verrà il disastro”, dal canale YouTube di Michele Boldrin
https://www.youtube.com/watch?v=7_y4q1nEB4g
Già il declino si vedeva nel ‘92.
C’erano un sistema politico marcio e una magistratura confusa.
C’erano la crisi economica e la crisi del debito.
Le illusioni degli anni 80 erano una droga data dal debito pubblico.
Berlusconi riuscì a illudere tutti: se ho fatto soldi io, li potete fare anche voi. Ma la crescita non è fare soldi. A parte che Berlusconi prese in giro.
Da 35 anni l’Italia insegue i pifferai magici. Il primo fu Berlusconi.
Il pil per capita è una misura sintetica che rappresenta il punto di arrivo di investimenti precedenti, di forza di lavoro e di popolazione.
La crescita del pil pro capite italiano rallenta negli anni 80. Nel 90 aumenta il rallentamento. L’appiattimento inizia quasi nel 2000. Va male un pezzettino di economia, poi un altro e poi appiattisci e decresci.
La diminuzione della produttività del lavoro e della produttività totale dei fattori, che è una misura del grado di innovazione dell’economia, si hanno da fine anni 70. I salari reali diminuivano. Vanno visti i dati micro di vari settori.
Rileggete i giornali del 91 o i programmi tv. C’era un’atmosfera da tragedia. Si attribuiva la crisi a motivi vari. Il sistema politico era diventato pieno di associazioni a delinquere, per esempio il PSI, con Berlusconi complice.
Il potere monopolistico di Berlusconi stava per essere buttato giù da Mani Pulite e dall’attacco di savonarolismo del PCI, che non era così corrotto ma aveva anche lui le mani nella marmellata, anche a prescindere dai finanziamenti russi.
C’è un’incomprensione diffusa di cosa muova i sistemi sociali.
Gli italiani credettero in Berlusconi, che costruì il tradimento di Bossi, che è una persona squallida e ignorante arruffona. Vedi il caso Credieuronord. La Lega era un partito di ladri
Quelli come Pagliarini si fecero gabbare. Questo appartenere alla bandiera anche se dietro la bandiera ci sono truffatori e ci resti tutta la vita. Perché?
Il primo governo Berlusconi è servito solo a evitargli la prigione.
L’illusione continuava e Berlusconi viene votato ancora.
Prodi perde perché pur essendo cattocomunista poco disposto a trasformare lo stato è semi coerente, cerca di limitare la spesa e il debito, sceglie ministri del tesoro semi decenti che capiscono quel che succede. Non fa nulla di straordinario ma limita i danni . Non si lascia mai andare alle balle, alle orge, alle simpatie come fa Berlusconi.
Anche Prodi si fa gli affari suoi, ha i suoi amici, è statalista, ma non distrugge le finanze pubbliche per comprare voti, a differenza di Forza Italia. In termini di politica economica siamo lì (mercato del lavoro, privatizzazione, creazione di concorrenza, riduzione delle tasse, riduzione della spesa pensionistica o dei sussidi alle imprese, scarsa attenzione all’istruzione.
Gli italiani si avvicinano al baratro con Berlusconi, arriva Prodi che rimette i conti in ordine e ecco che ricomincia il sogno di cavarsela a botte di spesa pubblica.
D’alema è un ridicolo personaggio che ha pugnalato Prodi. Voleva la presidenza per fare le buffonate che ha fatto.
Prodi è stato più volte segato.
Berlusconi ha avuto più potere.
Gli italiani tendono a illudersi e a pensare che per risolvere i problemi ci sia bisogno di un miracolo e che questo sia realizzabile.
Anche Monti fece poco. Apparteneva all’elite italiana che non capisce che il problema è strutturale. Non significa solo tagliare la spesa pubblica di botto ma occuparsi della struttura, dei dettagli del mercato del lavoro, della pa, della burocrazia, della spesa pubblica, delle pensioni, dell’istruzione, della giustizia.
Anche Monti fa parte del disastro perché pensa che il problema siano giochi aggregati di fiscalità. È ossessionato dal debito e solo dal debito, che però è la temperatura. Il debito di per sé è irrilevante, il problema è la dinamica del pil, della produttività, deii redditi. Ciò che conta sono le prospettive di miglioramento delle condizioni di vita.
Molti paesi latino americani hanno debiti pil sul 70%. Monti sbagliò per questo. Non riformò lavoro, università, sistema bancario.
Doveva far scendere la febbre? I mercati finanziari non sono stupidi. Monti sbagliò tutto. Perché fece una sola riforma strutturale, la Fornero, non completa. Fu l’unica riforma strutturale fatta e la dobbiamo a Elsa. Doveva fare sei Fornero senza tagliare la spesa in modo orizzontale e senza aumentare le tasse. Sei riforme Fornero e i mercati finanziari avrebbero creduto. A fermare la febbre aiutò più la Fornero di tutto il resto.
Monti aveva la capacità di imporre le riforme al parlamento.
La cosa intelligente della riforma Fornero è che non colpisce immediatamente la spesa pubblica ma cambia (non interamente, ma è un primo passo) un elemento strutturale, il sistema pensionistico malfatto, distribuito ingiustamente, fatto di pensioni troppo alte rispetto al reddito del lavoro, così danneggiando i giovani.
Non aver capito dove sta l’errore di Monti è non aver capito dove sta il problema.
Renzi ha fatto piccole riforme non condivise. Quella del lavoro era parzialmente positiva.
Se hai la maggioranza compatta puoi fare le cose anche senza riforme costituzionali o istituzionali. Basti pensare alle cose decise dal governo con Salvini ministro dell’interno.
Di Maio e Salvini sono il punto di arrivo di un percorso iniziato molti anni fa.
Monti 2.0 farebbe comunque danno. Doveva rassicurare i mercati finanziari ma non limitarsi a fare cassa. Il deficità aumentò lo stesso.
Non sempre i paesi a basso reddito o a bassa produttività sono insolventi: se lavori, inventi, risparmi ti salvi.
La BCE può garantire il debito perché ha dietro dei paesi solidi e quindi è credibile. Dire whatever it takes è efficace. La Banca d’Argentina no. Se la BCE avesse dietro diciassette italie non varrebbe niente.
Monti avrebbe dovuto chiedere al parlamento delle riforme da mantenere e migliorare nel tempo. Riforme da creare in un anno o due. Oggi dovrebbe dirlo chiunque. Per quei due anni Monti avrebbe potuto chiedere la liquidità alla BCE e avrebbe potuto convincere i risparmiatori che il debito italiano non sarebbe più stato a rischio grazie al processo di crescita che sarebbe potuto ripartire grazie a quelle riforme. Le quali ovviamente dovevano essere valide, strutturali e credibili.
Quel poco che regge è poco perché il resto fa schifo. Il buono viene anche esportato ma non bisogna rifugiarsi sugli allori. Esistono vini eccellenti anche in Cile e Argentina, per dire.
I problemi non sono solo gli sprechi, ma anche le pensioni, i sussidi alle imprese e il mondo del parastatale controllato dai politici (Alitalia, Finmeccanica ecc.)
La scuola è pervasa dalla mentalità da liceo classico. Il resto dell’istruzione superiore è una variante del classico. La scuola italiana è mnemonica, nozionistica. Insegna cose vecchie. Non insegna ciò che è utile per il mondo di oggi. Non fa ragionare e insegna la filosofia attraverso le regole.
Anche la matematica va calibrata sulla tecnologia. Si deve insegnare a fare cose concrete, a capire il controllo numerico, a gestire i software, a capire come si approssima una funzione e a farlo fare alle macchine.
Dai sei anni in su gli studenti devono avere dei professori madrelingua che parlino inglese e facciano guardare i film in inglese.
Gli ultimi quattro anni di scuola possono essere dedicati a materie elettive, che possono essere tecniche o filosofiche e anche opzionali e scelte dagli studenti.
L’università deve essere collegata al mondo del lavoro.
La valutazione degli insegnanti è complicata. È difficile da misurare nel lungo periodo. Si possono trasformare le scuole in cooperative. Lo stato mette a posto l’edificio e lo dà in usufrutto gratuito. Poi dice: “Queste sono le regole, questi sono i programmi di base e gli esami”. Il resto è a discrezione degli insegnanti. Agli studenti possono essere dati dei voucher pari al costo. Potete chiedere di più, offrire lavori extra ecc. Se gli studenti vengono da voi perché attraete di più avrete anche più soldi.