Nessun lurido pianificatore avrebbe previsto iPhone o negozi di cover. Sono apparsi grazie al mercato. L’offerta ha creato innovazione che ha incontrato i gusti dei consumatori. Alcuni negozi e alcuni oggetti sono spariti o sono diventati meno utili e gli smartphone hanno spopolato e hanno migliorato le condizioni di vita di tante persone (altrimenti non avrebbero avuto successo). A fronte di questo i produttori e gli ideatori hanno avuto profitti, ma li hanno avuti, in termini di soddisfazione di bisogni, anche gli utilizzatori.
Sono cambiate e migliorate tante cose. Oggi con un telefonino si possono fare miliardi di cose che una volta avrebbero richiesto ore di tempo, moltitudini di apparecchi, spostamenti, spese folli. La tecnologia delle reti, degli apparecchi elettronici, tutto si è evoluto e con la concorrenza si sono abbassati i prezzi.
Oggi in 4g o wifi a poche decine di euro al mese si può studiare (anche guardando corsi del MIT, per dire), leggere (anche libri un tempo introvabili), guardare o riguardare film o eventi sportivi in diretta o replica anche senza spendere un patrimonio, lavorare da remoto, parlare col mondo, fare visite mediche da remoto e migliaia di altre cose.
Prendiamo anche solo il fatto di comprare un libro e metterlo sul Kindle, abitando in un piccolo paese. Un tempo dovevi andare nella grande città, spendere in spostamenti, sperare che ci fosse il libro, comprarlo a prezzo più alto o ordinarlo (e in quest’ultimo caso sarebbe arrivato in libreria dopo una settimana. Oggi arriva a casa se lo ordini in uno o pochi giorni). Certo che chi ha inventato il sistema merita di guadagnare molto. E’ la remunerazione per gli investimenti fatti. Anche i lavoratori più qualificati possono aspirare in alto, se accettano la competizione e la mobilità, anche la flessibilità e un duro lavoro. I lavoratori meno qualificati hanno comunque delle condizioni migliori rispetto al vecchio padrone delle ferriere e contribuiscono alla creazione di valore.
Lo sviluppo tecnologico e quello economico vanno di pari passo.
Ci sono i perdenti, ma se c’è crescita verranno rimpiazzati. La politica dovrebbe intervenire per gestire le transazioni. Peccato che di solito intervenga per fossilizzare il peggior presente e danneggiare lo sviluppo, con ciò danneggiando gli stessi perdenti (o, se li mantiene e lo fa a spese dei contribuenti o dei vincenti, danneggiando questi ultimi che potrebbero volersene andare o smettere di produrre e innovare).