In una scuola c’è un distributore automatico di merendine.
C’è solo quello, quindi in quell’ambiente si tratta di un monopolio da parte del gestore e i prezzi sono più alti di quelli che si possono trovare fuori dalla scuola.
Un ragazzo gira nei supermercati, confronta le merendine, le compra e poi le rivende ai compagni durante l’orario scolastico. Le rivende a un prezzo più alto rispetto al supermercato, ma più basso rispetto alle macchinette.
Lui guadagna dallo scambio, oltre a mostrare un lodevole spirito imprenditoriale.
I suoi compagni guadagnano dallo scambio, altrimenti non lo farebbero. Il loro guadagno è monetario, rispetto al prezzo delle macchinette, e di tempo, evidentemente, rispetto all’alternativa che avrebbero nell’andare al supermercato a comprarsi le stesse merendine e poi portarle a scuola.
Come da manuale, con lo scambio le due parti hanno reciproci vantaggi.
Il caso esce allo scoperto e diventa un dramma.
La Fondazione Einaudi premia il ragazzo, diversi imprenditori lo contattano e lo incoraggiano, ma la società dei parassiti non ci sta!
Il parassita preside, il cui stipendio è ottenuto prelevando denaro dai contribuenti, impone i lavori forzati al ragazzo (in barba al “Non bisogna lavorare gratis!”) fungendo da giudice (chissà in base a quale legge). Inoltre lo sospende (e questo potrebbe rientrare nelle sue prerogative).
I parassiti vigili, che non producono niente e il cui stipendio è ottenuto prelevando denaro dai contribuenti, fanno una multa per violazione delle leggi sul commercio. Andrebbero verificate. Io agirei in giudizio.
I parassiti studenti non sono d’accordo con l’iniziativa forse perché preferiscono avere una vita da parassiti, magari contando sull’opportunità di un posto statale. Se gli togli le tasse degli altri, come fanno a ottenerlo?
Fiscalmente, non sono redditi da dichiarare quelli inferiori ai cinquemila euro.
L’IVA è stata pagata dal supermercato.
Problemi di natura igienica o simili? Equivalgono a quelli riscontrabili in un supermercato.
Tutte queste fisime legali non tengono in conto comunque l’aspetto principale, quello economico: il venditore e il compratore si sono accordati su uno scambio di un bene in cambio di un prezzo. Nessuno ha puntato la pistola alla tempia a nessuno, anche perché il monopolio della violenza, come sappiamo, ce l’hanno degli organi statali.
Magari qualcuno potrebbe volere ulteriori link e approfondimenti. Forse arriveranno. Il blog è un po’ così.