there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Volevano solo salvare il mondo (sesta parte.)

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“Ho preso undici pagine di appunti.”

“Si sa che sei secchione.”

Abbiamo parlato di cartoni animati. Ferngully mi è stato suggerito da Elisa. Arturo e Kiwi da Dante, mentre stringeva amicizia con Stefania. Dicoti padre è stata una frase di Gabriella ed Elisa.

Entro in un cortocircuito. “E’ stato entusiasmante, no?”, dico a Gioia, appena entrata. Intendevo dire che era già a conoscenza di un modo di operare e di un’azione prevista. “Se dite una parola di più siete morti.”, aveva detto Chiara. Di solito al resto del mondo si dice o no? Data la mia imbranataggine nel dire e non dire, mi intorto in un discorso con Annalisa. “Non ci siamo!” mi riferivo ad altri. “Parla per te”, dice Annalisa, solo che non mi riferivo a lei. Parlo veloce per paura che mi frenino o non gli interessi?

Facciamo le foto di fine riunione. Sto sempre in una posizione distruttiva per i quadricipiti. Tra camicia puzzolente e cosce in distruzione ho uno sguardo piuttosto sofferente, ma un animo veramente felice.

 

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Di ritorno dalla riunione nazionale con la solita overdose di emozioni che perdurano, la solita volontà di tradurle in pensieri, parole, opere e omission e il desiderio di condividerle e trasmetterle.

Carica. Combattività. Entusiasmo. Energia. Serenità. Rilassatezza. Pace. Consapevolezza. Volontà di condivisione . Amicizia.

Ho superato la crisi del terzo anno.

Venerdì: come farò ad affrontare tutti gli impegni dei prossimi due mesi? Sono tutti scelte mie, quindi va bene. Comunque sono eccitato ma li vivo in modo frenetico.

Lunedì: li affronto serenamente e ce la faccio. Alcuni non li farò. Pazienza.

Sono comunque scelte mie. Inizio a pensare a finire una cosa per volta. Soprattutto iniziarne una per volta e portarla a conclusione.

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