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L’welfare state è l’insieme degli strumenti messi a disposizione dallo Stato per migliorare il benessere dei cittadini.
Ricordiamo Thomas Jefferson: “Ma se non siamo capaci di gestire noi stessi, come possiamo pensare di poter gestire gli altri?”
Sembra impossibile comunque attuare politiche economiche paretiane, che migliorino il benessere di alcuni senza peggiorare quello di nessuno.
Esistono vari tipi di welfare in Europa.
Welfare corporativo (Francia, Germania): protezione a favore dei lavoratori attivi, struttura gerarchica con scarsi elementi redistributivi, accordi collettivi tra operatori sociali.
Welfare socialdemocratico (Scandinavia): protezione a favore di tutti i cittadini o dei residenti. Ampio ricorso al mercato anche per l’assicurazione privata in campo medico e previdenziale, mercati dei beni e dei servizi e dei prodotti meno regolamentati rispetto agli altri sistemi di welfare.
Welfare state familiare (Italia, Spagna): protezione a favore del capofamiglia, mercati fortemente regolamentati, compreso quello del lavoro.
Welfare state liberale (Regno Unito, Stati Uniti): rete di protezione sociale minima a cui si può aggiungere su base volontaria una assicurazione privata.
La spesa pubblica e il gettito fiscale sono più elevati nei Paesi con welfare state socialdemocratico e più bassi in quelli liberali. In generale in tutti i sistemi la quota di spesa più ampia è data dai benefici sociali e trasferimenti redistributivi (pensioni, sanità, indennità di disoccupazione ecc.)
Nei Paesi socialdemocratici la quota di spesa pubblica è ripartita equamente tra le varie componenti: sono sostanziali i sussidi per il mercato del lavoro, per le femiglie, per le abitazioni.
In Francia prevale la spesa per pensioni seguita da quella sanitaria ma non sono marginali le altre spese.
Negli Stati Uniti la spesa sanitaria e quella pensionistica insieme danno luogo a circa il 90% della spesa sociale, ma ambedue le voci hanno circa la stessa percentuale di incidenza.
In Italia le pensioni incidono per almeno due terzi della spesa sociale. Un quarto di spesa è dato dalla sanità. Il resto sono briciole.
Employment protective legislation: come i vari sistemi proteggono i lavoratori. In generale i Paesi con welfare liberale hanno mercati del lavoro meno rigidi degli altri.
State owned enterprises e product market regulation. I Paesi mediterranei sono quelli con la minore apertura al mercato dei prodotti, dei beni e dei servizi, e quelli con la più alta quota di imprese possedute dagli Stati. Sono molto più aperti i mercati dei Paesi scandinavi (anche se negli ultimi anni la distanza si è ridotta) e sono ancora più aperti e privatizzati i mercati anglosassoni.
Guardate la differenza di apertura nei mercati italiano e svedese e fatevi delle domande sulle rispettive competitività e produttività. (Ndrr.)
Le ragioni che spingono all’intervento pubblico nell’economia possono riguardare l’efficienza (correggere le distorsioni causate da esternalità), l’equità oppure essere semplicemente ragioni politiche.
Gli effetti economici dell’intervento degli Stati sono: aumento del periodo di pensionamento, con benefici per i pensionati e per chi fornisce loro servizi legati anche all’aumento di tempo libero; costi legati a tale aumento; diseguaglianza intergenerazionale; livelli di disoccupazione più elevati a causa dell’eccesso di regolamentazioni e di barriere all’entrata; inefficienze di mercato legate alla minor concorrenza e quindi a poteri monopolistici che comportano minori quantità e prezzi più alti di quelli di equilibrio;
A seguito del processo di invecchiamento della popolazione, dell’ingresso ritardato nel lavoro da parte dei giovani, del loro numero inferiore rispetto ai vecchi, della loro maggiore precarietà lavorativa, i correttivi ai sistemi di welfare non possono che tendere a maggiori aperture ai mercati, maggiori liberalizzazioni, aumenti dell’età pensionabile, utilizzo di strumenti privatistici insieme a prestazioni pubbliche.